Gogne a cinque stelle, versione 2.1

Gogne a cinque stelle, versione 2.1

Sta andando avanti da settimane la storia della RAI contro il discorso di Fedez al concerto del primo maggio. Il popolo è incondizionatamente dalla parte del rapper, perché ha fatto nomi e cognomi di consiglieri di provincia, autori di dichiarazioni che è difficile definire se omofobe o vere istigazioni a delinquere.

I giornali gli vanno dietro in un afflato d’entusiasmo: Fedez è l’unico rimasto a fare politica, dicono alcuni. Fedez ha ragione. Altri – specie quelli intrecciati con l’amministrazione e il circolo RAI – sono più prudenti, dicendo che insomma, il concerto del Primo maggio non è il posto giusto per dire certe cose.

Il che è ridicolo: il concerto del Primo maggio fa polemiche ogni volta, sin dalla fondazione.
Alcune ridicole, altre più ridicole.

Basta pensare ai magici tempi dell’antiberlusconismo, in cui se non facevi almeno una dichiarazione sessista sulle Olgettine o una di bodyshaming sul presidente del Consiglio eri uno sfigato. Zelig era incentrato su Berlusconi, così come Colorado cafè o gli scaffali delle librerie. Quando è arrivato Beppe Grillo è stato il massimo del trionfo.

Peppe dava in pasto alla folla il suo cibo preferito: nomi e cognomi da linciare. Elencava politici condannati dal palco del V day e a ogni nome seguivano fischi e insulti; un abominio medievale da quarto mondo a cui avevano aderito cantanti e politici tra cui Fedez, che compose una canzone apposta.

E queste persone sognavano come “ministro di grazia e giustizia” una persona dalla fedina penale interessante quanto recidiva; recidiva perché pagare risarcimenti di 12,000, o 15,000 euro per diffamazione è una bazzecola rispetto agli incassi monstre che fanno le gogne.

È un calcolo che fanno anche le trasmissioni che spacciano linciaggi per giornalismo. Poi vengono querelate e pagano senza problemi, perché rispetto agli incassi derivanti da pubblicità sono il prezzo di un drink. Fedez quando ha messo alla gogna i consiglieri provinciali ha fatto LA STESSA IDENTICA COSA che ha ottenuto GLI STESSI IDENTICI RISULTATI.

 “Ma ha ragione! Quello che hanno detto i leghisti fa schifo!”

Oh, anche le Brigate rosse avevano ragione a prendersela con i padroni, in teoria. Peccato che nella pratica fossero una banda di fanatici assassini. Puoi avere tutte le ragioni del mondo, ma se usi il metodo sbagliato passi dalla parte del torto. Dire che gli omofobi/razzisti/sessisti vanno tutti ammazzati ti fa sembrare puro, duro, macho, progressista e oggi fa fare un sacco di like; se ammazzi una persona solo per le sue idee sei letteralmente un oppressore.

Quello che ha fatto Fedez è il problema, non la soluzione.

Non che sia colpa sua. Fedez come rapper aveva indiscutibilmente talento, e se un gigante come la Ferragni se l’è portato a casa significa molto. Credo davvero fosse spinto da buone intenzioni, ma come ognuno di noi è figlio di vent’anni di questo business milionario che si scrive “politica della gente” ma si chiama “diffamazione sistematica” grazie alla quale buona parte della popolazione ha perso qualsiasi rispetto verso gli organi d’informazione e rappresentanti; ha perso la capacità di trovare una propria filosofia politica e ha scelto di affidarsi a ciarlatani, farabolani, cospirazionisti e capipopolo.

La peggio stronzata scritta nei baci Perugina o nei meme di Mafalda è comunque meglio di “guarda cos’ha scritto/detto questo!!!! È una vergogna!!”. Perché è questo che è successo sul palco del 1°maggio: kondividete prima che cenzurano.

E io sono stanco di svuotare il mare con uno scolapasta.

Sono stanco di dovermi scontrare con stimaticolleghi di prestigiose testate che imbastiscono servizi, articoli e carriere su illazioni, speculazioni, diffamazioni o bugie spacciandoli per fatti. Stanco di capipopolo venerati come “vera politica” basata su gogne e vuoto spinto. Il vuoto del M5S. Il vuoto della Lega. Il vuoto delle Sardine. Il vuoto di Fedez. Il vuoto di bambinetti over 40 che si tirano i capelli, seduti davanti all’altare della patria, incapaci di fare mezzo castello di sabbia.