Per “ingenua” non intendo le universitarie che nel 2012 deridono quella che non ha ancora provato la doppia penetrazione. Era ingenua del tipo “se nei film la gente vola si può volare davvero”.
Quando al cinema sbarcarono i primi film su arti marziali e combattimenti vari ai monaci del tibet iniziarono a piovere lettere che supplicavano di imparare a lanciare onde energetiche, fermare spade con le mani e saltare cascate. A nulla valsero le smentite o le notizie sui giornali di un idiota che si era ucciso tentando di fermare un treno col pensiero. La gente voleva credere a quello che aveva visto al cinema perché lo aveva visto. Si chiama wishful thinking: ciò che vorresti fosse vero, che sarebbe bello fosse vero, diventa vero.
Nel 2005 tra un gatto che suona il pianoforte, una petizione online ed un documentario indipendente che smaschera complotti iniziano a circolare video di tizi che fuggono da una parte all’altra della città eseguendo piroette, capriole, balzi spettacolari. “Ooh, merdaviglioso, ma km fanno?!” si domanda il popolo. La risposta “con il montaggio” non viene presa in considerazione. No, da qualche parte nel mondo devono esistere uomini che impiegano le loro giornate a correre per le città imparando a dominare gli elementi urbani. Guerrieri della notte, acrobati, ladri guasconi che scippano i ricchi per poi sparire nella giungla di cemento rimbalzando tra carcasse di automobili e palazzoni abbandonati. I video raggiungono un numero mostruoso di visualizzazioni.
“E’ lo sport del nuovo millennio” tuonano blogger ed opinionisti.
E’ vero.
Così come noi palestrati chiamiamo sport quello che in realtà è il più bieco narcisismo spesso condito da insicurezze e tendenze compulsivo ossessive, il parkour è il passo successivo. Non mi sforzo nemmeno di sollevare me stesso o un peso: fuggo. Sì, fuggo. La fuga come scelta di vita. La fuga nel senso più epico del termine. La fuga che oltrepassa buonsenso, intelligenza, razionalità, giudizio. La fuga che riporta l’uomo allo stato scimmiesco, quando davanti al predatore urlava “ho moglie e figli, mangiati loro” e fuggiva per chilometri ferendosi, mutilandosi e fratturandosi pur di essere altrove. La fuga del pianista della Costa Concordia, il quale appena sono saltate le luci è scattato attraversando la plancia facendosi largo a testate, ha guadagnato il parapetto massacrando coppiette, si è tuffato dall’undicesimo piano atterrando in acqua a cazzo dritto, ha percorso 150 metri a nuoto emergendo sull’isola con un sonoro “WAAAAA!” ed è entrato in un bar chiedendo se poteva telefonare a Schettino, che era ancora a bordo. Tempo totale impiegato, 3 minuti. In una sola azione quell’uomo ha polverizzato Usain Bolt, Tania Cagnotto e Federica Pellegrini. Questo è lo spirito del parkour.
Non deve quindi stupire che tale disciplina abbia origine dall’esercito francese.
– Anch’io posso essere così, dice il cicciottenne vergine.
– Fuggire, sempre, pensa la commessa H&M che ha lasciato l’università.