La vera trama di Arrival

 

Buio. Archi strazianti, depressione e malinconia. GNAAAAAAA UOOOOO. È sera, il cielo nuvoloso, il mare freddo. Una tavola apparecchiata e vuota. Una casa vuota. Tristezza. Una bocca bacia una manina. Sagome in controluce. Un neonato sfocato. Macchie scure sfocate. Vagiti. Dettaglio di una fede stranamente a fuoco ma subito sfocata. Madre e figlia giocano, dettagli sfocatissimi. Sussurri biascicatih, ti voglio bbeneh PREEEEEEEEEEEE RAAAAAAA. Corridoio di un ospedale. Lagrime. Sussurrih. Primissimi piani di gente mai vista, movimenti di camera a caso, desolazione.

Fine del prologo.

 

Un buon inizio, mio signore.

 

La bionda professoressa F4 Basita inizia la sua lezione di linguistica all’università. Pioggia di SMS tra gli alunni, qualcuno domanda di accendere la TV, sono arrivati gli alieni. F4 torna a casa. Nel tragitto sentiamo passare jet, elicotteri, urla di disordini, carriarmati, ma vediamo solo lei che discute al cellulare con sua madre di bufale su Facebook. È tipo La guerra dei mondi, quando hai città distrutte da tripodi alti trenta metri ma tu reputi più interessante le turbe psichiche della figlia di un portuale.

Il giorno dopo si presenta un tizio in felpa, si qualifica come colonnello Negroni e le intima di tradurre una cosa. Preme play su un registratorino tascabile da cui esce questo splendido dialogo.

Chi siete? Prrrr-r-r-rt.
Da dove venite? Beuurrrp.

«Basta così» dice Negroni, spegnendo «secondo lei cos’è?»
«La gara di rutti di Cazzago di Dolo
«No. Sono gli aglieni. Cos’hanno detto?»
«Che ne so, devo parlarci, interagire.»

Segue tentennamento pietoso inutile ai fini delle narrazione e finalmente decollano. A bordo dell’elicottero conosciamo Phrogy, elemento maschile dalla personalità sfaccettata come un manichino di H&M. Giunti al campo base vediamo l’astronave, un robo a forma di cuori di mela sospeso sopra un praticello. È una bella soluzione di regia. Non solo hai l’impressione che l’alieno Mxztpl si sia aperitivato il cervello e abbia parcheggiato a sboro la starship-sharing, ma soprattutto invece di avere l’effetto drammatico di Indipendence day otteniamo l’effetto Fantozzi contro gli alieni.

Internet non la prende benissimo.

 

L’atmosfera al campo bAAAAAAAA WOOOOOOOOOse è intellettuale e malinconica. Vedo militari correre, c’è una crisi globale, abbiamo un contatto con una civiltà aliena ma io desidero solo sorseggiare tè verde biologico con curcuma e sterco d’opossum, accendere una candela di soia al profumo di nuovo Mac e parlare di Donald Trump.

F4, Phrogy e militari entrano nel biscottone, camminano sui muri e giungono a una vetrata. Appaiono due calamari giganti che muggiscono. Uno spruzza inchiostro formando una macchia da tazza di caffè. C’è il rischio il film diventi interessante, quindi si susseguono:

  • bambina sconosciuta su campo fiorito
  • bambina tocca bruco
  • riflessi di pozzanghere
  • tramonti sfocati
  • bastone che mescola acqua
  • bambina gira sasso
  • dettagli sasso
  • dettagli acqua
  • dettagli bastone

Siamo tornati al campo base.
Nella tenda ci sono computer e uomini indaffarati. Su una parete di monitor, scienziati da tutto il mondo cercano d’interpretare le macchie di caffè. Sono connessi via Skype in tempo reale e tra loro spicca il Pakistan, paese il cui motto è “scienziati & banda larga”.

Australia: «Noi stiamo provando a interpretarle al contrario.»
Inghilterra: «Noi abbiamo trovato riscontri logici stendendole su un piano.»
Germania: «Noi gli abbiamo applicato una matrice e sta funzionando»
Pakistan: «B
Francia: «Il nostro governo sta facendo pressioni, qualcuno ci da’ una mano?»
Norvegia: «Raga, qui abbiamo uno che ha trovato qualcosa d’interessante, vi mandiamo le scansioni.»
Russia: «Guardate i picchi in alto a destra del cerchio 24 e paragonateli a quelli del 74. Qualcuno riesce a vettorializzarli?»
Canada: «Russia, abbiamo fatto noi, stanno sul server.»
Pakistan: «u»

I telegiornali riferiscono che nelle città laggente spacca vetrine e crede a gobloddi. I militari, essendo tutti fascisti e stupidi, credono a queste fole e minano l’attrezzatura di Basita e Phrogy quando vanno a parlare coi calamari.
C’è un accenno di esplosione, azione, movimento, quindi subito appaiono:

  • Dettaglio sfocato treccia di bambina
  • Dettaglio occhio destro
  • Dettaglio zigomo sinistro sfocato
  • Dettaglio orecchio destro di bambina sfocato
  • Nasi sfocati si sfiorano
  • Sagome controluce
  • Macchie sfocate
  • Cielo nuvoloso

Basita si sveglia in infermeria.
Ha capito le macchie per magia: in realtà sono una scrittura che altera la percezione del tempo e permette a chi la legge di vedere il futuro. Si guarda attorno, vede il colonnello Negroni.

«Cos’è successo?» domanda.
«Ma niente, i ragazzi hanno messo una bomba.»
«Ah. Eh, succede» fa Basita, scendendo dal letto.
«Sì, manco vale la pena parlarne» dice un infermiere.
«C’è una cosa che deve tradurre per me» dice Negroni, e le fa ascoltare un’intercettazione del primo ministro cinese.

«Dice che hanno sbloccato onore, draghi e fiori» fa Basita «oh mio Dio, i cinesi stanno comunicando con gli alieni usando le tessere del mahjong!»
«AHAHAHAHAHA» ride Negroni «AHAHA IL MAHJONG COI POLIPI SPAZIALI»
«Sono seria.»
«Mi rifiuto di crederlo.»

Invece sì.


 

Quello che mi fa incazzare di Arrival è che ogni sottotrama è interessante tranne la principale. Prendete la riunione degli esperti cinesi: se il mahjong è stato eletto idea meno stupida, quali erano le altre? Io esigo due ore di riunione top secret dove un esperto suggerisce di inviare 150 drag queen, un altro canguri con le lettere dell’alfabeto e il capo di Stato vestito da Sailor moon che dice “nah ragaz, mahjong uber alles”. Oppure gli scienziati del Pakistan che cercano di stabilire una connessione usando un vecchio 386, connessione 56k e precetti del Corano.

Comunque, Basita torna dai calamari, domanda perché sono venuti sulla Terra, loro fanno la solita squirtata nera e il computer traduce donare arma.
È l’apocalisse.

«Arma! Ha detto arma! Via tutti!» urla Negroni al campo base. Tutti i paesi si disconnettono tranne il Pakistan. I russi sparano a un interprete perché boh. Le flotte girano i cannoni contro le altre. Vengono attivate tutte le testate nucleari del pianeta. Nel tendone la gente corre in cerchio urlando, fogli volano, gente grida, cani strusciano il culo per terra. Basita cerca di quietare gli animi:

«Raga, le traduzioni sono imprecise, non potete sclerare per una parola! Nessuno la dirà più. Dai. Magari il calamaro intendeva Arma
«Fate alzare in volo i bombardieri nucleari!»
«…ndo! E guarda dove vai col caffè, m’hai macchiato il maglione di Arma
«Stato di allerta massima!»
«..ni! Vabbè ne prendo un altro in arma
«Via! Via! Agli elicotteri!»
«…dio! AO BASTA FA’ GLI ISTERICI, CARMA
«Portate il presidente in un posto sicuro!»
«…TEVI! Dottore, mi aiuti, distribuisca un farma
«Scappiamo, è la guerra dei mondi!»
«…co! Ma che cazzo, ho dettocalma! Tu! Aiutami a tranquillizzare la sala!»
«Non posso!»
«Perché?»
«Sono il barma
«MORIREMO TUTTI»

Mentre il mondo si piscia addosso dalla paura, Basita scopre non si sa come che la calligrafia degli alieni, se la leggi tanto, ti insegna a prevedere il futuro e quindi di modificarlo! Nei corsi di sceneggiatura è detta tecnica Hokuto-Ken. Notate lo sceneggiatore vestito di blu mentre massacra sospensione dell’incredulità, coerenza, inventiva, soggetto originale e testicoli degli spettatori.

 

In sala il pubblico applaude entusiasta.
Nel film, Basita legge il libro che pubblicherà in futuro e capisce che i calamari sono lì perché fra 3000 anni saranno loro ad avere bisogno di aiuto. È la scrittura, la vera arma che portano! A quel punto Basita ruba un telefono satellitare, telefona al primo ministro cinese e gli ripete le parole che sua moglie gli ha mormorato sul letto di morte, senza che nessuno abbia idea di come, quando o perché lei le abbia sentite. Non sapevamo nemmeno il primo ministro avesse una moglie; è un peccato, sarebbe bastato togliere un paio di inquadrature di sassi e zigomi per dirlo.

 

 

Come succederebbe a chiunque, se uno sconosciuto ti telefona e ripete le ultime parole di tua moglie morta, tu ringrazi, riattacchi e smetti di lavorare. Anche il primo ministro cinese fa così: ascolta, si commuove e annulla l’ordine di attacco. Tutto il mondo è felice e contento, abbassa i cannoni. A quel punto le astronavi si girano, diventano invisibili e ne vanno.

Fine

No, scusate.
Mancano ancora venti minuti di AAAAAAAA WOOOOO GNEEEEEEEE. Inquadrature lente. Mare freddo. Cielo nuvoloso. Una shilouette. Shusshurrih ci shpieghanoh lah verithàh. È proprio quando l’unica parte interessante del film s’è conclusa che vale la pena rivangare le interruzioni di cui non te ne fregava niente prima, figurarsi adesso.

Ancora meglio farlo con shpshhshussurrihh.

A crisi ultimata, Basita si fa ingravidare da Phrogy. Siccome vede il futuro sa che la figlia morirà di cancro a dodici anni. Phrogy dice che non vale la pena farla, Basita invece dice che tutte le sue amiche su Facebook partoriscono e poi, comunque, un gatto dura meno. Phrogy la mollaAAAAAAA WOOO GNIGNIGNIIIIIIII, lei partorisce e cresce la bambina da sola. Le fa anche fare la chemioterapia pur sapendo che comunque schiatterà, perché al festival di Venezia non può mancare la scena di qualcuno moribondo in ospedale.

Fine.

In una tenda, un monitor polveroso ha un bagliore.
Pakistan: «ongiorn»