«Zlurg, me lo fai un kukkuni?»
«No»
«Perché non mi fai mai i kukkuni?»
«Perché tu non mi ami abbastanza, Slaarg»
«MA CHE KNORP, sono l’alieno più ricco e potente del pianeta! Solo oggi abbiamo spaccato il zoarp ai rettiloidi di Alpha Centauri, assaltato i bastioni di Orione e sottomesso miliardi di gonadiani, perché, PERCHE’ KNORP NON MI FAI I KUKKUNI?! Ti ho regalato sessanta orecchini di vero palinnio, due case con l’idromassaggio in ammoniaca pura, che altro vuoi?»
«Lo sai.»
«LA TERRA?! Perché knorp vuoi un pianeta dove non si respira?! Ci abbiamo già mandato i dinosauri una volta e son morti tutti»
«Ma adesso è diverso! Ora ci sono i terrestri, dei tizi che producono sostanze venefiche che però rendono l’aria respirabile per noi!»
«E se accoppiamo gli umani che avvelenano l’aria, mi dici come knorp respiriamo, dopo?»
«Non è questione di respirare!! Oh, perché voi maschi non capite mai? Se tu mi amassi spenderesti tutti i soldi che hai per produrre giganteschi mostri e invaderesti la Terra. Lo faresti anche sapendo che è inutile e che ci moriremmo tutti dopo cinquant’anni, se questo mi portasse tra le tue quattro braccia. Ma tu non mi ami, Slaarg»
L’alieno gorgoglia: «Se lo faccio mi fai i kukkuni?»
«Bè… forse»
«Va bene. Apriremo mille e mille varchi dimensionali, le nostre truppe sciameranno a migliaia travolgendo e sterminando quella specie che ci garantisce la vita. Per quei cinquant’anni che la Terra impiegherà a ripulirsi faremo una vita che lèvati. Vado»
«No… no. Oh, voi maschi siete così maleducati. Apri un varco solo.»
«Uno? E che ci faccio con uno?»
«La stessa cosa, ma con… tatto. Discrezione. Tanti varchi è brutto. Sembra sia un atto di odio e non di amore. Un solo varco, a cui magari darai il mio nome. Il varco Zlurg. Sarebbe romantico»
«DISCREZIONE?! Gli mandiamo bombosauri da 1900 tonnellate che devastano metropoli da milioni di abitanti però apriamo un varco solo? Che knorp di discrezione è?»
«Piano piano. Prima manda un mostro piccolo, poi uno medio, poi due grandi. Lo farai?»
Slaarg lo fa.
Il parlamento europeo ascolta in silenzio le parole del generale Potter.
«Nel 2020 un mostro alto 40 metri emerge dall’oceano e distrugge New York. I carri armati lo abbattono assieme ai caccia e morta lì, nel senso che proprio lo lasciamo ai gabbiani. Siamo militari, mica scienziati sfighi. Facciamo come con le zanzare: le schiacciamo e le lasciamo lì come avvertimento per le altre.»
«Giusto!»
«Bravi!»
«Avete fatto bene!»
«I biologi sono tutti sfigati!»
«Tuttavia, al quinto bestione che fa milioni di morti decidiamo di darci una sbirciata. L’abbiamo fatto fare a secchioni e altra gentaglia gay che hanno chiamato i mostri con un nome nerd. Gli invertiti scoprono che nel profondo dell’oceano pacifico – a circa 11.000 metri di profondità – è apparso un portale dimensionale. E’ da lì che escono i mostri. La frequenza di visite aumenta. Il problema è che abbatterli costa un casino. I nostri piloti, invece di sparare missili a distanza, hanno l’irrefrenabile impulso di volare vicino al mostro per farsi degli autoscatti su Instagram e vengono abbattuti. Ecco le ultime immagini dei nostri eroici piloti.»
“LOL fighting #monsters look at this big #motherf
“MISSILES ARE FOR PUSSIES!! U mad Army? Look how I f
Nella sala delle nazioni unite l’ultima diapositiva termina.
Il silenzio è pesante.
«Bisogna trovare un’alternativa» annuncia l’America «ogni autoscatto ci è costato 35 milioni solo di aereo. Servono soldi. Uniamo le nostre risorse e costruiamo l’arma definitiva.»
«Non basterebbe trovare piloti normodotati?» domanda l’Italia «e poi perché usare gli F-22? Se teniamo una flotta di C-130 a 20,000 metri di altezza che li martellano coi mortai da .105 hai voglia che ‘sti mostri arrivano a toccarli.»
La ragazza delle pulizie con l’aspirapolvere è l’unico suono nella stanza.
Whiiiirrr.
Whiiiiirrrr.
«Che ho detto?»
«Ignoratelo, pizza mandolino perluscone» replica stizzita la Germania «voi italiani sempre canta canzoni di amore alla mamma, non avete le palle.»
«Signori, vi prego, la situazione è grave» dice la Cina «abbiamo bisogno di un’arma. Sì, avremmo le testate nucleari. Sì, avremmo dei cannoni al plasma che spaccano il culo, ma non possiamo usarli.»
«PERCHE’?!» domanda l’Italia.
«Voi italiani, sempre a pensare soluzioni mafiose, sempre tradimenti, sempre spara spara.»
«E che dobbiamo fare, scusate?»
«Oh, certo, maffia maffia spagetti ammore. Volete anche offrirgli la pizza? Volete fargli la carbonnara?»
L’Italia sospira: «Va bene, cosa proponete?»
«ENORMI GIGAROBOT CHE GLI MENANO» grida il Giappone.
Voci e respiri sconcertati. L’America alza un sopracciglio: «Continui.»
«Ogni robot costerà circa come il PIL della Germania, ma volete mettere il gusto di MENARGLI IGNORANTE, a ‘sti mostri di merda?»
«Sì, perdìo! E li chiameremo… Jaeger!»
«Perché?»
«Come la Jaegerbomb, la bevanda dei duri di Jersey Shore.»
«GENIO!»
La Germania inizia a battere le mani. Russia, Cina, Spagna, Francia, Inghilterra e il resto del mondo la seguono.
L’aula è uno scroscio entusiasta di mani.
«Posso saperne di più di ‘sto cannone al plasma, per favore?» chiede l’Italia «tipo, potremmo montarlo a terra? Su postazioni? Magari su
Viene espulsa dalle nazioni unite.
Sono passati dieci anni dalla creazione degli Jaeger. L’intera economia globale è al collasso. La vita di una persona media consiste nello svegliarsi nell’immondizia, mangiare topi morti, rovistare tra cadaveri e rovine in cerca di cibo fino all’ora di pranzo, poi un gruppo di anarchici lo riempie di botte, gli mangia il figlio e gli stupra la moglie. A quel punto dal mare emerge un mostro che schiaccia gente e fa esplodere cose. La moglie, tremante sotto un lastrone di cemento, domanda con un filo di voce al marito: «Gualtiero, ma… trasferirci in campagna a coltivar legumi?»
«No, tesoro, in città ci sono più possibilità lavorative»
La zampa del mostro li uccide entrambi.
Ci vengono presentati Jack e Richard, fratelli, piloti di Jaegerbomb. Per far funzionare gli Jaeger servono due persone in ponte neurale collegato, un modo gentile per dire che formano un cervello in due. Tipo la Hilton e il suo chihuaua. Jack, il protagonista, spiega che non sono addestrati a fare niente, ma durante le risse da bar si parano il culo a vicenda e “questo li rende molto sincronizzati”. Anch’io se avessi un robot che costa come la Sardegna lo affiderei senza indugio a due subdotati del Kansas. Li selezionerei in base alle specializzazioni. “Fai abortire a pugni tua cugina”, “Rutto bifasico”, “Sputo più lungo” sarebbero i requisiti principali.
I due, con l’immancabile camminata jersey shore/carcerato/possente guerriero che muove molto le possenti spalle raggiungono la sala vestizione parlando del più e del meno. Ci dicono che sono ignoranti, eterosessuali, americani, giovani e ribelli. Anonimi operai gli infilano le tute, versano dentro al casco del Jack Daniel’s per metterli nel giusto mood e li infilano nel punto meno esposto e più sicuro del robot: la testa.
A dirigere le operazioni è il generale Pentecost, un negro in uno stanzino seduto di fianco a un impiegato che gioca a Tetris.
Però l’ambiente è pieno di lucine colorate tipo Prometheus.
«Sono il generale Pentecost» dice alla radio.
«HA HA HAHAH HA HAHAHA DAI, SERIAMENTE» replicano dallo Jaeger.
«Sono serio. Pentecost. Un chiaro riferimento a Neon Genesis Ev
«AHAHAHAH EDDAJEEEE»
«Signori, è uscito un caigiù. Minaccia una città, andate a proteggerla.»
I due tauri si guardano: «Momento, sul radar ce sta pure ‘na barchetta.»
«Sì, ma voi dovete difendere la città.»
«Ma è bella, sai che stile se ce giocamo come da pischelli?»
«LA CITTA’, DEFICIENTI! DIECI MILIONI DI PERSONE!»
«Puppacelo, annamo dalla barchetta e se er mostro se fa vedè JE MENAMO»
Per un pubblico americano (ossia di subnormali) questo atteggiamento dimostra che i protagonisti sono leader naturali, ribelli e allergici al comando. Per il resto del pubblico che sono due inutili coglioni.
«In qualunque esercito del mondo vi faremmo fucilare, lo sapete?»
«Zitto mo’, generale Sindone, che annamo a sarvà i cagariso. Daje zì, spigni a tavoletta che famo na stragge, porcoddio! FORZA NIUGGERSEEEEI!!»
«State rubando un robot che costa trecentonovanta miliardi di dollari per farvi una passeggiata nell’oceano lasciando indifesa una città di 10 milioni di persone.»
«STACCE.»
Il generale sbuffa e si siede. E’ questo che farebbe un vero ufficiale in comando. Sbuffare, sedersi e mettersi ad aiutare quei ragazzi ribelli, in modo che tutti gli altri militari vedano che il generale è un vecchio coglione inutile e che la cosa giusta è sempre fare di testa propria. Ora capisco come ha fatto l’America a vincere contro Vietnam Iran Iraq Afghanistan Facebook.
Vediamo lo Jaeger per la prima volta.
Si tratta di un prototipo scartato da Ironman 3, con tanto di reattore al palladio in centro petto. E’ naturalmente notte e piove perciò ti rassegni subito all’idea che non si vedrà un cazzo. Nel mezzo dell’oceano Pacifico percepiamo macchie nere che si muovono e qualche lucina azzurra. E’ lo jaeger che cammina con l’acqua che gli arriva alla vita? E’ il nipotino del regista che gioca con la pila?
Tutto può essere.
Come mai un robot di 80 metri cammini spedito su un fondale che si attesta intorno ai 2000 metri (e dove il mostro nuota) non è chiaro, ma soprassediamo. I due truzzi riescono a mettere al sicuro la barca alzandola e appoggiandola venti metri di lato. Il computer scrive BOAT SAFE in modo che gli spettatori non dotati di infrarosso capiscano che la boat è safe.
Dall’acqua esce un gigantesco squalo furry.
Si picchiano in maniera molto maschia ed è subito chiaro che gli Jaeger sono efficienti come Internet Explorer. Viene asfaltato di botte mentre Pentecost dà informazioni vitali alla radio:
«Oh, mio Dio! Vi ha appena colpito con un destro micidiale!»
«AO CATTOLICUS, PIANTALA DE DI’ CHE SUCCEDE»
«Cristo! Vi ha attaccati da sinistra!»
«CE STAMO NOI QUA DENTRO, TE PARE CHE NO’O SAPPIAMO?!»
«Ma non gli spettatori, che nel buio non capiscono una madonna.»
«MA TE VOI STA’ ZITTO?! Pugno inutile, fuoco!»
«Se non reagite sarete morti!»
«PENSA A LI MORTI TUA, CATECHI’! Rotazione immotivata, fuoco!»
«Attenti dietro! Ha alzato un braccio!»
«Calcio su fondale marino inesistente, fuoco!»
Lo Jaeger si accartoccia come una scatoletta di tonno. Ad un tratto, quando ormai sono fottuti, decidono di usare un cannone al plasma. E’ così che un vero uomo combatte un leone: prima tenti di menarlo, poi quando ti ha strappato un braccio e stai morendo estrai la pistola. In realtà bombardiamo coi droni gente su un cammello, ma vabbè, credere che facciamo così è catartico. I Jersey Shore brothers svuotano il caricatore in pancia al furro, che con un ultimo attacco mangia metà testa dello jaeger, fratello incluso.
Le cameriere di tutto il mondo tirano un sospiro di sollievo.
Jack torna depresso. Davanti alla perdita dell’equivalente economico degli Uffizi qualunque esercito lo farebbe fucilare, poi impiccare e decapitare. Questo lo licenzia. Passano cinque anni. Jack è tornato ad essere un manovale. All’ONU decidono di abbandonare il progetto Jaeger perché costa troppo e a noi, i soldi, servono anche se siamo tutti morti.
«Cazzo, ragaz, serve un’idea migliore» dice la Russia.
Il suono dell’aspirapolvere tace: «Scusate, io sarei una biologa» dice la trentenne con il cartellino “pulizie” ben lucidato sul petto.
L’intero pianeta si gira: «E non si vergogna a parlare?»
«Se date alla ricerca scientifica i soldi che spendete per uno Jaeger, con l’ingegneria genetica in sei settimane costruiamo un virus in grado di sterminarli. Inoltre sono alieni, hanno un DNA diverso dal nostro e per noi il virus sarebbe del tutto innocuo. Abbiamo a disposizione l’arma più potente del genere umano che però questa volta non ha. Nessun. Effetto. Collaterale.»
La sala esplode in una risata.
I nerd sono sempre divertenti, impacciati e litigano in modo buffo, ma è ora di parlare di cose concrete. Muri. Enormi. Se funzionano, gli oceani in due anni saranno infestati di mostri. In questo modo, quando riusciranno a distruggere i muri, ci si troverà ad affrontarne migliaia armati solo di bastoni e pietre guidati da Beppegrillo.
«E’ questo che ci ha permesso di diventare padroni della Terra, signorina: muri e cazzotti.»
«Catapultavamo cadaveri oltre le mura dei castelli durante gli assedi» piange la donna «dai, porca puttana, è tattica militare da terza media!»
«Lei è licenziata. Vada in Italia a servire caffè, hahaha»
Il mostro successivo abbatte il muro ruttando.
Il generale Pentecost, nel frattempo, ha lasciato l’esercito e deciso di proseguire il progetto Jaeger per i cazzi suoi. Come fa un tizio a sostenere le spese che tutti i governi del mondo uniti non erano in grado di reggere? Con il mercato nero. A quanto pare, la polvere d’osso dei mostri viene venduta a prezzi stratosferici, ed è per questo che in Cina hanno costruito interi quartieri con le ossa dei caigiù: dici “scusa, tesoro, devo prelevare”, gratti un po’ di polvere e ti compri una Lamborghini.
Pentecost è a corto di piloti di Jaeger.
Può pagare miliardi di operai, materiali, infrastrutture il cui costo è esorbitante, ma non trova tre alcolizzati violenti. Richiama Jack e lo accoppia a una giapponese psicologicamente distrutta che appena mette piede in un robot rischia di far esplodere tutti, ma si salvano staccando un cavetto nella torre di controllo. Lei si rivela presto come una psicopatica traumatizzata, ossia il miglior pilota di Jaeger possibile. E’ chiaro che lei e Jack tromberanno, visto che è la sola donna del film a cui è concesso parlare. Si innamorano durante l’allenamento coi bastoni che è un casino utile quando devi pilotare robot che o sparano o muoiono.
Oltre a questi due pazienti psichiatrici ci sono anche un padre e un figlio, figlio che naturalmente è un tamarro che non si può esimere dal dimostrare la propria virilità tra sguardi truci, movimenti di spalle e puntuali scazzottate, assumendo quegli atteggiamenti tipici dei carcerati, di Fast and Furious, di Avatar, di John Carter, dei soldati su Call of duty, di medal of honor, di HALO. Quel personaggio che agli americani trasmette potenza, leadership, sicurezza mentre a un qualunque europeo sopra i 13 anni che s’è trovato in una rissa trasmette “l’idiota che ti mette nella merda e al primo cartone scompare o sviene”.
Il resto dei piloti sono stereotipi anni ’50 a cui non è data la parola: i Russi, il cui robot si chiama “Cherno-qualcosa” sono biondi, grossi, austeri, cattivi e muoiono subito. I Giapponesi sono esperti di arti marziali, saltano come cavallette e muoiono subito.
Il robot negro col ritmo nel sangue purtroppo è morto in Trasformers.
Quelli che lavorano alla base sono la squadra lasciata a terra da Prometheus: un biologo scemo che baaa-ba-ba-balbetta (fa ridere), un fisico autistico che litiga col biologo (fa ridere) e l’immancabile cane, che non serve a niente, non ha alcuna utilità di narrazione ma bisogna metterlo. Il fisico fa intere lavagnate di calcoli per capire che sì, dal portale usciranno altri mostri. Il biologo dice le seguenti parole: «Ho analizzato il DNA di tutti i mostri che sono arrivati da noi. C’era quello a forma di gorilla, quello a forma di squalo, quello a forma di pesce. Erano tutti diversi, ma il loro DNA è identico! Sono dei cloni!»
A questo punto, illuminato da una di quelle frasi che ti farebbero crocifiggere nella mensa universitaria di qualsiasi facoltà scientifica, decide di connettersi a un pezzo di cervello rimasto dei mostri. Scopre che il portale è organico, e fa passare solo se riconosce il DNA dei mostri. Elabora Il Grande Piano: entrare nel portale usando un cadavere di caijijiu per fregare il sensore che rileva il DNA, entri nell’altra dimensione e lasci una testata nucleare.
Perché tirare una testata nucleare distrugge sempre tutto e tutti, anche se sono un pianeta gigantesco.
Dopo essersi menati con mostri giganteschi sotto una pressione che ridurrebbe a sogliola anche il granito, lo Jaeger dell’alcolizzato violento e della puttana traumatizzata è allo stremo. I cannoni sono scarichi. Il robot è messo male. Lei dice “oh, sai che abbiamo una spada che li affetta con niente?”
«Lol, no, ho pilotato ‘sti robi per anni, non lo sapevo, ero sbronzo!»
Vincono ed entrano nel portale. Lì, in un’altra dimensione, proseguono a dialogare via radio con Pentecost, che spiega punto per punto cosa sta succedendo con l’aiuto di un grafico 3D che illustra in tempo reale qualcosa che sta accadendo a molti milioni di anni luce dalla Terra. Si salvano grazie a delle capsule di espulsione che attraversano 16.000 metri di oceano, dove la pressione varia da “scroto di Odino” a “è più facile uscire dal sistema solare che stare dove siete”.
Fine.
Recensione
Pacific rim è l’equivalente di trovarsi due ventenni sbronze a letto che lesbicano e tu che vomiti ubriaco in bagno. E’ stato orrendo riviverlo, per uno che ha lottato fianco a fianco di Gordian, Vultus 5, Combattler V, God Sigma, Laserion, Daiapolon, Daitarn 3 e Trider G7. Detesto essere l’unico a cui non è piaciuto e me ne vergogno molto, senza ironia. Il fatto è che io, andando a vedere Pacific rim, mi aspettavo di rivivere le emozioni di quando ero bambino, quando tutto quello era possibile. Quando funzionava.
Mi sono trovato davanti a un film per adulti con tecniche narrative da bambini.
E non funziona più, perché so un sacco di cose che al tempo non sapevo. L’obiezione che tutta la fiumana di haters pronuncerà è “oh, lo sappiamo che non è possibile, ma volevamo i robottoni che si menano”. NO, VAFFANCULO, IO NON VOLEVO VACANZE DI NATALE IN CG, VOLEVO DI NUOVO QUELLA CREDULITA’. Volevo che invece di fare sei minuti di palazzi che crollano pagassero sceneggiatori decenti.
Perché la verità è che se vuoi farlo verosimile, ci riesci.
Ray Bradbury, Le cronache marziane.
Tutti i racconti de “Le meraviglie del possibile”.
Puoi rendere verosimile tutto, se hai voglia. Pacific rim ha dentro tre o quattro elementi che potevano renderlo strepitoso e, soprattutto, farmi di nuovo vivere quella sensazione di “pensa che figo se”. Era quello, che volevo, non robot guidati da idioti che si menano senza motivo. Volevo provare la stessa sensazione di quando a nove anni mangiavo pane e Nutella coi jeans sporchi di erba.
Volevo crederci.
Puoi rendere verosimile che l’unico modo per sconfiggere un mostro sia costruire robot. Se mi metti un portale biologico, gioca sulla diversa dimensione. Dimmi che quelli che appaiono non sono veri e propri mostri, ma una sorta di immagine tra due dimensioni. Loro possono colpirci e noi no, perché siamo monodimensionali. A questo punto costruisci un materiale costoso e difficilissimo, tipo materia oscura. Cazzabubbola con la fisica quantistica. Crea qualcosa che è in grado di toccarli. Non ci puoi costruire missili, hai troppa poca roba per farlo, ma puoi rivestirci la lama di una spada gigantesca. E l’unico modo per usarla è costruirci un robot umanoide.
Scricchiola ma regge, è comunque più verosimile e smonta le armi biologiche, i missili, la pressione dell’acqua e giustifichi i cazzotti. Magari deliro, ma tant’è.
Considerazioni finali
Andate a vedere World war Z. E’ fatto bene, è credibile, è bellissimo.