La vera trama di Man of steel

 

Siamo sul pianeta Krypton, tra animali scartati da Avatar e tizi con l’armatura, abito fondamentale in un mondo dove esistono solo armi da fuoco che sparano lucine azzurre di Harry Potter. Krypton è diviso in due fazioni: una sostiene che il pianeta stia per esplodere, l’altra sostiene che il pianeta stia per esplodere tanto. A causa di queste divergenze passano gli ultimi giorni di vita a spararsi in faccia per non rovinare le armature.

Tu guardi questo emozionante scontro a fuoco sul Titanic domandandoti chi sopravvivrà per altri cinque minuti, quando la moglie di Russell Crowe partorisce assistita da un clitoride di mercurio fluttuante. Russell per festeggiare si tuffa in una vasca dove coltivano i bambini come su Matrix, prende un teschio, lo mette in un teletrasporto con le lucine azzurre di Prometheus e spara suo figlio nello spazio. Il generale Zodd, capo dei sostenitori dell’ “esplodiamo tanto”, pugnala Russell dimostrando senza tema di smentita l’inutilità delle armature, ma dopotutto l’intero pianeta è un unico monumento all’inutilità. Fuori dal palazzo imperiale la terra si spacca, geyser di fuoco e magma squarciano la superficie e dentro, soldati impettiti processano il generale e i suoi sgherri ribelli. Altrove, la madre del piccolo cosmonauta osserva il muro di fuoco in arrivo e pensa che deve stirare le camicie del marito. Il pianeta esplode.

Tempo rimanente alla fine del film: 2.08.00

 

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Siamo al polo nord, sulla Terra. Una giornalista si presenta in un campo di ricercatori militari. Hanno trovato una strana struttura metallica sotto la neve. Lei è bionda, bellissima, professionalissima, determinata. Fa domande pungenti, coglie in castagna i ricercatori, lancia sguardi di superiorità ai militari e ti auguri sia una comparsa che muore squarciata da La Cosa di Carpenter, invece è Lois Lane, futura morosa di Superman. Se mettevano un cesso con gli occhi disegnati era uguale.
Lois con un cannocchiale vede un ragazzo che passeggia per il polo Nord con addosso solo una camicetta sportiva. Lo segue in un sinistro sotterraneo di ghiaccio. Potrebbe esserci suspance o tensione, è quindi il momento di giocare la carta maestra per non rischiare di interessare lo spettatore: un flashback.

Per capire cosa intendo con “flashback” dovete leccarla alla vostra ragazza; appena sta per venire staccatevi, fate partire il filmato di lei da bambina che giocava con il suo amato cagnolino, montatele sopra e scorreggiatele in faccia urlando “ORAMAI LA CARCASSA DI FUFI AVRA’ QUEST’ODORE”.
Questo è un flashback di Man of steel.
E ce ne sono molte migliaia.

Siamo in Kansas.
Una coppia trova l’astronave del bimbo alieno in cortile e invece di chiamare la CIA in preda al panico, la traina nel garage e decide di allevare l’alieno come un figlio, rimanendo “in attesa il governo degli Stati Uniti si faccia sentire”. Certo, pare l’inizio di un horror, ma in Kansas è normale. Sono abituati a scopare tra parenti e un nuovo ceppo genetico fa comodo. Il bimbo cresce. A scuola sta per essere aggredito da un bullo QUANDO ALL’IMPROVVISO
Fine del flashback.

Siamo nel sottosuolo del polo nord, quando ormai non frega più un cazzo a nessuno. Superman inserisce un ciondolo e fa apparire suo padre che fa uno spiegone. I poteri di Superman vengono dal fatto che su Krypton la forza di gravità era diversa e quindi lui sulla Terra può fare salti enormi e volare. Come Goku. O come John Carter. Inoltre è immune al caldo e al fuoco, ha un udito straordinario, la vista a raggi X e spara raggi dagli occhi in grado di fondere tutto. Segue dibattito sui grandi valori della vita e della giustizia, grandi poteri, grandi responsabilità, essere una guida per il genere umano che

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Superman che vola via.
Poi anche l’astronave conficcata nel ghiaccio vola via.
Poi siamo nella redazione del Daily mail, dove Lois cerca di convincere il suo caporedattore a pubblicare tutto quello che ha visto.

«ALLORA l’uomo se n’è andato volando, l’astronave è scomparsa e
«Arriva alla parte in cui eri lucida.»
«Ero lucidissima. Dobbiamo pubblicarla subito.»
«Ma mnnaggia alla pentecoste» sospira il caporedattore, sedendosi «ti mando al polo nord e mi porti la versione sotto acido di uno stupro tra la neve. Se hai i referti medici possiamo buttarla sul vittimista. Facciamo così: articolo di spalla, titolo accattivante, qualcosa tipo “superstupro”.»
«Cosa?»
«Sì, sì. Mi piace. Senti qui. Occhiello: “Dramma femminicidio, caso tra gli Innuit”. Titolo: “SUPERSTUPRO TRA I GHIACCI”. Catenaccio: “Brutale carotaggio al polo nord, parla la reporter”. Dai, è perfetto. Dentro ci mettiamo un’infografica sulla lunghezza media delle stalattiti nel mondo, due foto della fregna straziata e vavavuma.»
«Non mi ha stuprata! L’astronav
«L’ASTRONAVE, LOIS, DICE CHE SEI UNA DROGATA» ulula il caporedattore, scagliandole addosso un fermacarte «SE IO APRO LA PORTA LO DICE ANCHE LA REDAZIONE, VUOI VEDERE?»
Il capo apre la porta: «LOIS E’ UNA DROGATA, VERO?»
Ovazioni, applausi, pugni sul cuore, gente in ginocchio.
«Ora capisci» ansima l’uomo, chiudendo la porta «speravo tra i ghiacci perenni tu non trovassi niente da infilarti in brogna, ma avevo sbagliato i conti. Dio, se stavi un’altra settimana partorivi pinguini tetraplegici. Adesso mi trovo uomini volanti, astronavi congelate, militari antipatici e una sceneggiatura che par scritta da uno Youtuber. Perché?»

Lois Lane fa una faccia contrita, poi si lancia in un monologo sul fatto che lei è una giornalista, è suo dovere riportare i fatti perché la gente deve sapere la verità. Il popolo americano ha il diritto di sapere che il governo nasconde probabili invasioni aliene perché sì, forse lei è un’idealista, ma ancora crede nel buon giornalismo, nei grandi valori che

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Flashback su Clark Kent che da piccolo porta jella pesa.
Va in barca? Una piattaforma petrolifera esplode.
Va in gita con la scuola? L’autobus precipita in un dirupo.
Entra in un bar? La gente si mena.
Va in macchina coi genitori? Appare un tornado.
In questa sequenza drammatica il suo cane resta in macchina, così il padre di Clark deve correre a salvarlo. Rimane incastrato. Clark vorrebbe aiutarlo, ma il padre lo ferma con un gesto: il mondo non deve sapere che è Superman. Cosa farà Clark? Salverà il padre o rimarrà a guardarlo? Sono queste le piccole cose che ci fanno empatizzare coi personaggi. Qualsiasi padre di famiglia con moglie e figlio a carico si suiciderebbe per salvare una bestia. Immaginate la gioia della moglie che per campare farà due lavori dormendo tre ore a notte, però tornando a casa troverà una cacata sul divano e un uccello morto sulla soglia.
Fine del flashback.

Nell’orbita della Terra appare un’astronave aliena. Hackera le TV del pianeta e scrive in tutte le lingue del mondo “non siete soli”.
Quelli di Anonymous replicano hackerando l’astronave.

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Gli alieni non capiscono lo sfottò. Comunicano che sulla Terra vive un alieno mascherato da umano e danno 24 ore per consegnarlo, altrimenti fanno cacao meravigliao.

Qui l’interruzione di credibilità crolla.

Se ciò accadesse, in breve tempo ogni stazione di polizia verrebbe presa d’assalto da grillini, grassone coi gatti, sciachimisti, microchippari e cospirazionisti i quali sosterrebbero di essere l’alieno, intonando “extraterrestre portami viaaa”. L’FBI, incapace di distinguere quelli veri da quelli falsi, sarebbe costretta a mandarli sull’astronave in blocco. Nel frattempo tutti i nerd del pianeta hackererebbero l’astronave intasandola di manga porno, furry e meme alternati a trombonate esistenzialiste. Nel giro di 24 ore gli alieni fuggirebbero in preda al panico. Non succede. Gli alieni stanno per ucciderci. L’unica speranza è Superman. Da un lato non deve mostrarsi, dall’altra può salvarci solo rivelandosi. COSA FARA’? COSA CAZZO FARA’, IL GRANDE SUP
Flashback.

 

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Il padre di Superman viene ucciso dal tornado.
La madre è da sola a casa col cane, piove, Superman non abita più lì, stronzi qualsiasi dicono cose qualsiasi sui grandi valori della vita quali l’amore, l’amicizia e il cazzo che mi sto cagando.
Fine del flashback.

Superman si presenta dall’FBI
no
in un deserto
no
ora è imprigionato nell’astronave aliena con Lois Lane. Russell Crowe appare uso Obi Wan e spalanca le porte liberandoli. Lois viene sparata in una capsula danneggiata verso la Terra, roteando come una centrifuga. Superman la rincorre, spacca la capsula e la tira fuori appena prima dello schianto. Tutti si aspettano una palla di carne informe coperta di vomito, merda, sangue e urina, invece esce fresca, flirta con Superman, si ravviva i capelli, ordina cinese.
Gli alieni lanciano due tridenti agli estremi del pianeta per terraformarlo e ricreare Krypton, dato che nel sangue di Superman è contenuto tutto il DNA degli abitanti. La Terra è scossa da terremoti. Le città vengono distrutte.
Mezz’ora di una comparsa incastrata tra le macerie.
Dieci minuti di primissimi piani di occhi.
Venti minuti di Superman che si mena con il capo degli alieni distruggendo città, cosa che è stata trasposta sullo schermo andando in un cantiere con un razzo fumogeno e prendendo a martellate calcinacci con l’inquadratura da vicino.

Superman vince e sono tutti felici.
Io resto della mia idea: prendere tutto l’oro della Terra, farci un enorme cazzo e incastrarci dentro un HD contenente questo video. Poi spararlo nello spazio.

nebo