Lost



C’era un vecchio maestro di karate, i bulli della scuola, la ragazza ed alla fine era tutto un sogno. Lo rapivano gli alieni ma lui riusciva a liberarsi e ad atterrare in america e quando tutto sembrava perduto tornava indietro nel tempo. Tutti avevamo amici del genere. Ricreazioni intere ad ascoltare le loro storie, dicevano il colpo di scena sgranando gli occhi con un sorriso compiaciuto ed alzando la voce: «Mi sveglio nel mio letto perché ERA TUTTO UN SOGNO». Siamo degli anni ’80. Abbiamo avuto cartoni animati inventati da cocainomani. Sappiamo tutto sul sovrannaturale e conosciamo ogni minimo escamotage narrativo. Sfido qualsiasi stronzo a stupire una generazione che reputava normale la venuta dell’uomo calendario ed il suo Cosmopavone. Matrix è riuscito. Il Sesto Senso pure. Questo non vi autorizza a pensare che siamo affetti da amnesia.

Lost è partito che era la bomba atomica.
 
Scaricavo la puntata, arrivava Vegeta con l’USB e ce la andavamo a vedere a casa sua con Steo, il mio batterista, a colpi di soppressa, cabernet e Doriano. Quando iniziò la seconda serie avevamo gli occhi fuori della testa. Notti a fare ipotesi, ragionamenti, deduzioni. Perché? Perché i numeri? Provammo a metterli su un orologio, comprammo libri sul feng shui, studiammo organigrammi egizi con crescente preoccupazione perché oggi, o domani, tutto sarebbe stato svelato. Non accadde mai. Gli sceneggiatori dovevano sentirsi enormemente furbi mentre continuavano a buttare legna sul fuocherello che stava scaldando una nazione infreddolita. Quando crearono la statua con quattro dita dovevano essere all’apice dell’orgasmo più bello della loro vita, un falò gigantesco che ardeva illuminando tutto il globo. Poi arrivò qualcuno e disse che era ora di spegnere il fuoco, o almeno di ridurlo. Che bisognava cominciare a dare delle risposte.

Presero tempo usando l’arma segreta.



 



Michelle Rodriguez. Per tutta la seconda serie io stavo a bocca aperta davanti allo schermo mugolando come un animale e sbavando come un lama. A fine puntata rispondevo alle domande dicendo “huh?”. Non l’ho mai capita bene, la serie con lei. Ogni volta che appariva sullo schermo il sangue defluiva dal cervello per spostarsi in posti più utili. Siccome ovunque questa donna appaia le banche del seme si moltiplicano a vista d’occhio, gli sceneggiatori le fanno sparare prima che sia troppo tardi. Morale, Lost è finito che “2 girls and 1 cup” al confronto è bello da vedere. 

Oggi riparte, ed il titolo della puntata poteva essere AAAGH perchè aagh è quello che pensano gli sceneggiatori facendo muovere i protagonisti. Nessuno capisce niente. Gente morta che riappare, gente che scompare, incoerenze e proprio mentre hai le mani sulla testa a guardare questo orrore incomprensibile tra flash forward, flash back, visioni, sogni e realtà… ecco lo spoiler su come gli sceneggiatori hanno deciso di risolvere i problemi: c’è la macchina che torna indietro nel tempo. Uno sciopero perché volevano più soldi. Adesso tocca ai manager scioperare perché vogliono più originalità.

Yoo-hoo, McFly.