Un mio amico si porta dietro l’hard disk per fare il backup dei miei suoni e delle basi ogni tre giorni. Questo giro gli offro la cena, mi pare il minimo. Mentre spignatto e ci raccontiam i vari casini mi dice che s’è tirato giù un porno che “devo vedere assolutamente”. Finita la bistecca ci mettiamo davanti al piccio e come ai tempi dell’adolescenza visioniamo questo capolavoro del cinema. Quando eravamo in cinque era più divertente, ma vabbè. Parte.
Interno di una casa.
Un donnone dagli zigomi botulinati borbotta qualcosa al telefono. Stacco, porta si apre con un tizio che tiene un cartone di pizza in mano all’altezza della vita. Il tizio esordisce dicendo “fuck yeah, bitch”. Lei per nulla offesa da questo epìteto apre il cartone trovandovi una pizza pane, pomodoro, mozzarella, prosciutto, funghi e un pene eretto che scatta su come una molla. Positivamente colpita da questo esotico condimento agguanta la proboscide, appoggia la pizza sul pavimento e attacca a succhiare come un calippo. La scena si sposta in salotto, dove la raccoglitrice di funghetti si denuda lasciando intravedere due tette cibernetiche che puntano con odio qualunque cosa. L’uomo, per nulla intimidito da tali aberrazioni umane, le tasta, giocherella coi capezzoli nell’indifferenza di lei, di lui, di me e del mio amico.
Anche il Media Player è un po’ imbarazzato.
Ora il candido giglio pretende il piatto forte e alza il vestitino mostrando un culo con tante di quelle smagliature da sembrar la bandiera americana. Di stelle ce ne son solo due, però.
«Fuck yeah» mormora l’uomo «fuck yeah»
Lei lo guarda maliziosa, scoprendo le sue grazie come ho visto fare solo ad una pescivendola anni fa. Ma lei tagliava a mannaiate le teste delle orate, Cristo, questa invece piazza il culo a pecora con la stessa semplice naturalezza con cui un prete giunge le mani. A quel punto c’è uno spostamento d’aria, il cameraman piagnucola “oh God”, il fantasioso pizzaiolo ha un cedimento e la telecamera vacilla. Io e il mio amico urliamo “uoh!” e facciamo un salto così sulle poltroncine.
Non è una vagina, è un imbuto da petroliere.
L’ano è largo come un avambraccio, da cinque metri è possibile una rettoscopia con vista su colon e fegato e ehi, abbiamo la gola arrossata. Il pizzaiolo si fa coraggio ed infila il pene in quella specie di caverna mentre lei geme compiaciuta. Nel silenzio di un pomeriggio americano osservo un uomo tentare di trarre piacere agitando il proprio scroto all’interno di una pentola da pastasciutta.
La donna urla come se stesse partorendo. L’uomo si muove e con lo sguardo dice al cameraman “per me era rigore”. La telecamera annuisce impercettibilmente. Mi giro verso il mio amico e dico che per me può bastare. Lui mi dice che no, il bello arriva alla fine. Non mentiva. Improvvisamente, colto da un moto di orgoglio, l’uomo si risveglia: la gira e comincia a schiaffeggiarla, ma con quel fior di scudo di botulino è come fare a cuscinate. Il momento è drammatico, il primo piano degli occhi di lui sono quelli dei manga giapponesi quando scoprono l’effettivo potere del nemico. Come sconfiggerla? COME? E allora lui, Lui, LUI, LUI CHE IN QUEL MOMENTO E’ LA NAZIONALE MASCHILE DEL MONDO, LUI, prende la pizza e la schiaccia in faccia alla donna, che inorridita emette uno strillino. Con decisione disperata il pizzaiolo a cazzoni (non so dirla meglio) trova la bocca e ci infila il pistone dell’amore. A quel punto eiacula urlando “YAAA-HAAA!”.
Sfumatura, titoli.
Domani mi licenzio e divento pony express, è deciso.