Ario entra in politica e mi rilascia un’intervista

Ario entra in politica e mi rilascia un’intervista

 

«Raccontami com’è cambiata Mestre»
«Mah, i divertimenti sono gli stessi, è diversa la classe dirigente. La Grande Purga del 2018 ha cambiato tutto. L’eroina oggi è Marghera, abbiamo perso il primato di capitale dei morti. Adesso il giro grosso è lì, gente d’ogni fede e sesso che si droga sotto il sole, socializza, si spara, tutto grazie ai nuovi imprenditori cosmopoliti. Mestre dovrà inventarsi qualcosa per riuscire a stare al passo. Per quanto riguarda chi invece della droga sceglie la vita, sì, c’è il Terraglio, storica eccellenza mestrina. Possiamo dire che è il nostro Colosseo. Certo, anche qui Marghera avanza; hanno saputo vedere il futuro. Finché noi mestrini ci trinceriamo dietro la rassicurante prostituzione casalinga continueremo a vivacchiare. Si sta vedendo un’impennata vuoi per la quarantena, vuoi per una clientela più esigente che cerca la moglie fedifraga, lo studentello prestante, l’universitaria non pro. Insomma, il degrado nazionale sopravvive grazie all’artigianato del bucchino.»

«Come hai passato il lockdown?»
«Ho viaggiato. Viaggiare apre la mente, ti fa scoprire culture diverse, t’insegna l’umiltà.»

«Come sarebbe? Ario, era tutto chiuso.»
«No, no, i trip ce li procurava un mio collega. Ogni sera nel locale dei contatori del mio palazzo ci mettevamo ad ascoltare musiche mistiche e via verso nuove destinazioni. I palazzi di ghiaccio su Alpha Centauri, le riarse pianure di Marte, il parco del Piraghetto…»

«Va bene, parliamo della qualità della vita»
«Siamo nella media. Di recente si parla di riqualificare il Pertini, com’è che hanno detto? Tipo interventi mirati al target di popolazione anziana indifesa di fronte alla presenza di barriere architettoniche. Ma io dico, comunque offrono un riparo durante le sparatorie. I cittadini hanno tentato di spiegarlo ma niente, quelli al potere capiscono solo “più aree cani”. Intenderanno quelli della cinofila, vai a sapere. Si potrebbe pensare a un gilet da pescatore in versione antiproiettile, ma io ormai sono padre di famiglia, certe cose mi riguardano sì e no. Sono i giovani che dovrebbero credere nell’Italia e investire.»

«Nei giubbotti antiproiettile?»
«No, no, investire i vecchi. Arrotarli, uno per uno. Vrooom e via dritti. Largo ai giovani.»

«Diresti che Mestre è una città per famiglie?»
«Assolutamente! Mio figlio è in prima elementare e già mi regala soddisfazioni. Pensa che ieri han chiamato da scuola perché ha rubato un astuccio. Gli ho sempre insegnato che le cose importanti della vita di solito appartengono agli altri. Loro non sembra ma ascoltano, guardano, imitano. La mia ex moglie mi fa “devi andare a parlare con la maestra”. Lei, capito, che passa le domeniche a saltellare sui camerieri. Scusa, se hai tempo di giuocare alla liana rosa c’hai tempo di andare a parlare con quella che voleva cambiare il mondo studiando scienze della formazione, io ho da fare.»

«Cos’ha da fare uno come te?»
«Sto valutando la politica.»

«Ario, tu che hai sì e no la terza media?»
«Cosa c’entra, un politico non è un tecnico. Il compito di un politico è prendere i muggiti analfabeti dei drogati, i ghirigori in stampatello separati col puntino degli operai, i cartelli a lutto che amano fare i commercianti e tradurli in una lingua comprensibile per il governo. Prendi quella banda di ladri in centro, hai presente? Son trent’anni che fanno ‘sti cazzo di cartelli a lutto è morta la democrazia, è morto il commercio, è morto l’artigianato, e ogni domenica a inscenare i funerali. Chi se li caga? Nessuno. Ma se prendi due bei trans, gli metti una telecamera davanti, tiri fuori il cazzo e dici “ora t’inculo come c’incula lo Stato”; tempo 72 ore siamo sui giornali nazionali. A questo serve un politico.»

«Che credibilità pensi di avere con il tuo passato e la tua fedina penale?»
«Io? Credibilità? A cosa serve?»

«A essere votato.»
«Ma a me frega cazzi d’essere votato, io voglio far conoscere i problemi di Mestre al resto del paese, stargli tra le balle finché non si decidono a capire che il vero business dell’Italia è la droga, la prostituzione, la ricettazione, il malaffare! Se non lo faccio io quei ritardati continueranno a guardare i conti e a dire “oh fioi arriva la crisi economica, gli italiani non guadagnano, il lockdown ci ha uccisi”. Ma cosa? La bucchina del terzo piano faceva ballare il materasso sei giorni su sette, in condominio c’era la coda per le scale che manco a Gardaland. Son pure venuti i vigili, sono stato io a spiegargli che in realtà erano tutti commercianti in coda per gettarsi dal palazzo e che io li dissuadevo uno per uno. Poi gli ho lasciato il biglietto da visita e se ne sono andati.»

«Hai un biglietto da visita?»
«Sì, ho le banconote da 200, quelle gialle. Sopra ci scrivo Ario el mejo in piccolo.»

«Temo la tua carriera politica avrà poco futuro.»
«Almeno potrò guardarmi allo specchio e vedere un tossico che ci ha provato.»