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Sei COMUNISTA? Sei mezzo ritardato? Sei per caso una persona con problemi a socializzare e nonostante tu stia in un vivaio di figa e cazzi quale è l’università NON RIESCI A TROMBARE? Sei un cesso ributtante che non ti si scopa manco un ergastolano che vede solo culi pelosi da trent’anni? Non hai i soldi per andarti a scopare la povertà in thailandia o in Jamaica? La Spagna ti manca perché sì è un paese di cultura, ma soprattutto “troia” in spagnolo suona meno cattivo? Passi notti a mostrare le tette via webcam ad un terrone che si smanetta il battacchio facendo alto-destra-basso-pulsante-del-calcio sborrata? Sei andato a Praga a far turismo sessuale ed hai beccato l’unico travestito brasiliano che ce l’aveva pure più grosso di te? Ti annichilisci di raspe su fantasie copincollate da Eyes Wide Shut?

 

 

Bene, non temere: oggi c’è chi pensa a te e alle tue esigenze. A te, alla tua estrema insicurezza e fragilità.

 

Sa che non puoi andare a puttane perché ufficialmente “ti sembrerebbe di stuprarle” ma in realtà hai solo una scaga atroce degli sbirri e del conseguente linciaggio mediatico da tutti quelli che avevano il numerino prima. Sa che tu, donna, hai bisogno di avere la sensazione di salvare il mondo per farti incatramare di sacchettate di coglioni. Sa che sei davvero convinta di combattere la povertà quando apri le gambe ad un giamaicano in cambio di trenta euro e te che gli insegni a dire una frase nel tuo dialetto.

 

Lo sa ed ha la soluzione: si chiama A I E S E C Cos’è AIESEC? Ufficialmente “è la più grande organizzazione mondiale gestita interamente da studenti, è una piattaforma internazionale per gli studenti per scoprire e sviluppare il loro potenziale al fine di avere un impatto positivo sulla società. Attenti, leggetela bene: non NELLA società, ma SULLA società. Sopra, non dentro. Aiesec promette di creare persone migliori che miglioreranno la società globale. Altro che rieducazione comunista, altro che repubblica di Salò, altro che razza ariana. Puppare. Aiesec, figli di puttana. SULLA società. Uber alles. E non si fanno nemmeno problemi a dirtelo:

creare cioè degli agenti di cambiamento,

 

che è ciò che distingue AIESEC.

 

“Ciò che distingue aiesec”, vorrei farvi notare il sottinteso “da tutte le altre dittature militari e sette finite in un bagno di sangue, isteria di massa e tanta, TANTA morte”. Eccovi in breve i cinque passi del meraviglioso e geniale progetto:

“Taking an Active Role”:
AIESEC propone ad ogni persona una serie di opportunità, ad ogni individuo è affidata la sensibilità per sfruttarle permettendo a ciascuno di assumersi la responsabilità del proprio percorso di apprendimento e ritenend che la capacità di avere un ruolo attivo nella costruzione del proprio sapere favorisce lo sviluppo di un’attitudine proattiva in generale.
TRADUZIONE:
siamo pieni di figa, potresti scoparla tu.
“Developing Self-Awaeness and Personal Vision”
Attraverso la determinazione di obiettivi e il continuo esercizio sulla creazione di una propria visione personale, ogni persona migliora la capacità di operare con consapevolezza e capacità prospettica.
TRADUZIONE:
eh, il mondo non lo odi più tanto dopo che ti fa i bocchini.
“Challenging Worldview”
La possibilità di incontrare persone da tutto il mondo e quindi di confrontarsi con diversi approcci e diverse visioni del mondo aiuta ciascuno ad analizzare problemi e tematiche secondo prospettive differenti, nonché ad avere una più chiara visione globale della società;
TRADUZIONE:
abbiamo anche negri e thailandesi.
“Increasing Capacity”
Lo sviluppo di competenze e conoscenze aumentano la capacità di ciascuno di avere un impatto positivo sulla realtà esterna all’associazione;
TRADUZIONE:
anche froci, se scopri che ti piace svegliarti con quattro coglioni.
“Building a Network”
La partecipazione a un network globale favorisce la costruzione di una rete di amicizie in tutto il mondo e il raggiungimento di una vision comune che supera le differenze culturali.
TRADUZIONE:
se ti fai trombare da un tedesco puoi dire di essere interculturale, moderna, emancipata. Questo aumenterà la tua autostima.
EXCHANGE. Aah, una parola che promette grandi cose. EXCHANGE. Và come ci credono, è spettacoloso. Già mi immagino frotte di ritardati conciati come yuppi che si atteggiano a manager in carriera mentre con sguardo lubrico si guardano attorno bisbigliando “sì, sì, dopo la adotto e mi prendo le responsability, ma è vero che le diciottenni coreane ti leccano il buco del culo?” e le ragazze sgomitare dicendo “ah, Dio, siamo qui per migliorare il mondo, siamoheading for the future, cosa posso succhiare per dimostrare che non sono razzista?”
Ora, ho avuto modo di conoscere una utente che partecipa attivamente e fa conferenze nell’ AIESEC. Sono molto apprezzate le sue competenze nell’ambito del time management. Io vi prego, non siate insensibili davanti ad una cosa così. Time management, porca puttana, ovvero “ehi, lo sai cosa, se devi essere al lavoro alle 8 non puoi svegliarti alle otto”. Voi dovete, è un vostro dovere immaginare questa masnada d-di.. di STRONZI ascoltare a bocca aperta una donna – dico, una DONNA – che dà lezioni su COME NON ARRIVARE IN RITARDO.
Sì, lo voglio, voglio andare a mie spese ad Haiti per farmi spiegare da una donna slovena frigida come cazzo si fa a capire quando passerà l’autobus sotto casa mia che ora è a 20.000 chilometri in linea d’aria, ops. Voglio viaggiare fino a Napoli dove un pakistano mi spiegherà che quello che ho al polso sinistro non è un braccialetto alla moda, voglio andare a Milano ad ascoltare un russo che mi spiega che i numeretti sul mio forno a microonde del cazzo non sono una runa celtica. Lo VOGLIO, PRETENDO di esserci quando lei con voce angelica mi spiegherà “quella là in alto è una campanella, quando fa *drin* io me ne vado perché è passata un’ora” e quattro magrebini che parlano finlandese con accento indiano e pronuncia greca annuiranno fissandole la fica.
Devo esserci, voglio guardare con che faccia reagiscono gli studenti universitari e laureati dalle grandi potenzialità mentre ‘sta macedonia di merda con l’utero scassato mi spiega come si usa un orologio. Tutto questo me lo raccontava garula alle 0.30 di domenica notte tra un complimento sulle mie “belle spalle” e una domanda su quanto c’ho lungo il cazzo assieme ad una sua amica che parlava solo romano con arguti interventi di finissimo dolce stil novo quali “sine” “daie mo” “notte zì” e “facce vede er manfano ahuahuahuahu”.
Naturalmente AIESEC è no profit. Gli pago tutto io con le tasse.