Gayman

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Fuori dal garage di Ario, sostituendo la batteria della mia 600.

«Ricapitoliamo: a questo porcaio in 180,000 chilometri hai cambiato tre volte i tergicristalli, due volte la marmitta, una volta la cinghia, una le gomme. La batteria…?» chiede, allentando i bulloni della fascia di protezione.
«Prima volta, per quello metto quella da 50» rispondo.
«Perché, questa da cos’è?»
«45»
«Ghe sboro, se c’attacchi un orologio fa più meglio»
«Fa meglio, no più meglio»
«Piglia ‘sta protezione e mangiati una merda» dice, mettendomi in mano la fascia.

Appoggio con cura.

«Butta ‘sto catorcio e comprati un’auto decente»
«Ma funziona ancora!» esclamo.
«Su Subito.it vendono un’Audi TT a 1.000 euro»
«Con fori di proiettile o senza?»
«Che te ne frega, è un TT. Ci metti sopra altri 1000 piombi per l’impianto a metano e via. Spazzola» dice allungando la mano.
Passo.

«Comunque» dico, osservandolo pulire i contatti «non accetto lezioni di economia domestica da uno che scialacqua patrimoni tra le cosce del terzo mondo»

Riprendo la spazzola che mi passa, la butto per terra. Ci mettiamo in due a togliere la batteria dal suo compartimento, tirandola fuori con cautela.

«Non credere, ultimamente Marghera è scaduta parecchio» dice, pulendosi le mani sui pantaloni «La carne buona sta a Padova. Solo che per arrivarci bisogna farsi strada tra la giungla travesta di Limena. Un luogo di perdizione, dove le anime deboli soccombono»
«La giungla… travesta?» chiedo, pentendomi subito di averlo fatto.

«Tette enormi e culi svettanti, la meglio plastica latina. E poi pompe sublimi, professionali, tanto da poter competere con le Sacre Scuole di Praga. No, a Limena parti per scopare una trentenne ucraina e finisci prosciugato da ventenni venezuelani, non è posto per dilettanti. Voi cazzetti mosci non resistereste alla tentazione di penetrare quegli orifizi dannati, sono le sirene di Ulisse, capisci? Per riuscire a raggiungere la fica di Penelope Varushka bisogna prima ignorare la quinta siliconata di Pablo Gutierrez, legandosi le mani al volante e proseguendo il puttan tour. Solo un eroe può riuscire in quest’impresa titanica»

«Cristo, pure i travoni?» domando inorridito.
«Chiaro, ma solo quelli nuovi. A trent’anni hanno il culo ormai inutilizzabile, spanato. E’ gente senza futuro tipo i film sui supereroi o ‘sto cacaio di macchina. Togli le guarnizioni e passamela» dice indicando la batteria nuova.

«Cosa c’entrano i supereroi?» chiedo.
«Eddai, prima o poi il mondo si accorgerà che sono i sogni bagnati dei nerd che si credono migliori di tutti ma sono solo i maschi beta dei fighetti. I supereroi han superpoteri o supercervelli ma ragionano da fighetti. Se io fossi Tony Stark stocazzo che salverei il mondo, passerei le giornate a bombardare baraccopoli zingare e poi tornerei a casa tra puttane, bamba purissima e champagne da cash peso. C’è un supereroe che lo fa? No. Perché son scritti da nerd complessati»

«Sai che odio fare quello che lo dice, ma questa era tanto razzista»
«I supereroi sono razzisti, non io. Ho detto che bombarderei una nazione o una razza? No. Solo i campi rom dove notoriamente risiedono latitanti, pluripregiudicati, assassini, stupratori, rapinatori, truffatori, ladri, zingari»
«MA CHE CAZZO DI CRIMINE E’ “ZINGARI”?!» sbotto alzando la testa dal motore e centrando il cofano.

Mi accascio a terra, tenendomela tra le mani.

«…rrcamadonna…» ringhio.
«Male?»
«Tua sorella»
«Vedi? Dio è con me»
«Stronzi tutti e due» mugolo.

Ario ignora il mio dolore e con mani esperte sistema la batteria nuova nel suo alloggio, fissa i cavi dell’impianto, collega i morsetti.

«C’è o no un supereroe che fa ‘sta cosa?» domanda.
«No. Altrimenti sarebbe un cattivo»
«Ragioni da fighetto anche tu. Scusa, prendi i mutanti. Vediamo solo la storia dei mutanti con mutazioni superwow, mai quelli che hanno mutazioni sfigate. E’ quello che mi sta sulle palle. Qualsiasi biologo ti direbbe che ho ragione io, chiedi a quell’invertita di tua morosa. Cosa ci vuole a essere un supereroe se sai volare? O se hai i miliardi e sei un genio? Niente. Ma di uno che ha mutazioni fighe, ce ne sono novantanove con mutazioni inutili o imbarazzanti. Di loro non parla mai nessuno»

«Perché non sono interessanti»

«No?» dice, chiudendo il cofano «metti che c’è Zborro, il supereroe che può eiaculare a comando e deve farsi strada in un’industria del porno fatiscente, tra donne strapagate e uomini sottopagati. Lui entra per cambiare le cose tra giochi di potere, politica, leggi sui preservativi. Dovrà sborrare in faccia a migliaia di donne per poter sovvertire il sistema, circondato da altri pornoattori magari più dotati di lui. Io una storia del genere la leggerei»

«”Zborro”?»
«Sì. O Petoguy, un uomo in grado di partorire scorregge mostruose tali da sconfiggere i tifoni, ma è così complessato che se ne sta a casa a guardare quella stronza di Tempesta che fa strage in giro, combattuto tra il voler salvare il mondo facendosi deridere o salvare la faccia lasciando il mondo affogare. Altro che “vivi abbastanza per diventare cattivo”, coi miliardi e le tutine son bravi tutti. Prova tu a trovarti una donna in un mondo che ti chiama “l’uomo scorreggia”»

«Ario, sono storie ridicole»
«Ma sono più reali. Più umane. “Da grandi poteri derivano grandi responsabilità”, sì, bravo, se il tuo potere è quello di essere forte, bello, ricco, famoso. Ma se il tuo superpotere è quello di trasformarti in un bottone cosa fai?»

«Vabbè, addio»
«O i cattivi! Prendi l’ultima scena degli Avengers, New York rasa al suolo, alieni, supereroi, poi all’improvviso parte un adattamento d’orchestra di YMCA in chiave epica e dal nulla appare Gayman»
«COSA?!»

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«Gayman. Uno superpalestrato col costume rosa di Hello Kitty che mena ignorante agli Avengers e difende gli alieni perché Loki gli fa sesso. Immagina il popolo a bocca aperta e gli Avengers che non sanno cosa fare o dire, perché qualsiasi cosa facciano o dicano sarebbe discriminatorio. Il cattivo definitivo, chi lo frega quello? Son tutti bravi a dar contro a un cattivo che ammazza bambini, ma un bullo gay? Non puoi fottere con un bullo gay. Pensa la popolazione divisa che lo giustifica, dice che Gayman mena perché il mondo è omofobo, come lo contrasti? Con il classico supereroe bianco etero ricco e intelligente? Non puoi. Vince Gayman»

Si siede al posto del guidatore, gira la chiave.
La 600 sussulta e si mette in moto.

«Ecco, attieniti alle tue specifiche competenze» dico.
«Eh, anche tu. Fai una cosa, scrivile ‘ste robe. Supereroi handicappati in un mondo sull’orlo del collasso che però li odia»

Mi blocco, incredulo: «Cristo, hai appena descritto la trama di Watchmen»
«Ha fatto successo?»
«Enorme» mormoro.
«Vedi? So quello che dico. Basta coi wannabe fighetti, racconta una storia di gente fica sul serio»

 

Mezz’ora dopo sono al telefono col mio editore.
Piange e si ostina a ripetere che sono una persona disturbata.