La vera trama de Lo Hobbit 2

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Abbiamo lasciato un battaglione di nani su una roccia aguzza nel bel mezzo della regione di Noncestancazzostan. Le aquile non hanno potuto portarli alla montagna proibita per la manifestazione dei forconi, così li hanno lasciati lì.

«Grazie, Pisa 10» ringrazia Gandalf, salutando le aquile.
«Che gentili, eh?» gongola il vecchio stregone, girandosi verso i nani «non hanno nemmeno chiesto il sovrapprezzo notturno. Altro che quei ladri del Radiotaxi»
«Gandalf, ora che facciamo?» chiede Hamas, ossia quello che dovrebbe sapere cosa fare.
«Bilbo, sali sulla roccia e fai delle facce buffe» ordina il vecchio.

Bilbo esegue. Storce il naso, fa espressioni di terrorizzato stupore e nota che le rocce circostanti brulicano di orchi che digrignano i denti, ringhiano, si urtano, muovono molto le possenti spalle e nel complesso si comportano come uno a cui non è venuto su davanti a Megan Fox nuda sul letto. Si guardano male e urlano di rabbia contro le montagne. Tra quelle rocce c’è anche Ciccillo detto o’ Terronator, un mostro ancora più enorme che fa gli stessi versi degli orchi, si muove come gli orchi, ringhia e sbava come gli orchi, ma è peloso e tifa Napoli. Nel 2009 ha scoperto di avere vinto la schedina, ma la moglie glie l’ha persa. Da allora urla di rabbia alle montagne anche lui.

Bilbo ha fatto abbastanza facce buffe. Scende. Li trova intenti a parlare di facezie e fa presente che attorno è pieno di roba che ha l’aria di non chiavare da tutta la vita e che è prossima a incularseli a trapano. Gandalf domanda che forma ha.

«Quella di uno che ringhia, sbava e muove molto le possenti spalle» replica Bilbo.
Fuggono.

Certo, nel tragitto qualcuno potrebbe obiettare che di tutti i posti del cazzo dove le aquile potevano mollarli hanno scelto proprio il giardino di Terronator, ma non fanno a tempo perché, di mille posti del cazzo dove possono nascondersi, scelgono di occupare abusivamente proprio la magione di Terronator. Lui li insegue per farne strage ma, giunti tutti alla soglia di casa sua, si ferma e se ne va. Evidentemente non vuole disturbare. I nani si addormentano, come farebbe chiunque è circondato da mostri che gli si vogliono fare pure nel naso ed è protetto solo da una malmessa paretina di legno. Al mattino Terronator gli offre la colazione chiacchierando.

Ora siamo in mezzo alle rovine di qualcosa. Gli orchi si urtano per passare. Un orco molto grosso si ferma davanti a un orco più grosso e si guardano male, ringhiando.

«Ho urrrrrgh» ringhia l’orco, stringendo le braccia per evidenziare i deltoidi «unnnnnh compito perrrrrr te» termina contraendo il latissimus dorsi. L’altro lo guarda come una merda, concentrandosi nell’esporre lo splendido lavoro fatto sui tricipiti con sessioni di super serie +2 negative. Non dice nulla.
«Hai uhnnnn» prosegue il primo orco, sporgendo la mascella che denota un utilizzo ben studiato di HGH e insulina «hai ancora sete di sangue di nano?»
«FFFFFFHNNN» replica l’altro, divaricando leggermente le gambe e strizzando al massimo per mostrare i quadricipiti che, dopo 15 giorni di riposo, hanno raggiunto la migliore definizione muscolare possibile.

La telecamera si allontana per lasciare allo spettatore il tempo di meditare su questo complesso scambio di opinioni.

Siamo di nuovo nella casa di Terronator, che ora ha fattezze più umane. Senza nessun motivo regala tredici cavalli ai nani – l’equivalente economico di un appartamento in centro Milano – per poi lasciarli andare felici. I nani arrivano al limitare di una foresta. Gandalf sa che lì dentro c’è qualcosa di pericoloso, quindi se ne va spiegando che ha dimenticato di chiudere la porta di casa.

«Ma che cazzo, com’è che ogni volta che fiuti casini tagli l’angolo?»
«Tranquilli, alla peggio chiamate un’aquila»
Trotta via.

I nani senza Gandalf sono un branco di naziputtihandicappati, difatti tempo due minuti si perdono e vengono assaliti da ragni giganteschi che invece di ucciderli chiacchierano tra loro dicendo “uccidiamoli”, l’altro ragno risponde “sì, sì, uccidiamoli”, un altro interviene dicendo “no, è meglio se li uccidiamo” ma, proprio quando la conversazione inizia a farsi interessante, arrivano gli elfi e li ammazzano tutti. I nani vengono tradotti in catene nel regno degli elfi silvani, la cui architettura verticale fa sì che per andare dalla cucina al cesso si impieghino trenta minuti di scale e molti preferiscono pisciarsi addosso. Tra questo popolo di scaltri architetti troviamo Legolas e Kate di Lost. Tra i due sembra esserci del tenero, ma Kate si rivela attratta da perversioni sessuali interrazziali e manda frecciatine a un nano. Si guardano, si piacciono e, quando la prigione è deserta e tutti dormono, chiacchierano di stronzate tipo la luna, le stelle, un mare di opali iridescenti, fammi ‘sto bocchino. Il nano mostra un sasso con incise delle rune. Gli cade. Lei si avvicina per ridarglielo. Le loro mani si sfiorano. A questo punto qualsiasi persona definibile come “guerriero” le afferrerebbe la mano, la tirerebbe con forza contro le sbarre, le afferrerebbe la testa dislocandole l’osso del collo, prenderebbe le chiavi, aprirebbe le sbarre e libererebbe tutti i suoi compagni. Io mi limiterei a sporgere il cazzo dalle sbarre voltandomi dall’altra parte e dicendo “se le chiavi ti pesano puoi metterle qui, non guardo”, ma questa è una fiaba per bambini.

Decapitazioni sì, sesso guai al mondo.

Bilbo usa l’anello di Sauron come il manto invisibile di Harry Potter, ruba le chiavi, libera tutti e approfitta del fatto che gli elfi di guardia sono sbronzi.

«Scusa Bilbo» fa Hamas, scendendo le scale «hai detto che gli elfi sono ubriachi?»
«A merda, russano che è un piacere»
«Ma se Legolas nel signore degli anelli beve ettolitri e manco si scompone, com’è che questi…»
«Siamo in un fantasy»
«Sì, ma le regole o valgono sempre o non valgono mai»
«Non ti lamentavi così quando sei passato dalla paralisi nella ragnatela al perfetto controllo del corpo e dei sensi»

Si infilano in delle botti di legno e precipitano in quella che sarà la futura attrazione dei parchi divertimento di tutto il mondo, ossia galleggiano tra le rapide splendidamente renderizzate. Qui orchi, elfi e nani si ammazzano tra di loro in un crescendo di balletti, ciccioni con l’agilità di ghepardi, archi col mirino laser e la consapevolezza che nessuno si farà mai male. Dopotutto nel primo sono precipitati per uno strapiombo di duecento metri atterrando di faccia sul granito senza manco fratturarsi il naso, possiamo stare tranquilli. Il nano che Kate voleva scoparsi viene colpito da una freccia a una gamba. Come se non fosse un problema  suo salta in un barile e il bordo gli strappa la freccia teoricamente squarciandogli il quadricipite, tranciando i tendini, formando bolle d’aria dentro le arterie recise e lasciando schegge infette dentro il muscolo. In realtà il nano fa una smorfia e si rimette a dondolare felice nel fiume, seguito da tutti i suoi compagni illesi.

Stacco. Montagna. Gandalf arranca su dei gradini abbozzati che danno su uno strapiombo.

«Ma io dico» ansima, saltando su un altro «il dramma delle barriere architettoniche, qui, non è contemplato?»
Per un istante vacilla, sfiorando il baratro.

«Voglio dire, metti che ho preso una freccia da piccolo, o che ho i crociati a troie» sospira, saltando su un altro masso «o che ho sessant’anni, metti. Ecco, metti che ho sessant’anni e voglio andare a trovare quel cornuto di mio figlio» esclama, saltando «perché a sessant’anni una Cristo di femmina da ingravidare l’avrò pur trovata, magari per sbaglio ma deve pur capitare, anche in questo mondo dove se caghi escono fiorellini ma quando fa comodo la merda sgorga copiosa»
Sassolini rotolano nel vuoto.

«Ecco, io devo veramente farmi tutta ‘sta menata?»
«Queste sono prigioni, non tombe» risponde Radagast alle sue spalle, emergendo dal buio.
«OOORCODDIOCOSACAZZO» urla il vecchio, sparando per errore un incantesimo che gli polverizza la testa, la barba con la merda d’uccello e gli uccellini sotto il cappello. Il cadavere di Radagast, decapitato, precipita nel vuoto e il cinema esplode in un’ovazione. Famiglie si abbracciano, cassieri ammettono di “commuoversi ogni volta”, donne si sditalinano senza ritegno, il proiezionista rimanda la scena per le successive due ore sovrapponendo la nona sinfonia di Beethoven e tutti cantiamo “freude shoner gutterfunken” in piedi con il volto rigato di lacrime.

No. Scherzo. Si salutano come se fosse una cosa normale trovare amici nascosti nell’ombra di tombe inarrivabili. Ma siamo in un fantasy, dopotutto. Nel frattempo l’acqua del fiume rallenta e i nani possono guadagnare la riva. Si fermano a parlottare, quando alle loro spalle appare un tizio che prima gli punta un arco con la freccia incoccata alle spalle e quasi ne ammazza due, poi si mettono a fare conversazione.

«Hai una bella barca, immagino tu abbia anche una bella moglie» dice un nano.
«Ce l’avevo, è morta» risponde l’uomo.

A questo punto Hamas si dimostra subito il solito leader carismatico, empatico ed educato che è sempre, e non appena l’uomo dichiara il lutto egli replica con «abbiamo bisogno di cibo, armi ed equipaggiamento, puoi aiutarci?»

L’uomo decide di raccontare a dodici sconosciuti di cui non si fida che nella vita fa il contrabbandiere. Li carica a bordo in cambio di denaro, si parte. Segue un piccolo siparietto dove Legolas&friends torturano un orco catturato, il quale prima di venire giustiziato ammette con un certo orgoglio che durante il loro attacco sono morti in 8.763, sì, ma un nano s’è preso una freccia avvelenata in una gamba. Grande festa a casa Sauron. Facendo una rapida stima, se per ferire uno dei dodici ciccioni è stato necessario sacrificare un battaglione, gli scienziati reputano la minaccia di Sauron si collochi tra “zanzare a dicembre” e “scadenza dello yogurt in offerta” ma hey! Siamo in un fantasy, giusto?

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Giusto.

 

Il lago è gelato ed è avvolto nella nebbia. Queste due condizioni atmosferiche rendono la navigazione impossibile perché 1) non si vede un cazzo e 2) se c’è nebbia non c’è vento, e senza vento una barca a vela è utile come chiedere a una donna dove vuole andare stasera. L’uomo però governa con maestria l’evidentemente barca entrobordo e giungono senza problemi a Venezia. La città è blindatissima. Impossibile entrare o uscire senza sottostare a decine di controlli, grate, cancelli e posti di blocco. Con uno stratagemma pietoso riescono a entrare. Qui si scopre che l’uomo è il figlio del peggior mitragliere del mondo. Suo padre era addetto a scagliare le uniche frecce capaci di uccidere un drago, ma ha fatto una serie di padelle catastrofiche, il drago ha disintegrato la città e ora vivono mangiando acqua salata. C’è tuttavia la solita FOTTUTA PROFEZIA fatta da non si sa chi né come, la quale sostiene che un giorno arriveranno dei nani, scasseranno il culo al drago e tutti vivranno felici e contenti. La cosa infastidisce molto l’uomo.

E’ per questo che ha portato i nani in città.

Li sgamano, il governatore crede alla profezia e li manda nella montagna a uccidere il drago mentre nella città che prima era inespugnabile all’improvviso arrivano orchi dai tetti, elfi dai pontili, venditori di rose dal Bangladesh e si menano perché boh, a Venezia di sera non c’è mai molto da fare. La compagnia del McDonald giunge alla montagna e manda Bilbo dentro a conoscere il drago, che si sveglia ed emerge da un oceano d’oro. Questo spiega la totale assenza di fica dal mondo: sono tutte morte lì tentando invano di arraffare gemme, monete e gioielli.

«Volevo farle alcune domande, oh potente drago» dice Bilbo.
«Mi chiamo Smaug. Dimmi»
«Lei è ritratto come un personaggio incredibilmente complesso, carismatico, affascinante. Volevo sapere perché vive in un buco del genere e colleziona oro, se non se ne fa nulla»
«Non è importante. Questo è un fantasy, giusto?»

 

tumblr_lmd0da7Wu21qzbkx0o1_400Giusto.

 

«Capisco. Mi dica, come mangia, come si nutre, si riproduce? Insomma lei che cazzo fa, qui dentro?»
«Sto a guardia del tesoro»
«Sì, ma perché?»
«Perché sì e basta, vaffanculo»
«No, aspetti un attimo. Io sono l’unico essere vivente con cui lei può parlare da non so quanti anni. Non ha voglia di fare conversazione?»
«No. Io sono il fuoco. La morte. La distruzione!»

Il signor Fuoco-morte-Smaug decide di incenerire dodici obesi che deambulano ad andatura disabile in visita al Louvre su un terreno ad alto contrasto, che conosce perfettamente e offre scarsi ripari. Inoltre tutti e dodici i naziputtihandicappati camminano su una montagna d’oro, notoriamente un superconduttore. Se spari una fiammata, nel raggio di trenta metri il pavimento ha la temperatura dell’ano di Valentina Nappi dopo che c’è passato Lexington Steel. Ma questo il signor Fuoco-morte-Smaug pare ignorarlo e insegue i dodici vesciconi di lardo in un turbine di stanze, saloni e inquadrature splendidamente renderizzate e proiettate a 48fps.

«Freghn!» grida Hamas «portiamo il signor Fuoco-Morte-Smaug alle fucine! Puoi costruire dell’esplosivo?»
«Certo!» esclama il nano.

 

 

«COME CERTO?!?» sbotta Bilbo.
«Abbiamo tutto il materiale per farlo» sorride il nano, entrando in una stanza «dunque, zolfo, zolfo… Ah, eccolo. Un po’ di questo, un po’ di quello…»
«MA SIETE DEFICIENTI?!» urla Bilbo «POTETE FARE DELL’ESPLOSIVO?!»
«Certo. 75% salnitro, 10% zolfo, 15% carbon fossile. Polvere nera»
Bilbo ferma il nano, bloccandogli le mani.

«Che fai, Bilbo, non c’è tempo!»

«Tu non ti muovi. Nessuno si muove. Ora mi spiegate perché avete la polvere nera e avete scavato queste montagne per secoli a picconate. Perché avete la polvere nera e combattete a spadine e accette. Perché a me va bene tutto. Mi va bene una carrettata di obesi che fanno piroette. Mi va bene Legolas etero. Mi va bene che…»

Il nano si gira a guardare il drago. Bilbo lo afferra per il bavero e lo attacca al muro.

«…mi va bene che le aquile sono radiotaxi e che le pigne diventano granate per magia. Ma tu non puoi dirmi, vaffanculo, che avete l’esplosivo, vaffanculo, e non avete la balistica, vaffanculo»
«Questo è un mondo fantasy che si ispira al medioev
Bilbo centra la mascella del nano con un destro, stendendolo.

«Adesso comando io. Volete ammazzare il drago? Ammazziamo il drago. Crepa solo con le frecce magiche, giusto?»
«Sì»
«Quante ne abbiamo?»
«Sapendo che i draghi sono invulnerabili ne abbiamo costruite poche. In compenso abbiamo forgiato decine di milioni di armi inutili»
«QUANTE NE ABBIAMO, NON FATEMI INCAZZARE»
«Una»
«Bene. Prendetela. Tu e tu, trovatemi una canna con uno spessore di almeno quattro centimetri. Non mi frega di che materiale, abbiamo distrutto montagne usando leghe oscene tipo l’ottone»

«Ma come parli?»
«Fate quello che vi dico o vi trasformo la casa di Durin figlio di Gloin in una baraccopoli serba a cannonate, quant’è vero Dio»

I nani portano un robusto tubo di acciaio. Bilbo fa un foro alla base. Ci versa dentro un chilo di polvere nera, la comprime con uno scovolone più forte che può mentre Hamas si fa correre dietro dal drago che è carismatico e non riesce ad ammazzare un robo grande come una blatta. Bilbo sistema pietre e macigni dietro il tubo, inserisce la freccia, prende un pezzo di ferro, ci avvolge attorno uno straccio e lo cosparge di petrolio. Lo avvicina al foro alla base del tubo.

«Bene. Portatemi qui davanti il signor Morte-Fuoco-Smaug, forza»
«Oh mio Dio, sta arrivando! Presto, fate liquefare ettolitri ed ettolitri di oro per tentare di seppellirlo vivo, in modo che… oh, no! Si è liberato!»
«CREDEVATE DI POTERMI FERMARE, SCIOCCHI NANI?» grida Smaug, scrollandosi di dosso l’oro che si cristallizza «IO SONO UN DRAGO!»
«…e quindi fottere coi sapiens è sconsigliato» dice Bilbo, dando fuoco alle polveri.

In una frazione di secondo elementi combustibili reagiscono a comburenti. Combinazione molecole. Massimo grado di ossidazione. 10 KNO + 8 C + 3 S ® 2 K2CO3 + 3K2SO4 + 6 CO2 + 5 N2. Detonazione. La chimica passa alla fisica. Massa M del cannone, massa m del proiettile, velocità v del proiettile rispetto al cannone al tempo t=0. Rinculo:

m ( V + v ‘) + M V = 0
m V + m v ‘ + M V = 0
V (m + M) = – m v ‘
V = – (m v ‘) / (m + M)

I sassi dietro il cannone bloccano il contraccolpo. Il proiettile esce dalla bocca di fuoco a una velocità di circa 500 m/s superando la barriera del suono (334 m/s) in un TA-PUM assordante. Perfora la corazza del signor Smaug-Morte-Fuoco attraversandolo con uno spostamento d’aria tale che, uscendo, si tira dietro cervello, brandelli di cranio e schegge d’osso. Smaug smette di esistere prima che il corpo inizi a cadere. Quando crolla a terra, i nani restano a guardarlo increduli.

«Grazie per aver visitato la cima della catena alimentare, tornate a trovarci» dice Bilbo, lasciando cadere il ferro e iniziando a racimolare tutto l’oro che ha sottomano.

La telecamera si allontana, archi, titoli.
Film mediocre che si risolleva molto nel finale.