La cravatta del diavolo

Milano 14 marzo 2007 Sede de Il sole 24 ore foto di paolo poce/emblema

Gaetano Ciconte, caporedattore del Fatto quotidiano, sta fissando da almeno mezz’ora la cravatta di Vitantonio Lopez, altro caporedattore seduto nel tavolo di fronte a lui, momentaneamente impegnato a scrivere messaggi porno a un’aspirante giornalista che gli ha concesso un pompino in pausa pranzo. Cos’è? Yves Saint Lauren? Gucci? Versace? Gaetano è distrutto dalla bellezza dei tessuti, i riflessi ramati dei gialli che risaltano il fermacravatta di Paul & Shark in oro.

«E se fosse Loro Piana?» mormora, mangiandosi le unghie «Hermés?»

Aggiunge i nomi alla lista. Cancella Gucci, serrando e rilasciando la mascella.
Lo riscrive. Non si sa mai, con Vitantonio.

«Cicciiii» esordisce Beatrice Borromeo, due postazioni più in là.

E’ facile vederla. Beatrice muove il collo come lo muove il pollame: cranio immobile, occhio spento, epiglottide semovente. Questo le ha permesso di avere grande successo in quelle discipline che richiedono un sapiente uso ritmico della testa, e non stiamo parlando di basi hip hop. Beatrice ama definirsi “nobile, ribelle, atea, di sinistra” perché “figlia di nobili miliardari in euro” suona borghese. Nella redazione, il suo collo sporge come un menhir. Gaetano ha imparato a ignorare la voce di Beatrice dal 2006. E’ pur sempre un uomo di sinistra, suo padre simpatizzava per le correnti rosse filoanarchiche e suo nonno faceva saltare per aria jeep tedesche. Oggi Gaetano lavora fianco a fianco una nobile oscenamente ricca e con un gran culo, ma deve disabilitare la ricezione audio altrimenti di notte gli vengono gli incubi di suo nonno che lo frusta.

«Cicciiiinoooo Gaetinoooo»

Lui si gira, inorridito: «Cosa c’è? Stiamo spiegando agli italiani i problemi della crisi, ti pare il tono da tenere? Sii cupa e seria, porca puttana»
«Ho un problemino con l’articolo che mi hanno dato»

Gaetano si guarda attorno. Sono le 14, tutta la redazione è impegnata a selezionare gli articoli da copiare e rivendere l’indomani. Sui monitor si vede Giornalettismo, Linkiesta, Lettera 43, Dagospia. Si va in stampa alle 17, c’è tempo.

«Quale articolo?» domanda, continuando a fissare Vitantonio.
Vuitton? No, troppo volgare.

«Quello sui giovanissimi» dice lei con aria corrucciata.
«Premi F8, ti appare l’archivio. Usa i tag movida, sballo, alcool&droga, mescola. Non servono nomi o fonti, basta una qualsiasi cazzata che faccia berciare la gente al bar. Ci riuscirebbe persino Travaglio»
Armani? Cazzo, potrebbe essere Armani.

«Ma io non voglio fare un articolo come gli altri! Vorrei qualcosa di più… shock, capisci? Che faccia meditare la gente sui brutti tempi che viviamo»
«Chiedi a Marco, io ho da fare»
No, il taglio è troppo moderno. Prada. 

«Travi sta fotocopiando i documenti dei tribunali che gli hanno venduto i giudici, è per il suo prossimo libro, quando fotocopia sai che non vuole essere disturbato» geme Beatrice, guardando verso l’ufficio di Sexytravi da cui proviene il lampo della Xerox. Gaetano sbuffa e si alza. Raggiunge la postazione di Beatrice, guarda il monitor.

«Allora?» chiede.
«Senti qui:

La delusione, per Mattia, è arrivata durante una festa di Capodanno, nella casa di un amico lasciata libera dai genitori, partiti per la montagna. I preparativi per festeggiare il 2014, in zona Navigli, promettevano bene:

«Con la montagna e i Navigli faccio capire che i genitori sono ricchi, quindi cattivi e disinteressati, e lasciano i figli a casa in balia del brutto mondo creato da Berlusconi»
«C’hai più soldi della banca d’Italia, tuo padre t’ha fatta girare per il mondo pur di non avere rotture di coglioni, il problema è che questi c’han casa sui Navigli?»
«Perché sei sempre cattivo con me? Io lo lascio, mi piace. Crea suspance. I genitori capitalisti…»
«Salta l’abominio che sta per uscirti dalla bocca e prosegui»

c'erano birre, vodka, canne, potenti casse per pompare la musica…

«Beatrice, l’unica che pompa potente qui dentro è… nnngh. No. Niente. Scrivi “la serata prometteva bene: c’erano alcolici, erba e musica”. E’ una delle tante feste adolescenti che si fanno dal 1950 in poi»
«Ma così non ha pathos!»
«No, così ha tanathos, nel senso che m’ammazzo di noia a leggere ‘sta merda»
«Io lo tengo. Poi:

e una trentina di amici tra i 14 e i 17 anni. Erano quasi tutti compagni di scuola, in un liceo artistico di Milano. E Mattia sbirciava per vedere se c'era anche la sua ex ragazza, con cui era uscito per qualche settimana, e che l'aveva da poco lasciato con un sms.

«“con un sms”» ripete Gaetano, meccanico.
«Geniale, vero? Con una frase trasmette come i giovani di oggi siano alienati dai cellulari e trattino i sentimenti in maniera fredda, meccanica» sorride Beatrice, sporgendo il mento.
«Mentre noi che nel ’70 ci schiantavamo di LSD e facevamo orge con sconosciuti credendoli il Grande Serpente Mistico eravamo sempre sul pezzo, vero?»
«Io non ho fatto il ’68, ho sciato ad Aspen e ho conosciuto Jay Z»

Dopo la prima puntata della nostra inchiesta sulle abitudini sessuali degli adolescenti, che si focalizzava sull'esperienza di un gruppo di studentesse di un liceo classico milanese,

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«Cristo, l’abbiamo fatto davvero?» geme Gaetano.
«Certo! E’ stato un successo!»
«Siamo davvero finiti a scrivere racconti pedopornografici per stuzzicare vecchi debosciati in cambio di un euro e cinquanta a copia?»
«Non sono racconti! E’ giornalismo!»
«Tu non hai figli, vero?»
«No, ma che c’entra? Tanti qui li hanno e se ne fregano. Son cose che riguardano i… poveri, sai»
«Tu prega non esista l’inferno, o finiremo con stalattiti di fuoco a sventrarci il retrobottega»

il Fatto esplora ora un altro punto di vista. Quello di un 15enne - e dei suoi amici - che raccontano la propria difficoltà nel gestire relazioni basate sempre meno sui sentimenti, e lo spaesamento provocato dall'intraprendenza, talvolta aggressiva, delle ragazze.

«Che quindi sono tutte troie, giusto?» ammicca Gaetano, con un ghigno isterico.
«No, bè, sono tutte lolite arrapate sadomasochiste con le idee chiare, lo sballo, la droga. Insomma, il berlusconismo»
Una colica biliare fa piegare in due Gaetano: «’ntinua» ansima.

CHI VUOLE UN POMPINO? 

«Hai per sbaglio copincollato il titolo di una mail aziendale o cosa?» domanda Gaetano.
«Uffa. Vendeeeeee. Con le baby prostitute dei Parioli abbiamo venduto quasi le stesse copie dei tempi d’oro. Ricordati la linea redazionale: bambina scopata fa vacanza pagata. Se la gente lo vuole che male c’è?»
«Il fatto che esistano disperati non impedisce che gli scafisti vadano in galera»
«Che c’entra?»
«Andiamo avanti»

Passa quasi un'ora prima che Mattia incontri la sua ex. "L'ho vista ubriaca, che girava e chiedeva ad alta voce: ‘Chi vuole un pompino?'. È stata una cosa orribile, tristissima", racconta lui.

«Un ragazzo di tredici anni non pensa una cosa del genere, pensa a un modo per ottenerlo»
«Ma così crei l’antagonista! Giovani bambine assetate di sesso che vogliono violare l’innocenza di…»
«Di chi, di Jay Z?»
«Comunque lo tengo»

La parte peggiore però è arrivata poco dopo: "C'erano quattro ragazzi e due ragazze, tutti di 16 anni, che facevano le loro cose al piano di sopra. Toc. Toc. Toc... Il letto sbatteva contro il muro, era davvero fastidioso.

«Scusa, e le potenti casse che pompavano la musica? Se le sono ficcate nel culo, Beatrice?»
«Aspetta!

Abbiamo alzato la musica al massimo per non sentire. Poi la mia ex, che ha solo 14 anni, si è aggiunta a loro. A quel punto i miei amici mi hanno portato via, ero disgustato".

«I famosi ragazzi tredicenni in piena crisi ormonale che si ritraggono disgustati. E gli amici, che normalmente si sfidano a fare le peggio cazzate, qui invece lo portano via come maturi trentenni. Capisci che questa merda su un qualunque altro sito farebbe irrompere a casa dell’autore venti carabinieri padri di famiglia che massacrerebbero di botte anche il cane di porcellana?»
«Comunque…»
«Lo tieni, sì. Vai avanti»

LA DONNA IDEALE 
Mentre racconta la sua storia, diventa chiaro che Mattia non è il tipico liceale: beve poco, non fuma, è ancora vergine e soprattutto "mi fanno schifo quelli che escono con una tipa perché ha un bel culo. Io vorrei solo che fosse dolce, possibilmente simpatica. Che le piacesse la mia stessa musica, metal soft, che condividesse i miei ideali. Poi, certo, dev'essere carina, però non è quella la priorità".

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«AHAHAHAHAH HAHAHAHAHAH HAHAHAHA» ride Gaetano.
«AAA HAHAHA HAHAHA AHAHA HAHA AHAHAHAHH HHAHHAA HAHA» ride quello che fa le pulizie.
«AHAH HAHAHAHAH HAHAH HAHAHAH HAHAHAHA» ride Travaglio nell’altra stanza, crollando sul pavimento tra un’esplosione di fotocopie.
«AHA AHAHAH HAHAHA HAHAHAHA HHA» ride Vitantonio Lopez, cadendo dalla sedia.

Quando parla delle ragazze Mattia non vuole generalizzare: "Non sono tutte assatanate. Il problema è che più fanno cose elaborate a letto, più scalano la piramide sociale.

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Dall’esterno macchine inchiodano, da cui escono uomini e donne in preda a riso isterico. Un vigile lascia la paletta e si accascia a terra tenendosi la pancia. Una coppia, fuori da un bar, rovescia il tavolo afferrandosi la mandibola inferiore per paura si stacchi, mentre risate bestiali squassano le loro casse toraciche. Il telefono squilla, Gaetano risponde ridendo e dall’altra parte della cornetta c’è qualcuno che ride. Il fax comincia a cacare paginate di AHAHA HAHAHAH HAHAHA HAHAHA. Un elicottero si schianta ed esplode contro le vetrate dei palazzi da cui fuoriescono uomini in fiamme che cadono ridendo.

«Perché fate così?» domanda Beatrice, arrossendo «ho appena dipinto un bravo ragazzo di tredici anni che è introverso e sensibile ma si era messo assieme a una vacca d’assalto più grande di lui, succede in tutte le scuole medie»

Per questo passano la giornata a parlare di sesso mentre noi pensiamo alla musica, ai videogame e

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«AHAHA HAHAH AHAHAHA HAche poi sono quelli che li fanno suicidare o sballare con alcool e droga o alienare, giusto? AHAH AHAHA AHAHAHA HAHAHAHA AHAHA ODDIO BEATRICE AHA AHAHA AHAHAH SEI STUPIDA COME UN RASTRELLO STORTO»
«Volete smetterla?! E’ logico che un adolescente racconti queste cose a un adulto, specificando che a lui fanno schifo i ragazzi che escono con una solo perché ha un bel culo! Senti qui:

IL TERRORE - Avere a che fare con ragazze così aggressive è una costante fonte d'ansia. Per vari motivi: "Intanto non sappiamo bene cosa dobbiamo fare. Metti che ci andiamo a letto e va male: diventa molto imbarazzante". Soprattutto perché, conferma Mattia, "non fai a tempo a uscire dalla stanza che lei sta già messaggiando con le sue amiche per mandare un resoconto completo di tutto quello che abbiamo appena fatto. Descrivono ogni dettaglio e poi ti danno il voto, dicono se sei stato bravo o no. È davvero una sfida avere a che fare con queste cose".

«Beatrice, io capisco che siamo un branco di perdenti nell’anima che vivono nel tacito patto della mediocrità elevata a standard e viviamo per demonizzare l’eccellenza, ma è da prima di Cristo che se una donna scopre che un uomo a letto è una merda lo fa sapere alle altre» dice Gaetano.
«Ma loro sono bambini!»
«E quindi quale improponibile delirio politicamente corretto ha partorito il tuo cervello, oh mostrogallina? Che a tredici anni se uno entra-esce-aah le tredicenni se lo tengono per loro? In quale epoca, in quale Stato, in quale pianeta tutto questo è mai accaduto, vostra stupidità? Escludendo gli stupri in Afghanistan, dico»
«Sto solo dicendo quello che mi hanno raccontato»
«Sì? Abbiamo le registrazioni? Le sbobinature?»
«No, naturale. Ma fammi continuare.

È più sicuro, spiega, sperimentare con chi conosci bene: "Se l'hai appena incontrata va a spifferare tutto, ma proprio tutto, di sicuro. Il ragazzo che non riesce, o non viene, o non è particolarmente dotato vive poi nel terrore".

«Insomma cresce?» fa Gaetano, guardandola.
«No, anzi, rimane bloccato, terrorizzato dalle donne, complessato e frustrato. Diventerà un guardone che si eccita con le ragazzine»
«Hai appena descritto il nostro lettore medio» espira Gaetano, guardandosi attorno sconsolato.

I PRELIMINARI - La versione delle ragazze che il Fatto ha incontrato

«No, dai, va bene cazzari, ma “il Fatto ha incontrato” è oltre» fa Gaetano «tanto varrebbe photoshopparci su Marte vicino alla sonda Discovery»
«Non importerebbe a nessuno dei nostri lettori»
«Questo cos’è?» domanda Gaetano, indicando la fine del paragrafo»

Mattia spiega il sesso come se fosse uno tra i pochi ad averne colto l'importanza.

«Cos’ha che non va?» chiede Beatrice.
«”L’importanza del sesso” secondo chi, poiana dissenterica coi blasoni?»
«Bè, la gente normale»
«Tipo vecchi pederasti bavosi che ci leggono? O più tipo la nipote del presidente della Valentino con master a New York? Lasci l’iPhone sul tavolino quando vai in cesso, porca puttana, non dirmi che conosci il valore delle cose»
«Posso continuare?»

Ma non è il rischio di una gravidanza indesiderata a farlo innervosire: "Quello che davvero non concepisco è che si sia sverginata con un tipo, che tra l'altro ha davvero la faccia da stronzo, con cui è uscita per una settimana, che l'ha mollata per un'altra e poi è tornato da lei. E la sera stessa in cui si sono rimessi insieme lei c'è andata a letto, senza precauzioni e senza il minimo rispetto per se stessa". E per l'8 marzo, dice Mattia, non avrebbe senso regalare le mimose alle sue amiche: "I fiori non li vogliono. Le uniche ad apprezzarli sono le prof".

Beatrice si stacca dal monitor con un sorriso di trionfo: «Devo farti notare perché è geniale?»
«Sì, ti prego»
«La chiusa dell’otto marzo, che dovrebbe far meditare la gente sulla condizione della donna, ha senso solo per le professoresse, che sono colte ed etiche. Per le bambine di oggi quei fiori non hanno alcun significato e questo dovrebbe farci tutti meditare. E poi lui, che si dimostra maturo e responsabile quando dice “il rispetto per se stesse”…»
«Una frase comune in bocca a un adolescente, vero?»
«Certo!» dice Beatrice «cioè, così mi ha detto il bidello della scuola privata dove andavo da piccola quando l’ho trovato sbronzo al caffè degli Artisti»
«Giuro sulla tomba di mio nonno » dice Gaetano, asciugandosi le lacrime «siamo veramente le radiazioni che hanno fatto venire il cancro a ‘sto paese, ahahahaha hahahahaha ha» ride e piange coprendosi la faccia.

Si siede.

«Che fai, piangi? Guarda che un pezzo del genere farà riflettere molta gente!»
«SU COSA?!» ulula Gaetano, con gli occhi strabuzzati «DALL’ALTO DI COSA?»

«Bè… siamo giornalisti. Abbiamo l’obbligo di informare i lettori del fatto ch
«Ma smettila, dilophosauro Chanel, non vedi che hai appena cagato un abominio di moralismo sessantottino con più buchi di un eroinomane? E la cosa drammatica è che tu queste farneticazioni non le hai manco partorite di tuo, ti sono state ficcate dentro da anni e anni di bombardamento mediatico fatto da altri come noi che hanno perso coerenza, credibilità, onestà, ideali, ma continuano a ripetere le stesse stronzate da anni. Anni! Anni a ridere del moralismo di bocca di rosa e poi anni a linciare le olgettine! Anni a venerare Lolita e anni a linciare Ruby! Perché? Perché una donna di venticinque anni che ha tutto nella vita dev’essere tanto stupida e bigotta?»

«Ohè, voi due, calmini» dice Vitantonio, alzandosi e andandogli incontro.
«BIGOTTA IO?!» sbotta Beatrice «io sono apertissima, ma certe cose vanno raccontate!»

«No!» tuona Gaetano, alzandosi in piedi «gli adolescenti scopano. Mentono. Bevono. Fumano. Si drogano. Si picchiano. Muoiono. E questa è l’ultima speranza che abbiamo. Se gli adolescenti sono tutti come questo tuo fantomatico “Mattia” siamo fottuti»

«Ma che stai dicendo?»
«Ho detto calma!» dice Vitantonio, mettendosi di fianco.

«SVEGLIA, BARONESSA VON PARACULO. L’adolescenza della gente “normale” è ed è sempre stata una doccia di merda! E’ una trincea che macina suicidi, omicidi, dipendenze, incidenti, morti assurde, e questo la rende un brodo primordiale che forma le persone. Non è un colloquio di lavoro da modella con tuo zio presidente, cioè la gara di scatto coi tetraplegici. Nell’adolescenza la gente trova chi è, prova, sbaglia e ripete. Impara a gestire frustrazione, paura, delusione, gioia, solitudine. O meglio, lo faceva, finché non siamo arrivati noi col nostro ditino del cazzo a dire che questo fa male, che quello non va bene, che quello è sbagliato, impegnatissimi a fare gli stiliti dall’alto di nulla e a creare degli automi fragili come cristalli che se ricevono uno “stronzo” su un social network si suicidano. E facciamo la morale a ragazzini di tredici anni mentre noi a cinquanta ci crogioliamo degli incassi derivati da pedopornografia spacciata per informazione»

«E tu cosa ci fai qui, allora?!»

«Datevi una calmata» fa Vitantonio, sporgendosi e mettendo una mano sul petto di Gaetano.
«Sono qui perch

Gaetano si interrompe mentre l’occhio intercetta il microscopico logo sulla cravatta di Vitantonio.

 

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