Vi avrebbi spiegato, ma oleandri oleandri oleandri

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Sulla pagina Facebook del blog pubblico questo status.

"SE FOSSE STATO IMMIGRATO" TU TACEVI.
Un italiano stupra una ragazzina. Internet esulta: “haha non era un immigrato! Questo dimostra che i pregiudizi sono sbagliati, non è vero che tutti gli immigrati stuprano!” e subito dopo “haha, era un militare! Questo dimostra che tutti i militari sono fascidemmerda!”. C’è così tanta gioia, nella mia bacheca. Poter buttare la fica d’una sedicenne sul piatto dei propri pregiudizi è una grande soddisfazione.

La risposta a quelli che chiedono “e se era un extracomunitario?” è “tacevi”.

Perché è vero. Quando il criminale è uno straniero, le persone che oggi gioiscono tacciono. Dicono “non significa niente, è un caso isolato”, cioè la stessa cosa che oggi sostiene l'altro schieramento. Un crimine oggi non è più un crimine, due vite distrutte o un fatto fine a sé stesso: è un dato statistico per corroborare il proprio estremismo.

Se davvero vogliamo evitare che Mr.Ruspa prenda uno sfacelo di voti, ‘ste uscite sono l’idea più del cazzo possibile. Discorsi tipo “e se era un immigrato?” dimostrano che oggi, davanti a una ragazzina violentata, l'unica cosa che vale la pena commentare è la nazionalità dello stupratore.

La differenza con Salvini qual è?

Al quarto commento arriva questo.

 

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Ora, quando vado sui siti d’informazione non leggo i commenti. Mi irritano ai pazzi. Vado sul sito dell’ANSA per avere fonti attendibili, notizie, aggiornamenti; non opinioni. Infatti non ho idea di cosa stia parlando questo tizio. Nel mio post sto parlando di come un crimine, se viene svolto da determinate categorie di persone, viene subito usato per alimentare i pregiudizi. In questo caso, “tutti gli extracomunitari sono stupratori” (xenofobi, nazi, vecchi) e “tutti i militari sono criminali violenti” (centri sociali, SEL, frange del PD).

Puoi essere d’accordo o no, è legittimo. Ma io non ho mai parlato di dare la colpa alla ragazzina, né di chi lo fa. Ho detto che non c’è una gran differenza tra chi quando gli stupratori sono immigrati inneggia alle ruspe, e chi quando un militare delinque dice che sono tutti fasci violenti.

Secondo commento.

 

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È come se io dicessi “che tempaccio” e uno rispondesse “sì sì però a me stanno sui coglioni gli oleandri”. E ora, il terzo.

 

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“sticazzi del tempo, a me gli oleandri fanno molto più schifo”.

 

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Ancora: il punto è non usare una ragazzina per alimentare pregiudizi ed estremismi. Basta leggere.

 

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“vero, il tempo è uno schifo, però quanto gli oleandri? Che merda, eh?”

 

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Il signor Sergio mi chiede cosa vuol dire quello che ho scritto. Adesso, attenzione: quando qualcuno non capisce un testo, di solito il colpevole è l’autore. Se il tuo lavoro è scrivere, è colpa tua(cioè mia) se alla gente non arriva il messaggio. Montanelli diceva di scrivere per il lattaio. Farti capire quello che scrivo è IL MIO lavoro. Così rileggo. Rileggo ancora. Lo faccio leggere a morosa e amici, tutti colgono il punto. Noi però tendiamo a circondarci di persone simili, perché ripeto: se uno non capisce, per me il colpevole fino a prova contraria è l’autore. Provo a riscriverlo come se lo spiegassi a un bambino. Viene identico. Mi arrendo.

 

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Vabbè, niente. Oleandri.

 

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Se non sai che commenti ho letto io, come faccio a sapere che commenti hai letto tu? Che cazzo ne so, io, di che commenti leggi tu? Io sto parlando degli schieramenti Lega/Centri sociali. Tu mi stai parlando di quanto sia stupida la frase “se l’è cercata”. Ma dove l’ho scritta? Quando l’ho citata?

 

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Niente, è ufficiale: il punto del mio discorso sono gli oleandri. E io che pensavo di aver parlato del tempo e di non avere mai nominato gli oleandri da nessuna parte. Cerco di nuovo nel testo qualcosa che abbia a che fare con il colpevolizzare la ragazzina. Non c’è. Sul serio.

 

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Il discorso era “chi prende un individuo come riassunto di un popolo” e “chi prende un individuo come riassunto di una professione”. E sì, ho visto e letto 10, 100, 1000 Nassirja, ho letto ACAB, ho letto fascidemmerda. ED È DI QUESTO CHE STAVO PARLANDO DIOCRISTO. Non ho idea di come avrei insultato ‘sto tizio, né so con chi stia parlando, di dove io abbia detto le cose di cui mi accusa. Devo ritrattare cosa? L’idea che strumentalizzare uno stupro per alimentare estremismo e pregiudizi sia sbagliata? Se non sei d’accordo va bene, ma perché? L’obiezione, la contro argomentazione, qual è?

 

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Provo a spiegarmi con una tizia (non ho voglia di screenshottare tutto, la trovate sulla pagina). Anche qui, niente da fare. Rassegnato, aspetto sulle barricate che la redazione di un mensile maschile a caso mi quereli per… per… qualcosa. In tutto questo, se la domanda fosse stata “e allora davanti alla ragazzina stuprata cosa dovevamo dire” la mia risposta è: tacere.

Però magari sbaglio, eh.

Magari evocare mutilazioni genitali, genocidi, castrazioni, impiccagioni, donne blindate e gonne allungate risolve le cose. Restituisce l’innocenza alla ragazzina e a sua madre. Magari mozzare il cazzo allo stupratore ci rende migliori di lui, ci eleva a veri, onesti cittadini. Anche la pena di morte, ma solo in certi casi. Magari maiuscolare ITALIANI TUTTI SESSISTI è davvero meglio di maiuscolare RAGAZZINE TUTTE CAGNE. Magari MILITARI TUTTI FASCISTI è meglio di IMMIGRATI TUTTI STUPRATORI.

Magari sì.

È che poi penso all’ISIS che minaccia di conquistarci, e mi viene il dubbio che forse l’ha già fatto.