Trentamila persone si sono trovate in piazza del Popolo a Roma per ballare Gangnam style. Lo stesso giorno da un’altra parte di Roma i soliti studenti si sono ritrovati per fare le solite proteste contro il solito governo. Erano molti meno, anche se non lo dice nessuno.
I protestanti, col tono piagnucoloso tipico di Max Biagi nel dopogara con Valentino, accusano i flashmobbisti di non pensare al loro futuro; di aver preferito ballare mentre loro facevano sentire la loro voce, quella che dice NO BASTA STOP NIENTE VATTENE con davanti qualcosa. Quello che intona “abbiamo un sogno nel cuore/Tiziocaio a San Vittore”, “Tiziocaio vieni a pescare con noi ci manca il verme”, “Tiziocaio, Tiziocaio, vaf-fan-culo”.
Hanno detto che mentre ad Atene, a Madrid o a Lisbona la gente scende in strada per far sentire la propria voce noi italiani preferivamo ballare Gangnam style.
E’ un ballo divertente, ma non è la macarena. La macarena era un ballo di gruppo senza senso, il cui scopo era vendere dischi, rovinarmi l’estate e spingere Ricky Martin a fare outing.
Questi due passi invece sono tutt’altro.
Ricondurre il successo intergalattico di questo pezzo ai VIP che l’hanno riproposto è ridicolo e, ogni volta che sento questa puttanata, il mio freezer ha meno spazio. Gangnam style è nata in rete ed è entrata nei radar dei VIP molto più tardi, come quasi tutta la roba valida che sentite in radio, TV e giornali. Son robe ciulate qui e lì e rivendute ai soli individui che non hanno Internet, ossia vecchi e concorrenti del Grande Fratello.
PSY deve la diffusione al fatto che è più di un ballo: è un peto nel boccaglio di quelli che si prendono troppo sul serio sulla base di nulla. La nostra è l’epoca dei wannabe. Vediamo questi atteggiamenti tutti i giorni nei posti più disparati. Negli uffici dove l’incapace s’atteggia a manager, nei bar dove vecchi con la terza media concionano, nelle discoteche dove urlano “lei non sa chi sono io”, nel comico che parla di economia, nelle piazze dove studenti parlano di bilanci, su Facebook dove gli idioti fanno i poeti e gli sciachimisti fanno gli scienziati, in televisione dove la Guzzanti fa la comica, nei blog dove manovali fanno i giornalis
Hic manebimus optime.
E’ uno dei messaggi più devastanti possibili.
Una dichiarazione di potenza umana e di legame interpersonale che nessuno spread potrà mai sconfiggere o sostituire. Il ballo sul Titanic era quello di una banda di cacasotto che si rifiutavano di vedere quello che succedeva. Gangnam style è l’opposto. Viene da un mondo che sa benissimo di essere nel bel mezzo della terza guerra mondiale e nonostante tutto balla. Nonostante i partiti, gli imprenditori suicidi, i giovani disoccupati, le accise sulla benzina, il populismo, le multe, le tasse, le guerre, il terrorismo, le proteste, le molotov della Grecia, la primavera araba, la criminalità, la mafia, le aziende chiuse, le elezioni, la corruzione, l’entropia, le relazioni via computer.
Balla lo stesso.
Magari mi sbaglio, però quando ho visto il flashmob ho pensato “alla fine ce la faremo”. E in tempi come questi, per me è una rivoluzione.