Le cose non smettevano di esplodere

Le cose non smettevano di esplodere

– Ehilà, com’è andato il capodanno? –

Questo mio amico è ricco. La passione di questo mio ebefrenico amico sono i fuochi artificiali, in cui arriva a spendere cifre superiori a due miei stipendi. Quest’anno non son andato da lui e mi mangio le mani, l’ho incontrato oggi mentre tornavo dal lavoro e mi ha raccontato cos’è successo.

A mezzanotte mancano pochi minuti, sono tutti molto ubriachi. Dado – chiamiamolo così – posiziona i fuochi nel suo giardino e ne delega un paio alla sua adorabile consorte, raccomandandole di piantarli bene nel terreno. E’ mezzanotte, e nel casino generale escono tutti. Dado accende i fuochi al buio del giardino. Tutto è bellissimo. Arrivato agli ultimi due, le scintille illuminano qualcosa che non va. Si gira, urla “tutti dentro! Tutti dentro!”. La gente vede la sua faccia e si scatena il fuggi fuggi generale. I due dardi piantati dalla consorte, praticamente due RPG, sono infilati nel terreno di tre-quattro centimetri. In pratica, la roulette russa.

Partono quasi simultaneamente.

Il primo, che chiameremo “Vagabondo”, si piega in avanti per la spinta e parte con un alzo di circa 45 gradi. VAGABONDO perfora la siepe, incendiandola, che ne devia la traiettoria verso il terreno. Attraversa la strada, finisce sotto una punto bianca ed esplode, facendola alzare di mezzo metro, distintegrandone la coppa dell’olio, annientandone tutti i vetri e annerendo la carrozzeria. Qui termina VAGABONDO.

La punto era di un suo amico.

Il secondo, LILLI, parte verso destra. Prende in pieno il lampioncino che viene disintegrato. Non si sa secondo quale principio della fisica LILLI a questo punto procede verso l’alto in una parabola a C. Torna indietro, e all’altezza del secondo piano si infila nell’unica finestra aperta, ove deflagra. Il boato all’interno della casa fa crollare il lampadario del salotto, che cortocircuita l’impianto elettrico. All’interno della camera da letto dove LILLI ha impattato vi erano i cappotti di tutti, un gatto, un televisore al plasma e qualche cianfrusaglia.

Lilli carbonizza tutto, fa a pezzi il televisore, incendia le tende e si desume abbia polverizzato il gatto, che è tutt’ora disperso. I pompieri arrivano e riescono ad isolare l’incendio che si stava propagando grazie al parquet. I danni sono pressoché incalcolabili. Con sguardo perso nel vuoto e la voce rotta fa:

– Nebo, ti giuro, pareva Sarajevo, le cose non smettevano di esplodere.
Sono riuscito a non ridere fino al mio arrivo a casa.

Aggiornamenti: han trovato un pezzo che potrebbe essere il gatto conficcato nel televisore. Non sto scherzando.