San Valentino non aveva trent’anni

Ci sono giorni in cui apro gli occhi e sono felice.
Là fuori qualcuno sta iniziando una petizione online o sta aprendo un gruppo su Facebook ed io non ci sono. La vita è una cosa meravigliosa anche solo per questo: sconosciuti rompicogl ex compagni di scuola non potranno addarmi da nessuna parte. Potrò astenermi dal sottoscrivere il gruppo “fan del tegolino” per poi trovarmi nella lista degli indagati dalla procura di Palermo perché il mio nome appare nel gruppo “Amici di Totò Riina”.

E’ bello.
L’aria è leggera.

L’apocalisse anale della mia vicina di casa sembra darle tregua e dal muro alle mie spalle smettono di provenire peti mostruosi, tonfi di bomba, urla belluine e sciacquoni tirati con isterico orrore. Il ghiaccio dalle strade è sparito.

Non per tutti è così. Nel Vietnam della vita i trenta sono l’Hamburger hill. Ovunque attorno a noi gente convive, si sposa, partorisce. Noi no. I maschi la prendono con alzate di spalle e salvataggi di Playstation. Le donne traballano, pallide. Precipitate fuori dall’università a pieni voti impattano contro una vita che le odia. Perché? Era tutto previsto: laurea, convivenza, lavoro fisso, matrimonio, figli. Qualcosa non ha funzionato. Psicologhe vendono pennette della 3 in stazione e dan ripetizioni di matematica a figli di contadini multimilionari. Perché? Il fidanzato che hanno a fianco comincia a trasformarsi in una belva che demolisce il loro castello d’illusioni mattone dopo mattone:

«Amore, noti niente?» dice lei accarezzando 75 euro di parrucchiere.
«Quei pantaloni ti appiattiscono il culo.»
Clùnk.

«Stasera ho messo il perizoma nero…» flauta maliziosa per strada.
«OH MERDA, E’ USCITO ASSASSINS CREED 2»
Clùnk.

«Ti va se andiamo a vedere una mostra?»
«Ha ha ha haha ha ha ha»
Clùnk.

«Ti amo.»
Rutto.
Clùnk.

Il brillante conversatore da discopub diventa un tizio sovrappeso che passa loro davanti grattandosi la pancia scorreggiando. Si mollano. Famiglie imbarazzate, amici dissolti, rubriche rase al suolo, madri in lacrime: quasi trent’anni e ancora nessuno schizzo utile? Tra qualche anno le sue amiche staranno già divorziando e lei non avrà neanche il coraggio di aprire il suo profilo facebook.

Si guardano allo specchio, tutto sommato non sono da buttare. Convocano l’amica troia, autoradio a palla, entrano nei locali con l’incedere degli antichi gladiatori che ritornano tra i miseri mortali. Spalancano le porte mentre nella volta celeste tuoni e lampi illuminano

VENTENNI.

Pelle di pesca. Cuore in tempesta, occhi d’innocenza, sangue di lava e culi di marmo. Templi viventi della fertilità, ninfe jailbait di passione, potenza del tempo, Viagra di Dio. Ventenni. Dee colorate, rabbiose, felici, commosse, emotive, drogate, ubriache, eccitate, entusiaste. Piccole donne sui tacchi che traballano in centro di sabato pomeriggio, grandi bambine che ridono per il solo fatto di essere vive. Ogni centimetro del loro corpo è impegnato a comunicare una sola cosa: la Natura comanda io mi riproduca adesso.

Solo una trentenne sa come si sente, oggi, un’azienda che produce fax.

Sapendo di non poter competere con delle dee pagane in qualità puntano sulla quantità. Abbassano gli standard, tolgono la selezione all’ingresso mettendo in campo l’esperienza: un uomo va dove scopa prima, non dove scopa meglio. Così il loro buco più sacro da castello delle fiabe diventa privèe, da privèe diventa club, da club diventa discoteca, da discoteca si passa al McDonald e da lì è tutta dritta, guardi, svolta a sinistra e arriva a Roma Termini in un attimo che c’è l’happy hour.

C’han più cazzi per casa che spazzole in bagno.
Trombamici, rimorchiate alcoliche, vibratori, colleghi, mia-familia-povra-aiuta-mia-familia, ex compagni di scuola, personal trainer, baristi, postini, banane. Ognuno di noi ha attraversato le trafficate lenzuola della fase sono pazza e libera, ovvero quando ti trovi ad infilare il tuo pene dentro un’isterica schizoide che oggi ti vuole come amico, domani in lacrime urla il tuo nome sotto la pioggia, nel weekend ti sussurra “dai vienimi in faccia” e lunedì sostiene che deve stare un po’ di tempo da sola.

Poi arriva S.Valentino: tre messaggi, tutti da uomini impegnati.
Tante grazie, Sex and the city.