Una rivoluzione senza un ballo è una rivoluzione che non vale la pena fare.





Trentamila persone si sono trovate in piazza del Popolo a Roma per ballare Gangnam style. Lo stesso giorno da un’altra parte di Roma i soliti studenti si sono ritrovati per fare le solite proteste contro il solito governo. Erano molti meno, anche se non lo dice nessuno.

 
 
Nascono polemiche.


I protestanti, col tono piagnucoloso tipico di Max Biagi nel dopogara con Valentino, accusano i flashmobbisti di non pensare al loro futuro; di aver preferito ballare mentre loro facevano sentire la loro voce, quella che dice NO BASTA STOP NIENTE VATTENE con davanti qualcosa. Quello che intona “abbiamo un sogno nel cuore/Tiziocaio a San Vittore”, “Tiziocaio vieni a pescare con noi ci manca il verme”, “Tiziocaio, Tiziocaio, vaf-fan-culo”.



Hanno detto che mentre ad Atene, a Madrid o a Lisbona la gente scende in strada per far sentire la propria voce noi italiani preferivamo ballare Gangnam style.

 
Ora, tutti voi sapete chi è PSY. Un coreano tracagnotto che ha fatto un singolo, l’ha messo su Youtube, ha fatto il giro dell’emisfero terrestre totalizzando oltre 700 milioni di visualizzazioni e ha finalmente dimostrato l’esistenza della Corea. Il ballo si divide in due passi. Il primo è questo:
 
 
 
 
Il secondo è questo.

E’ un ballo divertente, ma non è la macarena. La macarena era un ballo di gruppo senza senso, il cui scopo era vendere dischi, rovinarmi l’estate e spingere Ricky Martin a fare outing. 



Questi due passi invece sono tutt’altro.

Il primo simula un uomo che cavalca. E’ un quarantenne ricco abbastanza da potersi permettere di andare a equitazione, ma come tutti gli arricchiti si prende troppo sul serio, non accorgendosi che senza cavallo è ridicolo. Il secondo è lo stesso uomo che questa volta cerca di approcciarsi ad una donna. Anche qui, però, si tira un sacco di pose. La parte sopra è ingessata, solo le gambe tradiscono l’intento sessuale. 
Mi viene in mente solo un altro uomo in grado di raccontare una scena e una sensazione con un passo che dura meno di due secondi: Charlie Chaplin.
 
 
 

Ricondurre il successo intergalattico di questo pezzo ai VIP che l’hanno riproposto è ridicolo e, ogni volta che sento questa puttanata, il mio freezer ha meno spazio. Gangnam style è nata in rete ed è entrata nei radar dei VIP molto più tardi, come quasi tutta la roba valida che sentite in radio, TV e giornali. Son robe ciulate qui e lì e rivendute ai soli individui che non hanno Internet, ossia vecchi e concorrenti del Grande Fratello.



PSY deve la diffusione al fatto che è più di un ballo: è un peto nel boccaglio di quelli che si prendono troppo sul serio sulla base di nulla. La nostra è l’epoca dei wannabe. Vediamo questi atteggiamenti tutti i giorni nei posti più disparati. Negli uffici dove l’incapace s’atteggia a manager, nei bar dove vecchi con la terza media concionano, nelle discoteche dove urlano “lei non sa chi sono io”, nel comico che parla di economia, nelle piazze dove studenti parlano di bilanci, su Facebook dove gli idioti fanno i poeti e gli sciachimisti fanno gli scienziati, in televisione dove la Guzzanti fa la comica, nei blog dove manovali fanno i giornalis

 
i bodybuilder scrivono di spor
 
 
E’ una figura talmente chiara, un’immagine talmente potente che accomuna tutto il mondo, dalla marina degli Stati Uniti agli studenti tibetani, dal falegname di Mestre al segretario generale delle Nazioni Unite.
 
 
 
 
Quando tutto l’occidente balla la stessa cosa in una crisi economica che riduce i consumi e stronca il futuro, quando una piazza si riempie di trentamila sconosciuti uniti da un ballo di due secondi non è solo un flashmob: è qualcos’altro. Queste persone non sono uscite per spaccare vetrine, incendiare automobili, saccheggiare supermercati o lanciare sassi. Non sono uscite per chiedere pietà, frignare, commiserarsi o sfogarsi: sono uscite per ballare.


Hic manebimus optime.

E’ uno dei messaggi più devastanti possibili. 



Una dichiarazione di potenza umana e di legame interpersonale che nessuno spread potrà mai sconfiggere o sostituireIl ballo sul Titanic era quello di una banda di cacasotto che si rifiutavano di vedere quello che succedeva. Gangnam style è l’opposto. Viene da un mondo che sa benissimo di essere nel bel mezzo della terza guerra mondiale e nonostante tutto balla. Nonostante i partiti, gli imprenditori suicidi, i giovani disoccupati, le accise sulla benzina, il populismo, le multe, le tasse, le guerre, il terrorismo, le proteste, le molotov della Grecia, la primavera araba, la criminalità, la mafia, le aziende chiuse, le elezioni, la corruzione, l’entropia, le relazioni via computer. 



Balla lo stesso.
 
Non importa se hai la cravatta o l’elmo, dice, balla e io ballerò con te. Sono tempi duri, ma tu esci e balla con me. Non so cosa ci aspetta domani, ma qualunque cosa sia la affronteremo insieme, quindi balla con me. 

Magari mi sbaglio, però quando ho visto il flashmob ho pensato “alla fine ce la faremo”. E in tempi come questi, per me è una rivoluzione.