1° fine settimana
Monti è un bastardo, questo paese è una merda e io mi vergogno di essere italiano. La gente è stufa: è ora di dire basta.
2° fine settimana
I conati di vomito stanno smettendo, ma l’intensità è peggiorata.
Mia moglie sta barricata in camera con il cellulare a portata di mano e finché non mi staccano la corrente potrà ricaricarlo, garantendosi una possibilità di salvezza. Ieri ho quasi sfondato la porta, ma all’ultimo cardine l’ho sentita che parlava coi carabinieri ed ho desistito. Dai telegiornali pare che in tutta Italia ci siano saccheggi, incendi e rivolte. Il governo sta valutando di schierare l’esercito a difesa di acquedotti, centrali elettriche e supermercati, ma a quanto pare anche nelle forze armate ci sono insurrezioni. Dalla finestra vedo uomini picchiarsi selvaggiamente. Stamattina hanno trovato un tizio squartato dentro il suo SUV con le interiora arrotolate attorno ai tergicristalli. A Padova lanciano gli handicappati dai balconi, accoltellano coppie miste o gay e gli stupri sono milluplicati. Mi hanno chiesto di partecipare ad una riunione di condominio. Mi faccio due righe e ci penso.
3° fine settimana
La riunione di condominio di giovedì è stata interrotta da un incidente proprio quando arrivavo. La commercialista del sesto piano è stata accoltellata dalla moglie di Brambilla. Una scena orribile. Mia moglie dev’essere scappata durante la notte, ma la ritroverò. Treviso è militarizzata, ci sono carri armati e blindati in tutto il centro storico. Il governo ha autorizzato l’uso delle armi da fuoco, sono morte 47 persone durante l’ennesima rivolta davanti ai parcheggi dell’Auchan. A Napoli la situazione è disperata. Su Youtube ci sono filmati di conflitti a fuoco ai semafori, hanno persino arrestato uno che al posto del clacson aveva il comando di un lanciagranate. A quanto dice il comunicato ufficiale, “le droghe ricreative sono state momentaneamente legalizzate”. Sotto casa mia ci sono magrebini su un container circondato da contractors armati fino ai denti. Vendono bamba un tot al chilo, la gente si presenta coi sacchi e loro li riempiono a badilate.
4° fine settimana
Abbiamo dovuto sgombrare il condominio. Lunedì la famiglia Brambilla si è suicidata col gas, con una detonazione che ha disintegrato due piani. I pompieri han trovato una gamba del sig. Piccillo a ottocento metri. Abbiamo dovuto respingere gli sciacalli corpo a corpo. Si sono portati via mobili, computer ed il figlio dei Franzoni. Ora siamo in una tendopoli, a mezzogiorno si sfiorano i 50° centigradi. In una settimana da 120 siamo diventati 48 anime, gli altri si sono scannati tra di loro o sono stati giustiziati dalla polizia che oramai spara per qualunque cosa. Il personale della protezione civile sta calando di giorno in giorno, e ho deciso di andarmene perché qui sta per succedere qualcosa di brutto. Mi nasconderò in un’ambulanza. Ora vado, due si stanno bastonando davanti alla mia tenda.
5° fine settimana
C’è mancato poco. Appena l’ambulanza ha lasciato l’accampamento ho visto tre jeep di skinhead che si preparavano ad assaltarlo. Dalle fiamme che vedo da qui non credo sia rimasto molto. Sul cellulare, finché funziona, leggo che a Caserta ci sono stati episodi di cannibalismo. Per strada qualunque colore di pelle diverso dal bianco candido viene attaccato. Hanno raso al suolo tutti i campi rom e trucidato uomini, vecchi, donne, bambini e animali. Le persone con atteggiamento definito “gay” sono pestate e violentate a vista. Per sicurezza giro in canottiera, pancia di fuori e pantaloni macchiati, scorreggio in pubblico tutte le volte che posso e tocco il culo ad ogni donna che mi capita a tiro. Buffo, però. Le donne non hanno più comportamenti da emancipate, tengono sempre la testa bassa, non ti guardano negli occhi, si coprono e si muovono a gruppi, coperte dalla testa ai piedi. Hanno anche smesso di depilarsi. Ora dormo, domani deciderò cosa fare.
6° fine settimana
A quanto pare l’Italia inteso come stato non esiste più. Il parlamento è stato preso d’assedio, hanno massacrato qualunque persona ci fosse e dato fuoco al palazzo. Su Youtube gira un filmato abbastanza raccapricciante di un ultrà che lancia la testa di Bersani verso un gruppo di operai. C’ho messo una settimana a raggiungere a piedi la mia casa al mare. I treni sono impensabili senza giubbotto antiproiettile, e poi per entrare in stazione serve il permesso di un magistrato – che è impossibile da ottenere, perché ne muore uno al giorno. Gli aeroporti sono tutti convertiti a basi militari e da quello che sembra si bombardano tra di loro. Stanotte mi sono passati sopra la testa due A10, hanno distrutto la Jesolana e gli accampamenti coi Maverick. Qui ho ancora qualcosa da mangiare, poi ho il bilancino per la pesca. Ho perso 12 chili, ma almeno vomito e diarrea sono passati. Mi manca mia moglie. Chissà dov’è e se sta bene.
7° fine settimana
La NATO ha fatto un’ordinanza esecutiva. Arrivano truppe da tutto il mediterraneo, ma devono fare i conti con una resistenza spaventosa. Fuori c’è l’anarchia più totale, la gente s’ammazza quasi senza più motivo. Nessuno usa più le automobili, pochi le biciclette. Non mi ricordo l’ultima volta che ho visto un vecchio, un immigrato o un bambino. Gruppi girano su delle jeep sparando a caso, urlando e saccheggiando quello che capita. Non penso vedranno questa casupola, è ben nascosta dalle dune e fuori dalle strade principali. Ho fame. Le labbra mi si screpolano per la mancanza di vitamine, ho spesso mal di testa e nausea. Di notte sogno bistecche e pastasciutta, di giorno mangio pesce, pesce, pesce. Tonno in scatola, mais in scatola, seppie, aguglie, cefali, qualche gambero. La corrente va e viene. Ho un generatore a benzina, ma non oso usarlo. Fa rumore, e poi la benzina è introvabile.
8° fine settimana
Ho mangiato un gatto. L’ho ucciso col fucile da pesca, un colpo fortunato al fianco. Ha fatto un salto di un metro ed ha provato lo stesso a scappare. Ho iniziato a macellarlo che era ancora vivo, un tanfo di interiora spaventoso col sangue che ha trasformato la sabbia in fanghiglia e lui che lanciava urli così acuti da sembrare quelli di un bambino. L’ho fatto ai ferri, ma dopo due mesi l’odore della carne era troppo invitante e mi sa che l’ho mangiato mezzo crudo. Stasera di nuovo pesce. Devo trovare della frutta o della verdura, perché le mie condizioni di salute stanno peggiorando ed ho iniziato a perdere i capelli. Gli aerei vanno e vengono, l’aria è satura di gomma e legna bruciata. Boati, lontani, dicono che la guerra prosegue. Il cellulare carica i dati troppo lento, e tra poco avrò finito i soldi della tariffa. Non posso ricaricarla, ovviamente, ma finché va, va. Il governo esiste ancora. Monti è “in una località sicura” e “dialoga con le parti politiche per trovare un accordo”.
9° fine settimana
Evviva! Due notti fa mi son mosso tra le rovine del paesino di pescatori qui dietro. C’è ancora gente, una specie di gruppo paramilitare, ma la sorveglianza è facile da eludere. Ho rubato da un balcone una pianta di limoni e due minuscoli alberelli di pomodoro. Deliziosi. Ho cercato di mangiarli piano senza esagerare, perché devono durare e non voglio fare indigestione. L’acqua per fortuna non manca, Dio benedica le fontanelle per turisti. Se ho fortuna i pescatori s’incolperanno tra di loro.
NOTA: mi hanno svegliato dei rumori verso le tre, come di lattine che sbattono. Da una rapida ispezione non ho trovato niente d’insolito.
10° fine settimana
Ho deciso di rastrellare tutta la sabbia attorno alla casa per quanto lungo mi è possibile, così se qualcuno passa o si avvicina lascerà delle tracce. La sera dopo la mia incursione ho sentito spari provenire dal villaggio, credo mi sia andata bene. I miei vestiti oramai sono ridotti a stracci e per quanto li lavi puzzano tremendamente. Ho fatto una specie di sapone con il grasso degli animali che mi capita di ammazzare, cenere e qualche foglia di menta selvatica presa dalle dune. Nel farlo mi sono ustionato la mano sinistra con la liscivia; ho usato l’aceto per fermare il bruciore e cauterizzato la ferita. Le bruciature chimiche sono cattive, e non ho granché dietro. Cambio le fasciature con regolarità bagnandole nell’acqua salata. Non ho altro. Dovrei andare in pronto soccorso, ma da quel che ricordo il più vicino è a due chilometri – potrebbe pure essere nel Mozambico. Girare in strada soli, di giorno, significa morte sicura. Le jeep passano urlando e sparando a qualunque ora, non farei mezzo metro.
11° fine settimana
Da martedì ho sentito ogni sera quei rumori, e la mattina c’erano tracce sulla sabbia. Un uomo solo, probabilmente magro. Venerdì mi sono appostato di notte e sulle tre ho visto un’ombra muoversi, diretta verso la finestra. Questa volta aveva in mano una specie di attaccapanni per forzarla. Gli sono strisciato alle spalle, poi con un braccio gli ho bloccato la bocca e con l’altro gli ho puntato il coltello alla gola. Ha mugolato scuotendo la testa, poi proprio quando stavo per decidermi ad ammazzarlo ho sentito un rivolo di piscio che bagnava la sabbia. L’odore dei suoi capelli arruffati, premuti contro la mia bocca, mi è sembrato familiare. Appena ho tolto le mani dalla bocca ha urlato “NO!”, l’ho strattonato per i capelli fin sotto la luce e ci sono rimasto secco: mia moglie. Più magra, più sporca, più puzzolente, più brutta, ma era pur sempre mia moglie. Ho gettato il coltello, l’ho abbracciata e siamo scoppiati a piangere tutti e due. Non sono mai stato tanto felice in vita mia nemmeno quando il Milan vinse la coppa dei campioni.
12° fine settimana
In due è tutto più facile. Ho dovuto sacrificare gran parte della mia conserva di pomodori per mia moglie, che era pesantemente denutrita. Ora ha ripreso le forze, riusciamo persino a scherzare. La notte che l’ho trovata sotto la mia finestra non so quante volte le ho chiesto scusa per quello che le avevo fatto, e lei mi ha chiesto scusa per la donna che era stata. Ci siamo detti tutto, per la prima volta abbiamo parlato davvero, ci siamo conosciuti ed innamorati di nuovo. Abbiamo persino fatto l’amore, non so se con più fame o disperazione, ma è stata la migliore scopata di tutta la mia vita. Ora io la mattina pesco e lei sistema l’orto, mangiamo insieme, il pomeriggio uguale. I boati all’orizzonte sono più sporadici. Dormiamo come sassi, abbracciati. Il sabato è il giorno del sapone. La mia mano è quasi del tutto guarita grazie ad un intruglio che ha imparato a fare con le erbe.
NOTA: altri rumori, di notte, ma forse me li sono immaginati.
13° settimana
I pescatori ci hanno trovati e, quel che è peggio, hanno trovato la piantina di limone. Se la sono ripresa e ci hanno riempiti di botte, a me e a lei. Siamo conciati male. Federica – forse non sapete che si chiama così, mia moglie – ha un braccio spezzato. L’ho ingessato alla bell’e meglio, ma la poverina piange dal dolore da due giorni. Ho fatto uscire il sangue dall’ematoma con un coltello per evitare stagnasse, ma non è servito a molto. Le serve un medico, solo che nemmeno io riesco a camminare e, quel che è peggio, a pescare. O scrivere.
14° fine settimana
Fede e io peggio. Provo ad andare ps
15° fine settimana
E’ finita! E’ finita! E’ successa una cosa straordinaria. Dopo essermi fatto forza mi sono incamminato verso il pronto soccorso e non ho trovato nessuna jeep per strada. Quando sono arrivato ho trovato personale disponibile e cortese. Mi hanno soccorso subito ed hanno mandato un’ambulanza alla mia casetta, dove hanno prelevato e curato mia moglie. Sui muri troneggiavano gigantografie di Mario Monti, che ora tutti chiamano “il Supremo”. Il mondo è tornato alla normalità. L’Italia ora è divisa in feudi, che presto faranno un referendum per decidere se unirsi di nuovo o no. Pian piano, forse in pochi anni, si riformerà l’unità d’Italia. A quanto pare, quando nemmeno le forze NATO sono riuscite a riportare l’ordine, Monti ha fatto trasmettere a reti unificate la prima partita di calcio dopo quasi tre mesi: Milan-Napoli. La sospensione del calcio è terminata, dicevano i sottotitoli, le partite riprenderanno il prossimo fine settimana con il derby Juventus-Sampdoria.
D’un tratto tutto è tornato alla normalità: la gente ha mollato i coltelli e le pistole, i saccheggiatori sulle jeep sono tornati allo stadio, le pulsioni aggressive sono misteriosamente scomparse. La gente nel traffico sbuffa e ti fa passare. Siamo tutti di nuovo uniti e felici davanti alla TV, in attesa che i giocatori entrino in campo dopo ‘sta cazzo di pubblicità. Io, i miei colleghi, i miei vicini di casa, i miei amici riuniti nel salotto del nostro vecchio palazzone, restaurato in tempo record da operai albanesi e rumeni che vabbè, son tollerabili finché lavorano.
Peccato quella rompicoglioni di mia moglie debba PER FORZA parlare sopra la telecronaca.