La vera trama di Robocop

Buio. Samuel L. Jackson recita un paio di scioglilingua ed esordisce con una domanda che tiene sveglio ogni uomo sulla faccia della Terra: «E se vi dicessi che perfino il più malfamato quartiere americano potrebbe diventare completamente sicuro? Se vi dicessi che si potrebbe raggiungere questo obiettivo senza rischiare la vita di un singolo tutore dell’ordine?»

Silenzio drammatico.

«Sono Samuel L. Jackson in completo Gucci. Benvenuti alla mia trasmissione»

Parte uno splendido logo in 3D, animazioni in 3D, scenari 3D, lucine di Prometheus 3D che faranno da cornice a personaggi più monodimensionali di Jerry Calà.

«E’ con noi il generale Incapacis dalla sala operativa del Pentagono. Generale Incapacis, bentornato!» sorride Samuel.
«E’ un piacere, negro liberato» risponde il militare da una finestra digitale. Ha il pettorale sinistro dell’uniforme coperto di badge. Si riconoscono l’onorificenza “medaglia al valore per aver premuto un tasto”, “10 videocassette riportate in orario”, “5 anni senza milkshake” e la lustrissima medaglia “12 mesi senza autodistruzione”.
«Grazie per l’inedita possibilità di assistere all’operazione Freedom!» dice Samuel, aprendo un’altra finestra collegata a Teheran. Per strada dei mostri metallici metà alien e metà terminator girano per casupole di melma&merda puntando fucili su chiunque non abbia mai mangiato un McChicken. Un padre di famiglia abbraccia il figlio, si mette una cintura esplosiva e viene sparato contemporaneamente da un caccia, un terminator, un bipede alto tre metri e un soldato. Il figlio esce con un coltello e viene liofilizzato dai mitragliatori di un aereo. Il collegamento si interrompe.

«E’ fantastico vedere delle macchine americane che aiutano a portare la pace e la libertà nel mondo» sorride Samuel, eccitato «una volta lì ci sarebbero stati uomini e donne americani a rischiare la loro vita. Generale Incapacis, possiamo avere un suo commento?»
«Bè, vedi, abbiamo avuto il Vietnam. Avevamo aerei, armi batteriologiche e portaerei, ma dei contadini con capanne di fango ci hanno sconfitti. Poi l’Iraq. Avevamo aerei stealth invisibili ai radar, ma dei cammellieri armati di Liquidator e fionde ci hanno rotto il culo lo stesso»

«Ma ora l’America…» suggerisce Samuel, sulle spine.
«Aspetta, ho appena iniziato. Poi c’è stato Beirut. Avevamo speso miliardi per infiltrare la CIA e ce li hanno sgamati tutti durante l’operazione “pizza hut”»

«Una… una soffiata di un traditore, immagino»
«No, loro proprio se lo dicevano al telefono e poi si presentavano a parlare di cose segrete in impermeabile e occhiali da sole nei pizza hut di Beirut. Erano gli unici clienti da tre anni»

«Un caso, senza dubbio»
«Un caso di ritardo mentale, ma fammi continuare. C’è stata la volta che invece di scortare Hillary Clinton sono tutti andati in puttan tour e hanno tentato di non pagare dicendo “siamo della CIA” così le puttane sono andate a batter cassa alla Casa Bianca. Poi c’è stato l’Afghanistan. Aerei senza pilota governabili dall’altra parte del mondo, l’addestramento per cui ogni SEALs ci costa come produrre la trilogia del Signore degli Anelli. Ognuno di loro è dotato di armi ed equipaggiamento d’avanguardia, monitorati 24/7 da satelliti e droni»

«E…?»
«Niente, quattro pastori sodomiti ce ne hanno accoppati 21 con un petardo da 20 euro dopo averci detto “provate ad andare lì, lol”. Abbiamo perso anche lì. Segue la cyberguerra con la Cina. Eravamo blindatissimi. Ogni iPhone ha un microchip collegato ai servizi segreti USA. La CIA ha in mano tutti i social network e tutti i provider di email. Abbiamo speso miliardi di dollari per sapere quale adolescente scopava con chi, ma un nerd ci ha sputtanati worldwide in cambio di un Mars e una coca piccola. In sostanza, abbiamo perso anche la guerra su Facebook. A questo punto abbiamo capito che il problema sono gli americani»

«In che senso?» fa Samuel, confuso.
«Siamo stupidi come la merda. Se sostituissimo le forze dell’ordine americane con delle scimmie del borneo otterremmo le stesse prestazioni. D’altra parte pensaci, Samuel: davanti all’asilo di tuo figlio preferiresti un robot che non sa distinguere una tazza del cesso da un cinghiale o un poliziotto americano?»

«Bè, secondo m
Titolo del film.

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BROBOCOP

 

Dopo questo coinvolgente prologo Avatar Pacific rim Elysium Pathfinder John Carter Robocop inizia con un’inquadratura del protagonista, Alex, che muove molto le possenti spalle entrando nella centrale di polizia  e dimostrando subito allo spettatore che lui è giovane, bello, eterosessuale, ribelle e spaccone. Entra, si prende a pettàte con altri bro con dialoghi eccezionali tipo “è personale? Hai qualche problema?”, i bro sono dei beta e se ne vanno, lasciando Alex a parlare con il capo della polizia, una donna.

«Ok, bro» dice lei «hai dimostrato di essere un bro. Ora raccontami qualcosa da bro»
«Niente zia, stavamo infottati col nigga che aveva un fucile uelamadonna, io gli punto la pistola, tutti si puntano la pistola e tac, scatta l’indizio, allora noi bruuuum bruuum e ci becchiamo col capo gangsta ma bang bang bang bang bang» fa Alex.
«Con ‘sta storia m’hai sfondato l’acquedotto nelle mutande, bello» fa la donna «ma vacci piano»

Nella sede dei produttori di droni l’atmosfera non è allegra.
«La gente non vuole i terminator per le strade» dice un creativo «è strano. Non hanno visto il film?»
«Stiamo calmi» medita il capo «useremo la tecnica del politicamente corretto hollywoodiano. Funziona sempre»
«Non la seguo»
«Metti uno che è metà e metà, tutti stanno zitti. Avatar? Si tromba la puffa blu e sta coi selvaggi, ma è un Marines. Pathfinder? Si tromba la tipa sporca e sta coi selvaggi, ma è vichingo. John Carter? Si tromba l’aliena e sta con gli alieni selvaggi, ma è un cowboy. Superman? Si tromba l’umana e sta con gli umani, ma è un alieno. Obama? E’ negro e fa il simpa, ma è pur sempre figlio dell’1%. Noi metteremo uno che ha la faccia da umano, ma è un terminator. Semplice. Diciamo alla gente che lui SA cosa si prova a bere Monster e portare il cappello a visiera al contrario sotto il sole e loro lo ameranno»
«GENIO!»

Ora siamo in un centro disabili. Mutilati di ogni sorta fanno riabilitazione. Il dottor Ritardia sta spiegando a un mutilato con una chitarra che oggigiorno va molto di più la musica elettronica, quando si presenta il capo produttore, deride lo storpio e dice al medico di costruire brobocop. Il dottor Ritardia indice un reality per reclutare il miglior rottame umano possibile. Quelli del marketing droni gli mostrano diapositive rotten.

Click.

1

«Questo è un poliziotto del New Jersey. Ha mangiato da schifo fino ad avere la gotta, non l’ha curata e hanno dovuto amputarlo. Ora è grasso a mostro senza gambe»
«Mi serve un terminator, non un pouf da salotto. Prossimo» fa il dottore.

Click.

2

«Questo è uno che guidava a fari spenti nella notte per vedere se è poi così difficile morire»
«E a quali conclusioni è giunto?»
«Sì, è difficile. Sono dieci anni che pare un quadro dadaista»
«E cosa faccio, lo monto su uno snowboard per lanciarlo addosso ai criminali? Prossimo»

Click.

3

«Questo guidava la SWAT nel Minnesota. Un figo tutto muscoli ma passivo aggressivo. Dopo un pomeriggio a fare shopping con la moglie si è lanciato una granata sotto i piedi per protesta. Ha funzionato, come vede»
«Hmmm. Non avete qualche idiota senza futuro che fa risse nei bar?»
«No, dottore, li hanno tutti fatti ufficiali di marina. Non ha visto Battleship?»
«No. Prossimo»

Click.

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«Questo è Stephen Hawkin. Uno intelligente»
«Ma allora siete deficienti!» sbotta il medico «ci serve qualcuno psicologicamente equilibrato tipo i piloti dello Jaeger, gente tutta muscoli, disobbediente, psicologicamente ottusa e dotata di incapacità relazionali e grilletto facile. Voi dareste poteri fisici illimitati a questo… coso?»

Intanto, Alex the bro torna a casa dove ci sono due manichini con scritto a pennarello MOGLIE e BAMBINO. Bro beve una birra, bacia la testa del manichino BAMBINO, tromba in modo sexy il manichino MOGLIE, fuori parte l’antifurto della macchina, esce, la macchina esplode. Ospedale. Il dottor Ritardia mostra le foto sanguinolente al manichino MOGLIE.

«Vede, signora, suo marito è ridotto a un attaccapanni» dice il dottore, illustrando il corpo martoriato di Alex Bro. Una moglie vera sarebbe inorridita e sconvolta, vomiterebbe sul pavimento e urlerebbe in lacrime di toglierle da davanti quella roba. MOGLIE emette sospiri. Non si scompone nemmeno alla notizia che il pene di bro è un lontano ricordo, giacché è stato grattato dal marciapiede mezz’ora fa.

«Ma possiamo salvare suo marito!» esclama il dottore, serio.
«Cosa-voi-salvare-di-preciso-?» domanda MOGLIE.
«Bè, l’unica parte che era già da buttare prima dell’attentato: il cervello»

Bro si risveglia nel corpo di Terminator. Il dottor Ritardia lo guarda con orgoglio. Bro fa la stessa cosa che fa qualunque bro, ossia lo mena, spacca cose e corre via, esattamente come Avatar. Dopo aver dimostrato che è un impulsivo idiota come i piloti di Pacific rim e che la sua collocazione psicologica è “hai guardato la mia donna? Hai problemi?” lo riportano in laboratorio davanti a uno specchio e lo smontano. Tipo Ironman, solo che invece dell’armatura ci sono i componenti di Jeeg. Bro guarda abbastanza inorridito il suo corpo smembrarsi finché gli rimangono la testa, i polmoni e la mano sinistra.

«Scusi» domanda Bro, stringendo gli occhi «ma la mano sinistra?»
«Sì» gongola il dottore «ti abbiamo salvato anche quella»
«Ma perché?»
«Buttarla era peccato»
«Avete buttato via intestino, fegato, reni, milza, cuore, pancreas, stomaco, un braccio intero, una gamba intera e la mano faceva peccato?»
«Così ti fai le seghe»
«Ma se al posto dei coglioni c’ho la versione BDSM di Ken della Barbie, cosa masturbo, il tasto accensione?»
«Ci abbiamo pensato dopo. Sai, gli stagisti… però volendo ti puoi mettere uno strapon»
«AH, STUPENDO, GRANDI ORGASMI ALLA MANO SINISTRA!»
«Pensa a tua moglie. Il sesso è dare, prima che ricevere»
«Dottore, a spanna peso come un B-52, l’unica cosa che posso scoparmi è un carroarmato»
«Può stare sopra lei. Basta che ci avverti prima che disattiviamo le telecamere interne, o la fica slabbrata di tua moglie finirebbe trasmessa in streaming all’Interpol»
«Cazzo, romantico a bestia! “Tesoro, scusa un attimo, prima di scoparti con un pezzo di plastica devo compilare il modulo per la privacy, yo-ho, mondo? Vorrei chiavare, posso? Autorizzazione negata, tesoro, devo guardare negri che s’ammazzano. Tieni lo strapon, fai da sola”»

«Senti, passiamo alle cose serie: devi diventare un supersoldato o resti qui in Cina»
«Io voglio la pensione d’invalidità e ritornare a casa»

Brobocop nei test si dimostra incapace di sparare a un terrorista senza curarsi del fatto che si sta facendo scudo di una donna, quindi lo collegano alla NSA che lo collega a Skype, Facebook e tutti gli account iTunes del pianeta. Ora brobocop ogni volta che vede qualcuno per strada sa che tipo di porno guarda, che musica ascolta, chi si scopa e quali status sarcastici ha pubblicato. Trovandosi in America, questa conoscenza lo trasforma in un mostro assassino che vorrebbe giustiziare sul posto chiunque. Per salvare la vita delle beliebers devono imbottirlo di psicofarmaci e si presenta alla folla festante, a Detroit, con la stessa espressività di Moira Orfei.

La gente sta per cagarsi sotto dalla paura, ma fortunatamente Hannibal Lecter, latitante da dieci anni, in un improvviso lampo di imbecillità ha deciso di assistere alla presentazione di un robot poliziotto in mezzo a poliziotti davanti alla centrale della polizia. Brobocop lo arresta e sono tutti contenti. Da quell’episodio gira in moto guardando la gente per strada e ricollegando indirizzi, amici, parenti, email, scansioni retiniche e corporali. Questo non preoccupa affatto la gente, anzi, li rende felici come gli abitanti della Germania comunista o della nord Korea.

Brobocop si mette a indagare sulla sua morte. Guarda cose, appaiono incomprensibili scritte rosse e tutto gli è chiaro. Sa chi è stato, perché e come. La deduzione, l’errore, i dialoghi, sono sottointesi. In meno di venti minuti smaschera i poliziotti corrotti, poi decide di ammazzare chi l’ha creato e lo tiene in vita grazie al classico tradimento del medico Ritardia che ripete “scientifico” ogni cinque minuti e questo basta a far capire che è uno scientifico. Finisce che bang bang bang bang e tutto il popolo convive con i droni felice e contento, perché non è importante la macchina, è importante l’uomo che ci sta dietro. Insomma, l’NSA è buona, tarallucci e vino per tutti. Comprate senza paura l’iPhone 5 e geotaggatevi. Se non vi fidate di Facebook usate Skype. O Instagram. O Gowalla. O Whatsapp. O un Nokia.

In sostanza, vivi o morti andremo con loro.
Recensione finale: una merda.