Camerati, riproviamo, stavolta con più brio

La fine della Lega va paragonata ad una bomba dentro un tombino di Calcutta. Tutto procede per il meglio: l’acqua è nel fiume, gli impiegati nei palazzi, le pubblicità sulle pareti e la merda sottoterra quando all’improvviso WHAM! La merda che tuo cugino ha cagato tre settimane fa decolla verso la finestra dell’ottavo piano, l’ultimo flusso mestruale di una tardona appare sul vetro di un’ape cross, la diarrea verdastra del chierichetto si fotografa sulla faccia di un cartellone pubblicitario. WTF, famiglia Bossi? Serviranno anni per pulire i residui di questa detonazione, ma ora le buone notizie: ne abbiamo trovati alcuni.
I lombardisti, o MNL, sono un movimento separatista il cui saluto è un modo brioso, accattivante e semi militaresco di fare gruppo. A voi verrà in mente la foto di Cristina Buonacucina di ritorno dall’Afghanistan.
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No.
E’ questa.

 

 

Il brio trasuda da tutte le parti. La tenebra che incombe da destra, il muro squallido da fucilazione alle spalle, la luce diafana, il blu tetro dell’uniforme, lo sguardo inflessibile, la bocca serrata, il pallore mortale ed il colletto sigillato mettono subito a proprio agio lo spettatore, che sulla sedia pregusta il momento in cui faranno irruzione gli infermieri, la DIGOS o un attore gay. Il protagonista specifica che non si tratta di uno scimmiottamento del passato, bensì di un modo spontaneo di fare squadra con “uno schietto e genuino sapore di militanza” [qui]

 

“Bella raga, ‘sta sagra è uno sballo”
E’ difficile stare a sentire cosa sostenga questo genio, perché è talmente innamorato della propria voce che per dire una cosa impiega lo stesso tempo che impiegherebbe Pannella a dire che ha sonno. Ai sempliciotti come me che hanno visto il Dottor Stranamore e credono lo “Hitler gruB” sia, come dice il nome, il saluto di Hitler, spiega che in realtà “è un saluto antichissimo che risale al medioevo germanico in cui i guerrieri salutavano il proprio re e che poi è stato ripreso dai nazisti, ma dai nazisti non è stato inventato”.
Perdìo, questo cambia tutto.
Trovo straordinario come i fanatici abbiano bisogno di attingere a roba del passato, vera o presunta che sia, per giustificare le loro più squinternate convinzioni. Nazismo, fascismo, la lega, le religioni, tutti sostengono di avere origini antiche ed eroiche per legittimare il loro disperato desiderio di isolazionismo che di solito termina con un foglio sul viso, le manette ai polsi ed uno stormo di fotografi romani che scattano ridendo. Qualunque persona normale sa che non importa se ti rifai ad un’idea del passato, se la stessa cosa l’ha già fatta qualcuno ed è venuta una merda tu sarai bollato come emulatore di una merda, non del passato. Certo puoi sperare che i tuoi seguaci non conoscano Adolf Hitler, ma questo ti renderebbe il leader degli scartati ai provini del Grande Fratello.
Andiamo avanti.
Dopo il saluto, la divisa. E’ costituita dalla camicia blu mestizia che il nostro eroe definisce “plumbea. Colore spartano, prussiano, militaresco, razionale, freddo, emblema di ferrea volontà”. Vi faccio un esempio di neo nazismo con e senza marketing nel 2012:

 

CON

 

SENZA

 

 

Il paradosso è che risultano entrambi esilaranti.
Sulla camicia plumbea il nostro spiega il significato delle patacche appiccicate sopra. Sul cuore troviamo la croce celtic lombardista, di cui non esiste traccia in alcun documento se non nella sua mente debilitata. A destra quello che pare la bandiera della Roma rappresenta il simbolo del cantone bergamasco. Sul braccio ecco una cara amica: l’aquila imperiale germanica della mitteleuropa, a cui – sempre secondo lui – la lombardia appartiene. Voglio focalizziate bene questo punto: la lombardia tedesca. Se andassi ad un aperitivo milanese e mi mettessi ad urlare “dovete diventare tedeschi!” troverebbero pezzi di me a galleggiare nei navigli, ma magari conosco i milanesi sbagliati. Gran finale sull’altra manica, dove appare il bisun viscontero, per quelli che proprio non sono stati attenti fino all’ultimo e l’avevano scambiato per una comparsa di Schindler’s list. Il resto è composto da una cintura nera, due pantaloni da lavoro neri e naturalmente di due – lustri! – anfibi neri, che non sono AS-SO-LU-TA-MEN-TE nulla di nazistoide, spiega, ma sono il completamento ideale di una divisa.
Bene. Ma di preciso, che vuole? Innanzitutto precisa che loro non sono un partito bensì un movimento (va un casino di moda, tra i pazzi) e non fa politica, ma cultura e movimentismo.

 

“WAS?”

 

. Movimentismo.
Dev’essere tipo la movida dei manicomi.
Mantenendo l’eloquio soporifero di un politico anni ’50 conclude l’intervento spiegando che loro vogliono solo la difesa e la salvaguardia del sangue e del suolo arian lombardo e lo faranno tra la gente, non da cattedre di tromboni che parlano come politici anni ’50. Su Youtube tra i pochi commenti appare una domanda: le donne possono entrare nel movimento?
Allacciate le cinture.

 

Dopo un prologo di un minuto e quindici secondi dove spiega che le donne sono importanti, che i lombardisti non vogliono relegarle in casa e sono ben consapevoli del loro ruolo societario (uh?) eccolo partire con il punto cruciale: come vestirle. La voce si fa spezzata, più alta, le sopracciglia viaggiano in un’apertura d’amore. Le divise saranno diverse, spiega, perché il ruolo dell’uomo e della donna sono diversi. Quindi dalla camicia blu desolato passiamo ad una camicetta bianca a maniche corte, abbinata ad un foulard rosso (niente plumbeo spartano, la fica in rosso spacca), una cintura, una gonna di media lunghezza nera, calze nere ed un paio di scarpe nere dal tacco moderato. Vediamo il risultato.

 

Non ho la sciarpa, ma le mutandine sono rosse, capo

 

La cosa deve pigliarlo bene, perché dopo questa attenta descrizione è costretto ad asciugarsi la bava (qui). A quel punto spiega che non vede l’ora le donne si presentino a fare tutto quello che il movimento lombardista chiede loro di fare per il benessere loro e del popolo lombardo. Questo cazzo non si succhierà da solo, tesoro.
Sul loro sito trovo i punti del loro programma, che va oltre ogni immaginazione. Va dalla difesa etnica del popolo lombardo, niente cazzi negri nè passere sudamericane, al radere al suolo qualunque forma di civiltà riportandola al medioevo coi carri, gli aratri e le capanne di pietra e fango, fermando la cementificazione selvaggia che tanto nuoce alla vita umana con eresie tipo autostrade, ospedali, condomini. Non manca il punto della lingua, ovviamente. E’ d’uopo ripristinare la lingua di mezzo secolo fa togliendole 500 anni di “oppressione linguistica fiorentina” e ripulendola “dalle ridicole toscanizzazioni degli ultimi tempi”.
E’ straordinario come questa gente riesca ad inimicarsi le regioni culturalmente più potenti della terra in così poco tempo.
A seguire, tradizioni lombarde a rotta di collo. La loro indole è “laboriosa e fedele”. Sognano una Contea dove le donne non guardano le spalle del vicino di casa, dove tutti lavorano quanto te, dove nessun futuro ignoto minaccia il tuo insicurissimo presente e gli aerei non possono volare nel tuo spazio aereo.
Conclude dicendo cacca della globalizzazione ed auspicando un futuro sotto la solida guida di un’Europa dei Popoli – cito sempre – fiera e emancipata che sappia essere faro di civiltà per tutto il pianeta.
Su Facebook il gruppo dei Lombardisti piace a 189 persone, tutte accuratamente schedate dai carabinieri. Tuttavia a guardare la cronologia del loro canale su Youtube noterete che ad ogni nuovo filmato c’è una minuscola differenza.