Una allegra famiglia compra una gatta, la gatta si fa ingravidare e da alla luce sette sculture di arte moderna. L’unica tecnicamente viva viene battezzata “Zatarra”, un oggetto semovente dalle fattezze vagamente feline con una sola zampetta di quattro centimetri, una coda bloccata a L, il pene, i testicoli e le mammelle. Full optional, il primo gatto travestito del mondo, se non fosse per un piccolo problema: non ha il buco del culo.
Sì, avete letto bene.
Zatarra non ha il condotto di scarico, è tappato.
Ora, in queste condizioni le aspettative di vita sono quelle di un gavettone in pieno agosto. E’ proprio fisica elementare, la certezza che entro pochi minuti Zatarra diventerà un enorme Pouf da salotto rigonfio di merda. La famiglia ferrarese, tuttavia, non si perde d’animo: telefona ad un veterinario che domanda di portare Zatarra in ambulatorio. La famiglia risponde che Zatarra deflagrerà molto prima, perché sta succhiando il latte dalla madre che con una certa apprensione lo guarda gonfiarsi come un pallone aerostatico. Il veterinario domanda allora di guardare se Zatarra ha il condotto sigillato o è nato privo di intestino, al solo scopo di compiere un atto terroristico. La famiglia assicura che una macchietta scura c’è. Il veterinario, a questo punto, dice che è necessario compiere un’incisione, che arriverà lì quanto prima ma che se è un’emergenza devono incidere loro.
La famiglia ferrarese già ama Zatarra, piccolo e teneroso Bin Laden. Così improvvisandosi medici pugnalano Zatarra nel culo usando la macchia scura come bersaglio. A quel punto invece che sangue esce merda e questa specie di sacco d’organi è salvo. Vivrà. Il veterinario si presenta con una reflex e due testimoni dieci minuti dopo. Fotografano Zatarra, si fanno dare i nominativi di chi le ha venduto una gatta madre tanto prestigiosa e se ne vanno.
Due settimane dopo il veterinario pubblica un articolo su una rivista scientifica, lamentando del fatto che Zatarra è spirato in seguito ad una sua morbosa attrazione per le condutture elettriche scoperte. Perché è così: Zatarra, nel suo solo ed unico spostamento, si è autodistrutto. Usando la coda e la sola zampetta come pungolo ha arrancato per 20 metri, ha raggiunto il cavo di una lampada alogena e l’ha mordicchiato fino a folgorarsi, riuscendo almeno a far cortocircuitare la centralina di casa. Una vita di 48 ore solari dedicata alla distruzione dell’essere umano.
Addio, Zatarra.
La tua breve vita, il tuo odio per l’uomo, sono la più grande metafora delle rockstar.