Come nasce la Blue whale o il green dolphin

«Dotto’, lei deve salva’ mi fijo.»
«Non sono dottore.»
«È uguale.»
L’ufficio dello psicologo è spartano ma ordinato, scaffali anni ’70 pieni di libri, una scrivania dall’aria scolastica e due seggiole in plastica e alluminio. C’è silenzio e profumo di carta. La donna ha passato i quaranta, indossa un paio di jeans e una maglietta stinta, zeppe di corda su piedi callosi.
«Quanti anni ha, suo figlio?»
«Sedici. Da un po’ de mesi ha iniziato a comportarse strano. Poi, ieri sera, quand’è uscito so’ andata in camera sua e ho trovato questo» dice la donna, porgendo un foglio stropicciato. Il titolo è “Il gioco del delfino verde”.
«Io conoscevo la balena blu» fa lo psicologo.
«EH, E QUESTO È ER DERFINO VERDE»

1) Acquista un poster della Lanterna, appendilo in camera e manda una foto al tuo tutor.
2) Svegliati alle 4:20 e guarda video di naufragi che ti manda il tutor.
3) Mangia della panissa. Solo tre pezzi, poi manda la foto al tutor.

«Cos’è la panissa?» domanda l’uomo.
«Polenta de ceci fritta» fa la donna.
Lo psicologo fa una smorfia di disgusto.
«’o so, ‘o so. Legga, legga.»

4) Disegna una barca su un foglio, accartoccialo e buttalo nel cesso. Tira l’acqua e guarda il foglio sparire. Manda il video al tuo tutor.
5) Se sei pronto a diventare un delfino, scriviti “belin” sulla fronte. Se no, mangia della panissa.
6) Sfida.
7) Inciditi con un rasoio il miglio nautico sulla mano. Manda la foto al tutor.

«Hmmm, potrebbero essere atti di autolesionismo atti al ricondizionamento psicologico» dice l’uomo, alzandosi a cercare un libro «Ma a sedici anni è possibile sia una recita per attirare l’attenzione.»
«Dotto’, nun c’ho capito gnente, ma legga.»
«Non sono dottore.»
«LEGGAAAAA.»
L’uomo torna a sedere.

8) Scrivi “#sono_un_delfino” sulla tua bacheca Facebook.
9) Sconfiggi la tua peggiore paura.
10) Svegliati alle 4:20 e vai davanti a uno specchio d’acqua. Lago, piscina, fiume, mare. Anche una pozzanghera va bene.
11) Acquista un costume da Gabibbo. Indossalo e manda la foto al tutor.
12) Metti dell'acqua in bocca e facendo i gargarismi intona "Con quella faccia un po' così, quell'espressione un po' così, che abbiamo noi quando andiamo a gurgle gurgle".

«Questa canzone l’ho sentita tanti anni fa» fa lo psicologo «La cantava un uomo mentre affogava in spiaggia.»
«Poi è morto?»
«No, era sulla battigia. L’ha salvato un bambino sollevandogli la testa.»

13) Ascolta “liberaci dal mare” per 100 volte.
14) Riempi il lavandino e tieni la faccia in acqua più che puoi.
15) Esci con una donna e chiedile di pagare anche per te.
16) Fai in modo di stare male o mangia una pizza stracchino e pesto.

«Stracchino e pesto» mormora lo psicologo.
«Me dica lei se nun è grave.»
«Suo figlio probabilmente si sente escluso dalla comunità e cerca di integrarsi in un’altra. Ma non capisco quale.»
«Se nun lo sa lei.»

17) Trova lo specchio d’acqua più grande e profondo che trovi. Resta sul bordo per un po’.
18) Sali su una torre. Concentrati. Immaginala affondare.
19) Prova a salire su una barca. Se non ci riesci, la prova è superata.
20) Il tuo tutor verifica se sei affidabile.
21) Parla su Skype con un altro delfino.

«Torri che affondano, specchi d’acqua, delfini, barche su cui non si riesce a salire, polenta coi ceci» fa lo psicologo «Ma che razza di indottrinamento è?»
«Ma io che ne so? Finisca.»

22) Metti i piedi dentro uno specchio d’acqua.
23) Sfida: ripeti che l’America l’ha scoperta Cristoforo Colombo. Fallo finché ti sembra vero.

«Hahaha che sciocchezza, l’America l’ha scoperta Amerigo Vespucci, lo sanno tutti» sorride lo psicologo «Colombo ha scoperto san Salvador. Tra l’altro ignorando i calcoli di Eratostene e cappellando gravemente la dimensione del globo terrestre. Se non avesse sbagliato strada sarebbero tutti morti in mezzo all’oceano.»
«Ma sticazzi de ‘ste robe da froci, vada avanti.»

24) Impara a riconoscere gli albarini.

«E cosa sono?» fa l’uomo.
La donna alza il labbro e stringe le spalle.

25) Incontrati di persona con un delfino.
26) Il tuo tutor ti dirà la data e dovrai accettarla.
27) Alzati alle 4:20 di mattina e guarda un acquario.
28) Non parlare con nessuno per tutto il giorno. Se sei costretto, fatti andare di traverso la saliva.
29) Impara la differenza tra bere dal rubinetto e waterboarding.
30-49) Svegliati tutti i giorni alle 4:20, guarda video di naufragi, mangia almeno un piatto di pasta al pesto al giorno, parla con un delfino.
50) Trasferisciti a Genova.

Lo psicologo depone il foglio: «Sconvolgente» dice.
«CAPITO?! Ma che problemi c’ha?! Che je manca? Che avemo sbajato?!» grida la donna.
«Innanzitutto, si calmi.»
«MA ABBIA PAZIENZA! Ieri sera mio marito va da lui, gli dice…» si soffia il naso «aò maschio, domenica nnamo a vede’ ‘a Lazio?, e mi fijo sa che risponde? Papà» singhiozza la donna «èmmo za daeto!»
«E cosa significa?»
«MA CHE CAZZO NE SO IO! MO’O DICA LEI! È POSSEDUTO?! CHE IDIOMA È, LE BESTIE DE SATANA, I NORMANNI, COSA?! COS’È?! Ma lo sa che m’ha raccontato la madre de Mario, n’compagno de scuola? Che mi fijo è annato in discoteca co’ gli amici e ha ordinato un Basito!»
«Un cosa?»
«ER MOJITO COR BASILICO AR POSTO DAA MENTAAAaaah» piange la donna battendo i pugni sulla scrivania «Mo’ dopo questa come posso spera’ de fallo scopa’!?»
«Signora!»
«EH SCUSI, EH! Ma ha presente se vai co’ ‘na romana ar bar e ordini un basito che succede?!»
«No, cosa succede?»
«PENSA CHE SEI FROSCIO, ECCO COSA!»
«Su, su, sta esagerando» dice l’uomo, porgendole un Kleenex «pensi che in Russia, invece di questo Delfino verde, c’è la Balena blu. E alla fine i giovani si suicidano, altro che diventare genovesi.»
«È ‘a stessa cosa.»
«Non lo dica nemmeno per scherzo. Un romano che vuole diventare genovese è… peculiare, ma non un suicida. Sarà attratto dal mare. Vorrà fare il marinaio.»
«MA MI NONNO ERA DE PISA!»

 


«Ah» fa lo psicologo, tirando indietro la testa.
«Capisce, adesso?» dice la donna, con un filo di voce «Noi siamo il sangue che ci portiamo appresso. Er tempo è ‘na bugia. Cos’è uno, senza storia? A che s’aggrappa? Ce credo che poi s’arruola nell’Iris o fa er capidoglio azuro, ‘a balena verde…»
«Blu.»
«MA PURE LILLA, DOTTO’! Io so’ ignorante, non ho studiato, p-però… Quanno c’erano carestie, assedi, traggedie, i nostri avi sapevano chi l’aveva messi ar mondo. Sentivano de rappresenta’ mamme, nonne, bisnonne, indietro fino a prima de Garibaldi. E SE PENSI QUESTO NUN SEI MAI SOLO! Sei ‘na linea, no un punto! Un punto è come ‘a particella de sodio! È solo, nun sa dove anda’, se perde, more! Una linea nun se perde mai! Se non hai un motivo pe’ sta’ in piedi, stai in piedi per il sangue tuo! Me spiego?»

Lo psicologo si sporge sul tavolo.
«Scusi, con tutto il rispetto: ma per non far sentire suo figlio un… punto, come lo chiama lei; cos’ha fatto? Che gli ha detto?»
La donna stringe gli occhi: «Ma che, serve dirglielo, che ha ‘na famija?»
«Non saprei. Suo figlio conosce i nonni? È mai stato a Pisa? Ha idea di quale sia la sua storia?»
«No.»
«In casa avete foto, oggetti, cose che dicono chi siete, da dove venite?»
«No. Ma che c’entra?»
«Così» dice lo psicologo, appoggiandosi allo schienale «Ogni volta che passo per porta portese vedo corredi della bisnonna, medaglie della prima guerra mondiale, posate con le iniziali… Tutto svenduto a due soldi. Mi sono sempre chiesto cosa rimane in casa di chi vende.»
«Spazio. Ndo’ la metto tutta quella roba?»

«Bè, adesso ha una camera libera» dice lo psicologo.