Quando negli anni ’90 arrivarono i bestiali ritardati di Satana

Quando negli anni ’90 arrivarono i bestiali ritardati di Satana

È il 1990 in un paesino di provincia.
Una compagnia di ragazzini drogati, dato che la figa li evita, fonda una band di metallo pesante. Per sentirsi legittimati vanno in un pub a Milano coi teschietti e le ragnatele finte. Si drogano, bevono, si drogano, farneticano del diavolo, si drogano ed eleggono il loro leader, Grande Contado, unico dei presenti in grado di leggere e scrivere. Grande Contado decide di sottoporre i propri accoliti a delle prove di coraggio via via più idiote.

Si parte dal bere un’intera bottiglia di acqua gasata d’un fiato senza ruttare, con tragiche conseguenze. Poi si va in crescendo. Uno si getta da un ponte e atterra in piedi nella fanghiglia. Altri devono bere il sangue delle caprette del vicino. Altri si devono drogare moltissimo. Altri si fanno tatuaggi, piercing, tagli, uno addirittura decide di incidersi nella carne il pentacolo demoniaco e lo invia agli altri in cerca d’approvazione.

«Grande Contado, ammirami: stanotte ho inciso sulla pelle il mio amore per Satana.»

«Paolo sei uno stronzo, questa è la stella di David.»
«David Beckham? Il calciatore?»
«È la stella degli ebrei, imbecille!»
«Beckham è ebreo?!»
«NO TU SEI STRONZO, PAOLO»

La vita procede verso il sert tra pentacoli mistici, droghe psichedeliche e seghe, finché Grande Contado scopre che Grezzina, la sua unica ex bipede, ha osato mettersi con un altro; Poldo, un ventiseienne disoccupato con la passione delle droghe pesanti, l’adorazione dello diabolo e la paghetta settimanale. In preda ai deliri dell’LSD, Grande Contado sancisce che Grezzina è la reincarnazione della madonna e dunque va assassinata.

I contadanisti non trovano obiezioni valide.

Il piano iniziale è sfidare Grezzina e Poldo a una prova di coraggio: dovranno restare dentro un’automobile in fiamme e fuggire un istante prima che esploda. Essi acconsentono perché… bè, perché anche concentrandosi in due non trovano un motivo valido per rifiutare. Il Grande Contado fa mettere dei petardi nel serbatoio della benzina. La macchina prende fuoco. Dopo una decina di minuti il fuoco si spegne, i due si stufano ed escono. Al bar con le bare di poliestere e gli scheletrini di plastica, purtroppo, c’è scorno e delusione.

Grande Contado se ne esce con un piano alternativo: condurre la madonna 2.0 e Mr.Produttivo nei boschi, poi trucidarli. Poldo e Grezzina ricevono quindi l’invito a presentarsi senza cellulare in un bosco nel cuore della notte con la raccomandazione di non dirlo a nessuno. I due innamorati accettano perché… bè, perché che c’è di male? Arrivati nel nulla trovano i contadanisti con dei coltelli in mano e una fossa già scavata. Li uccidono e li buttano dentro, poi Grande Contado ci piscia sopra.

«Capo, non dovrebbimo cancellare le tracce?» domanda un grezzo.
«No, no, domani vieni qui e versi un flacone di ammoniaca in giro e si crea un campo magico di invisibilità, l’ho visto su CSI.»
«Pale e picconi li portiamo via?»
«Noo, quelli li porta lo diabolo.»

Il padre di Poldo, non vedendo il figlio rincasare, fa domande ai contadanisti. Loro gli dicono che Poldo e Grezzina sono partiti per l’Europa in fuga d’amore. Il padre è scettico, calcolando che suo figlio non è mai uscito dalla campagna e gira con 1500 lire in tasca e tre MS senza filtro. Va dalla polizia e riferisce.
«Eh, sarà così» dice il poliziotto senza staccare gli occhi dal televisore «Ai ragazzi ci piace viaggiare.»
Anni ’90, veery nice!, canticchia la TV.
«Scusasse, potrebbi parlare col questore?» domanda il padre.
«No, sta in TV a parlare di dittatura sanitaria.»

Per i successivi sei anni il padre gira l’Europa in cerca di suo figlio mentre nel paesino partono per lunghi viaggi operai tossicodipendenti, motociclisti, prostitute e studenti; macchine prendono fuoco, c’è un’improvvisa moria di capre, appaiono simboli del cazzo tipo pentacoli e corna dovunque e i contadinisti hanno un’improvvisa disponibilità economica che gli consente di andare in vacanza e fare feste. Nessuno ci da peso.

La cumpa del Grande Contado è ormai allo sfascio più assoluto e distrutta da sostanze stupefacenti. Due membri vivono in uno chalet nel bosco, invitano una tizia per un threesome, ma essendo a corto di esperienza nel dubbio le sparano in faccia. In preda al panico chiamano Grande Contado, il quale arriva strafatto e vede la ragazza morente.

«Mi fai schifo, non sei nemmeno riuscito ad ammazzarla» dice.
«Eh figa scusa se a me i teschietti di plastica non hanno insegnato le basi.»

Grande Contado barcolla in giardino con la moribonda e la seppellisce lasciando fuori braccia e gambe, poi se ne va. La sua missione è compiuta. Raggiunge la fidanzata che è piena di alcool, eroina e cocaina, e decidono di farsi un giro in campagna con la loro Punto. Salgono su un ponticello e si incastrano, a quel punto Grande Contado fonde il motore tentando di disincastrarsi, poi fugge a piedi nella campagna in cerca di qualche contado da sequestrare, attraversa il ponte e gira a destra.

«Buongiorno.»

In stato d’agitazione spiega ai militari che venti, forse trenta uomini li hanno assaltati per sdrupare la sua fidanzata, ma egli ha resistito alle armate di Mordor conducendoli su un ponte stretto, dove il loro numero non contava niente, e una volta lì ha fatto strage dei bruti. Terminata l’arringa vomita e sviene. I Carabinieri raggiungono la Punto dove trovano la fidanzata collassata con la schiuma alla bocca. Portati all’ospedale, lei urla che hanno ammazzato questo e quella e che ci vorrebbe proprio un pippotto per riprendersi. Le indagini consistono nell’andare qui e lì, fotografare, mettere le manette e condurre gli idioti in questura.

Nel 2004 comincia il processo.

L’avvocato difensore chiede subito al giudice se è possibile sentire il parere di un esorcista, indispensabile per capire se questi ragazzi erano in grado di intendere e di volere oppure erano in preda a una possessione demoniaca. Il pubblico ministero invece, forte del fatto che stringe a sé un crocifisso, percepisce nell’aria “la presenza del maligno”. Tutto vero. La notizia della setta diabolica fa il giro del mondo, così al processo arrivano addirittura le telecamere della CNN. I giornalisti italiani martellano intervistando preti, esorcisti, raccontando dell’incombente minaccia, tra i giovani, dei giochi di ruolo e soprattutto dei violenti videogiochi per computer, capaci di avvicinare i fanciulli al diavolo.


Dopo un mese la gente si rompe i coglioni.
Ma non i giornalisti.

Per loro quella storia è lo scoop del secolo. Peccato che tanto per cambiare sono arrivati tardi e quello che hanno trovato non somiglia affatto a uno scoop, quanto a un abisso di ignoranza, imbecillità, incapacità, nullafacenza, lassismo, disinteresse e superstizione. Quindi hanno un’idea: mentire senza vergogna.

Nel 2006 fanno apparire strani testimoni irriconoscibili, ma che a differenza dei contadinisti parlano in uno splendido e aulico italiano pur dicendosi zappaterra. Essi raccontano di un fantomatico terzo cerchio di mandanti, ricchissimi e internazionali, che avrebbero assistito ai riti. Perché notoriamente Epstein&Co. affiderebbero la propria reputazione a tre drogati analfabeti in provincia di Varese che s’inculano le capre e infilano mortaretti nei serbatoi delle utilitarie. Purtroppo, a differenza delle redazioni, l’Italia non vive più nel 1950 ma nell’epoca di Internet. Il tentativo di millanteria funziona vendendo documentari negli Stati Uniti, che essendo la patria del ritardo mentale li comprano entusiasti.

In Italia viene snobbato perché a differenza delle redazioni, siamo usciti dal medioevo.