Asso Merrill: per i bulli non tifa nessuno, ma ti cambiano la vita



Nel 2003 la mia vita si avvicina al punto di non ritorno.





Con la musica il rapporto età/risultati scricchiola. Faccio servizio civile da dei bastardi che mi fanno falsificare tessere in modo da giustificare i fondi statali. La stima che ho di me crolla e per distrarmi tra una firma falsa e un nome inventato cazzeggio in rete. Trovo un forum dove scrivere le puttanate che trovate qui; posso scrivere solo di giorno, perché dove abito non c’é connessione.

Nel forum conosco RRobe, sceneggiatore dei fumetti John Doe, Detective Dante e Dylan Dog. Mi dice che sono bravo a scrivere e che dovrei continuare.
Finito servizio civile con una chiavetta wifi potenziata con l’alluminio riesco a sniffare la connessione dell’ufficio di fianco. La uso solo di notte per non intasargli la banda e, spinto da RRobe, nel 2007 inauguro Proeliator. 

La vita seguita a ingarbugliarsi. Scrivere vaccate mi tiene su di morale, solo che tra lavoro di giorno e Internet di notte non dormo una madonna. La famiglia collassa per motivi che non è il caso di raccontare. Faccio lavori di merda, tutti in nero. A 27 anni sono senza una laurea, senza un lavoro fisso né prospettive, senza soldi, con una famiglia nella merda e una fidanzata psicopatica che mi domanda se abbiamo soldi per andare in Egitto.

Però ho un blog con sette lettori.






RRobe invece è già una blogstar con  tonnellate d’accessi, una carriera folgorante e un sacco di bei contatti tra Roma e Milano. Gli piace leggermi, così mi fa pubblicità sul suo blogMi chiede persino di scriverci un paio di pezzi (qui e qui). Parla di me a Micol Beltramini, scrittrice di Milano e sua morosa dell’epoca. Lei gira Proeliator ad Alessandro Q Ferrari che sta mettendo su una ciurma di pirati per una rivista cartacea da proporre in Mondadori. Mi legge e s’innamora.




Io di tutto questo non so nulla.
La sera mollo la pazza dopo l’ennesima litigata, mi prendo una sbronza vergognosa, rovino la fiancata della macchina contro un guardrail e torno a casa. Guardo trenta volte di fila il nostro videoclip, chiudo e realizzo che non ce la faremo. E’ matematica. Il punto di non ritorno arriva lì, quando devi davvero decidere se suicidarti per fede o frenare per autoconservazione. Gattaca ha ragione: ce la fai solo se non risparmi le energie per tornare indietro. Devi scegliere se è meglio un cantante fallito o un manovale incazzato. La tua passione è scrivere, lo è fin da quando sei un bambino, ma prima o poi la realtà viene al tavolo e t’informa che devi ordinare, perché le cucine stanno chiudendo. 

Trovo un messaggio sul blog: “Ciao, non sapevo come contattarti, sono un amico di RRobe. Ti va di venire a Milano? Abbiamo un progetto in cantiere e ci servirebbe uno che scrive come te.” 


Sting dice che nel buio una candela brilla più del sole.
Io vedo una supernova alle 3.40 di una notte di dicembre.







A Milano l’aria profuma di opportunità e rinascita. Alessandro, con infinita pazienza, mi porta in un ufficio vero, presentandomi il progetto e lo staff. La rivista è stupenda, in Italia una roba del genere non s’è mai vista e solo l’idea di entrarci mi esalta. Grazie a loro finisco a casa di Tania Cagnotto e scrivo un’intervista strepitosa. La risposta alla seconda domanda che vi è venuta in mente è “volendo, sì”. Il progetto della rivista viene cassato da Mondadori perché “lontano dalla propria linea editoriale”. Era appena arrivata Barbara B. e c’era clima da purghe staliniane. Uno di quelli della commissione, però, dice che due penne gli piacciono. La prima è Ale. 

La seconda sono io. 









Entro in redazione di Men’s Health il 18 gennaio del 2011 ascoltando in cuffia “When Johnny comes marching home”. Magari a voi pare una vaccata, ma è stata la cosa più bella, grande, epica e straordinaria che potesse succedermi. Niente al mondo è paragonabile alla sensazione che provi quando qualcuno investe su di te. Con il tempo entro nell’ambiente. Propongo articoli a Cosmopolitan e piacciono. Mi chiedono di fargliene altri e un passo alla volta cresco. Forse non succederà niente, forse sì. Dipende da come me la gioco e grazie a Dio ho un’indole competitiva. 

Tutto questo è stato possibile solo grazie a Roberto e Alessandro.

RRobe non l’ho mai ringraziato perché è idrorepellente ai sentimentalismi (no homo). Quando ci siamo conosciuti a Venezia l’occasione è mancata perché era il Redentore e lì si fa festa e basta.

Però ci hanno fatto una foto.


Molti lo odiano, altri lo amano, tutti ne parlano. Ho pensato a molti modi per pubblicizzare il suo libro appena uscito. Visto che è autobiografico ho deciso che la cosa migliore fosse attenermi ai fatti, perché parlano sempre più forte. A me Asso Merrill ha cambiato la vita. Per questo un giorno gli scoperò la morosa.







Voi nel frattempo date una possibilità al suo libro, perché merita.