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Dal velo pietoso al velo fascista

Questo post verrà pubblicato in versione light per rispetto verso le condizioni di salute della Murgia. In altre occasioni avrebbe avuto un tono assai differente.

La parata per la festa della Repubblica è stata bellissima.

Famiglie, anziani e bambini si sono accalcati in piazza del popolo tra l’emozionato e il curioso. Nonostante il caldo parecchi papà tenevano sulle spalle i bimbi, e il clima era davvero disteso.

Ci sono stati parecchi momenti suggestivi.

I veri protagonisti della parata 2023, però, sono stati i nostri incursori della Marina (per comodità diremo GOI, Gruppo Operativo Incursori). Si sono presentati mostrando uno strano sommergibile che ha lasciato i nostri alleati NATO molto impressionati.

It is sometimes said, and I have often written, that Italy’s COMSUBIN are about 10 years ahead of everyone else in underwater vehicles. When you look at submarines like this, it’s possible to wonder whether it’s actually more. 

Quando il GOI è passato davanti alla tribuna dei parlamentari, La Russa ha sorriso e mostrato il segno della vittoria: perché? Bè, la verità non la sapremo mai. Si possono fare ipotesi. La mia è che da qualche parte, per qualche motivo, in qualche modo, il GOI ha portato a termine una missione particolarmente rognosa.

Comunque.

Secondo la signora Murgia, il GOI avrebbe fatto “il saluto romano” rivolto verso la tribuna delle autorità.

Ognuno vede quello che spera di vedere, al mondo, e questa è una bagigiata detta da una persona evidentemente sprovvista di cultura storica e militare.

Può succedere.

Dopotutto oggi quasi nessuno sa riconoscere i gradi, figurarsi la Storia di chi per questo paese ha combattuto ed è morto. Basta guardare in che stati sono i monumenti della Grande guerra, quindi facciamo un po’ di chiarezza.

Innanzitutto…

LA X° FLOTTIGLIA MAS NON ESISTE

È morta e sepolta assieme ai fasci e ai vari maiali che aderirono alla RSI nel 1945.

Il grido di battaglia “Decima!” che gridano gli incursori di Marina si riferisce alla Decima Flottiglia MAS della Regia marina, che durante la Grande guerra combattè contro gli austroungarici.

Riguardo alla X° MAS di Junio Valerio Borghese, quella che si macchiò di orrori sui nostri partigiani e combattè la Resistenza, nessuno vuole celebrarla. Men che meno gli uomini del GOI che sono professionisti di altissimo livello e per ‘ste stronzate non hanno alcun interesse.

Il fatto è che anche la X° MAS non è “il simbolo del fascismo”.
Ha una storia tragica e fratricida.

Con la liberazione, al nord alcuni membri della X°MAS seguirono Junio Valerio Borghese e aderirono alla RSI, ma gli altri restarono fedeli al Re e per distinguersi si ribattezzarono Mariassalto, finendo a spararsi tra compagni d’arme.

In un paese normale storie come queste avrebbero film, serie TV e reboot.
Invece abbiamo Don Matteo e Genni Savastano.

Riguardo al “saluto romano”: non è il saluto romano

È il saluto militare in marcia, che consiste nell’alzare il braccio destro in modo perpendicolare (indicando il proprio ruolo di comandante e responsabile di plotone) per poi farlo scendere sulla tempia per il saluto (che emula quando i cavalieri si alzavano la visiera dell’elmo).

Lo fa qualsiasi corpo d’armata.

Nel filmato vedete sfilare i Carabinieri del Tuscania che gridano “Folgore!” perché sono paracadutisti (lo so, lo so, non è gente a cui righerei la macchina).

Lo stesso saluto l’hanno fatto anche i Finanzieri.

Lo hanno fatto i Pompieri.

Lo hanno fatto gli atleti militari.

E lo hanno fatto pure le infermiere.

Ultimo ma non per importanza, il capo supremo delle FF.AA è Mattarella. Per darvi un’idea della differenza di potere, se l’intero governo (FDI, PD, M5S) ordinasse all’esercito di attaccare Mestre e Mattarella dicesse “nah”, i militari non si metterebbero nemmeno gli stivali.

Perché la Costituzione è stata scritta da dei giganti con il preciso scopo di rendere il fascismo irreplicabile.

Poi lo so, bisogna continuare a raccontarsela

Quest’immondizia inqualificabile fa rima con la retorica del so’ tutti fasci, l’amico delle gguardie, sbiri infami e la solita sbobba che gridavano i figli dei padroni che andavano nei centri sociali a giocare ai poveri.

Dobbiamo menarla con ‘ste stronzate di un secolo fa, perché senza la fantasmagorica “minaccia fascista” bisognerebbe affrontare reddito minimo, diritto alla casa, condizioni di vita dei lavoratori, crollo delle nascite e del potere d’acquisto.

Naturalmente di mezzo ci vanno uomini di Stato che ogni giorno rischiano il collo per stipendi fermi a vent’anni fa, accusati da una persona che non ha voluto nemmeno fare la fatica di leggere una paginetta di Storia militare.

Ma come ho detto all’inizio, date le sue condizioni di salute, mi fermo qui.

ARIO: VA’ DOVE TI PORTA LA DROGA

ARIO: VA’ DOVE TI PORTA LA DROGA

Risvegliarsi in un‘isola sperduta appartenente a uno Stato estero dopo tre settimane di buio drogato? Yes we can!

Ario dovrà sconfiggere a duello una sciamana che tiene in pugno una sinistra comunità di hippie, riprendersi i soldi e tornare a casa. Ma cosa l’ha spinto laggiù? Tutto sembra essere iniziato ad Amsterdam, la città che lui aveva giurato non avrebbe più visitato.

E se fosse stato drogato di proposito da qualcuno, con lo scopo di assassinarlo e farlo sembrare un incidente?
Dosaggi offensivi, ecco come si sarebbe dovuto chiamare ‘sto episodio.

Pamela viene invitata altrove e scopre come vivono i ricchi. E se per entrare nell’alta società fosse necessario farsi penetrare dalla stessa? Dopotutto è la vecchia legge delle Hawaii: prima lo prendi e poi lo dai.

Un sesto capitolo che segna un nuovo record di bassezze e squallore, non fa ridere e comunque l’autore è sopravvalutato. Cristo, sento già la casella mail riempirsi di lettere di protesta. Va bene, va bene, nel prossimo albo metterò più lesbiche.

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Ario: la trans siberiana

Ario: la trans siberiana

Un prete guadagna in una domenica più di quanto un saldatore guadagna in sei mesi?
Ma nel nome di Dio, che aspettiamo a derubarlo?

Il patronato deflagra, uno scaldabagno manca, e Pamela ci mette poco a fare l’ovvia deduzione. È quindi una buona opportunità per ricattare e sfruttare Ario. Del resto c’è da rintracciare una trans nel quartiere più prostituta friendly di Cala Cadone, e Ario è probabilmente l’uomo più competente del pianeta.

Riuscirà il nostro eroe a trovare la (quasi) donna venuta dal freddo, oppure si drogherà fino all’impotenza e si troverà a discutere dei lati positivi della lotta armata con il kebabbaro di Marghera indagato per terrorismo?

Chissà.

Anche se siete un falegname di Mestre con la quinta liceo capirete che siamo a un drammatico punto di svolta della prima stagione. Certo, è un testo offensivo per i più piccini, ma almeno non è la lingua del Dalai Lama.

Free Tibet!

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ARIO: OTTO MARZO SUPERTRUFFA

ARIO: OTTO MARZO SUPERTRUFFA

È l’otto marzo, la festa della donna.

Mogli represse e zitelle rabbiose escono dai loro locui affamate di muscoli oliati. Ario ha un’idea: perché discriminare queste povere donne, quando le si può truffare? Dovrà unire le forze con i suoi tre amici d’infanzia, potenziarsi con la polvere di fata e mettere in atto un piano ambizioso.

Andrà a buon fine?
È statisticamente improbabile, ma lo era anche che io trovassi moglie.

La comunità dei senza permesso di soggiorno fa la sua apparizione in quest’episodio di scoppiettante sessismo, che saprà deludere grandi e piccini in un vortice di mediocrità, transfobia e ipocrisia di paese.

Vuoi cancellarmi per questo, Jeff? Fa’ pure, spedirò queste perle via posta prioritaria.

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ARIO: SANREMO IN PUTTANTOUR

ARIO: SANREMO IN PUTTANTOUR

L’Italia è tutta davanti al festival, ma c’è un’alternativa a guardare le due borse dell’acqua calda marca Ferragni: andare a puttane.

Ario e Cirrosi, ex giornalista sostituito da chatGPT, finiscono nella garçonniere di Veruska e le sue amiche. Qui almeno vi sono delle mastoplastiche, seppur strabiche… ma scippare i preziosi euri a tradimento? Niet, compagna: vi hanno bloccato lo SWIFT, si baratterà l’orgia per della visibilità.

Un truce rumeno ha da ridire sulla trattativa e non tutto va come previsto, Ario e Cirrosi vivranno sulla loro pelle un’esperienza visibile solo sui canali TV dell’ISIS, e loro hanno una versione di Bim bum bam assai diversa.

La poliziotta Pamela, intanto, si lancia in un inseguimento automobilistico dimostrando un notevole sangue freddo. S’interroga sulle sue scelte, sul senso dello Stato e soprattutto su chi ha vinto il Festival di Sanremo.

O almeno così pensa il suo fidanzato a casa.

Storie umane, subumane e disumane s’intrecciano in quest’episodio notturno, in una città dove tutto ha un prezzo e niente ha valore. Sarà pure scritto da un pervertito, ma del resto oggi bastano un iPhone, trecento chili di interiora e una tipa sbronza per girare un porno giapponese d’autore: e a quarantadue anni io dovrei lavorare per vivere? Yelena, prendi la vodka!

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