Hai l’anziana madre in casa, sei senza scaldabagno: risolvere il problema o drogarti fino a dimenticarlo?
Un vero uomo non dubita, e Ario nemmeno. Sarà un pomeriggio tra polvere di fata, trans clandestine e rum da dolci. Un infame caldaista tenta di derubarlo, improvvisa un sequestro di persona ma il piano fallisce grazie all’arrivo di Pamela, giovane e saccente poliziotta che Ario ha già picchiato nei giorni precedenti.
L’anziana madre offre succhi di frutta all’AIDS e si lancia in un interrogatorio imbarazzante per lei e per noi, ma non c’è tempo da perdere: a Cala Cadone è emergenza scippi. La polizia brancola nel nullafacentismo, le vecchie perdono le borsette: solo un drogato erotomane come Ario può aiutare Pamela a risolvere il caso.
Attorno a loro, strani personaggi senza account social come Marco, un giornalista boomer rimasto schiacciato da giuochi di potere più grandi di lui. Farà la sua mossa, così come la procace Svetlana estrarrà ben altro che conigli dal cilindro.
Fiumi di botte, sessismo gratuito, omofobia a sprazzi, ignoranza e blasfemia rendono il secondo capitolo della saga “ARIO: MEZZO POLIZIOTTO, QUASI CRIMINALE” uno spaccato dell’Italia fuori da Internet.
Un poliziottesco scritto da un idiota? Forse. Ma con tanta passione.