1944: la guerra di Citrullone

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Nel 1933 i tedeschi sognano una Germania piena d’arte e cultura, con un commercio fiorente e un futuro prospero. Per rendere questo sogno possibile prendono un imbianchino molto arrabbiato e gli danno poteri illimitati. Dieci anni dopo ci sono stock di lampade in pelle umana invendute, città ridotte a crateri, i treni sovraccarichi, cenere di ebreo dappertutto e il resto del mondo che s’avvicina con un preservativo in carta vetrata. I pochi soldi sono stati spesi per finanziare la ricerca del sacro Graal sul Tibet o le vacanze per la fica di prima scelta.

«Detta così sembra che io sia un pazzo, pazzo imbecille» ride Hitler, nel suo palazzo a Berlino «ammetto che qualche dettaglio sia ancora da limare, ma ho un’idea che ribalterà le sorti della guerra»
«Tipo segare i bambini gemelli a metà e provare a ricomporli, mein Fuhrer?»
«Haha, forte quella. No»
«Allora come quando abbiamo provato a vedere se si potevano trapiantare muscoli graffettandoli
«Sarebbe stato comodo. Comunque no, questa è un’idea coraggiosa, rischiosa, rivoluzionaria»
«Come quando abbiamo gassato col fosgene la gente per vedere se qualcuno diventava immune
«CAZZO! Me l’ero scordata, quella! Qualcuno poi è diventato immune?»
«No»
«Hm. Questo comunque è un piano tattico, ragaz. Come potete vedere dalla cartina ci sono tizi che ci si vogliono inculare qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui e qui»
«Bè, potremmo contattare questa nazione e chiedere se si allea con noi»

«Quella è l’Antartide, Goebbels»
«Quanti carri armati ha?»

«Gli americani sono sbarcati in Francia» prosegue Hitler, ignorandolo «e cosa fa un genio in questi casi?»
«Le valigie per il Venezuela» sorride Himmler, sventolando un biglietto.
«No. Agisce» replica Hitler, strappandoglielo di mano «attacca dove nessuno si aspetta. Rischia. Osa. Ho già il nome dell’eroe nazista che ci farà vincere la guerra»

Non Citrullone, prega Himmler a denti stretti, non quella faccia di cazzo d

 

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Citrullone, all’anagrafe Otto Skorzeny, nasce a Vienna nel 1908. La Natura con lui è assai generosa; in un’epoca dove l’altezza media è di 166 centimetri, Citrullone fa due metri e dieci per cento chili. La sua stazza gli impedisce di avere un qualunque dibattito intellettuale perché tutti gli danno ragione e fuggono. A ventidue anni la sua personalità è quindi irrimediabilmente forgiata a insigne coglione e si iscrive al partito nazista. Prova a entrare nell’aviazione. Lo segano perché data la sua mole, stretto nella carlinga di un caccia, se tira un peto si eietta. Lo vorrebbero in fanteria a respingere bombe a racchettate, ma gli uomini di rado assecondano i loro talenti: Citrullone vuole valorizzare il suo lato intellettuale, così lo mettono a malincuore nelle SS.

E’ come mettere Margherita Hack in un campo da rugby.

Citrullone colleziona subito una surreale sequela di fallimenti tali da far sembrare scaltri persino i 12,000 elettori di Renzo Bossi. Lo mandano in Russia, fallisce. Lo mandano Medio Oriente, fallisce. Tenta di rapire Tito, fallisce. Le SS capiscono quindi di avere a che fare con un follower di Barbie Xanax ma non possono dirglielo, anche perché per contraddirlo bisognerebbe chiamarlo herr obersturmbahnfuhrer, grado militare che nessuno riesce a pronunciare senza soffocare. Optano per ridurre le sue mansioni a livello “faccio le doppie voci ai rapper”. Nella liberazione di Mussolini dal Gran Sasso il ruolo di Citrullone consiste solo nel dire che è sul Gran Sasso. Lo dice e si piglia il merito di tutta l’operazione. Piovono punti stima dall’opinione pubblica che in lui vede il ritratto dell’ariano alto, forte, intelligente e soprattutto con un grado mai sentito, quindi importante. Tipo tropical fruit senior seller manager che è l’omino del cocco in spiaggia. Hitler e il popolo lo adorano. Il resto dell’esercito lo considera un ingombrante fermaporta.

«WAS?!» sbotta Himmler, inorridito «MA MEIN FUHRER! PERCHE’ LUI?!»
«Otto ha un piano per farci uscire dal pantano»
«OTTO HA UNA PISTA PER LE MACCHININE E CI FA ANDARE I TRENI!»
«Sciocchezze. Infiltrerà mille e mille soldati tedeschi dietro le linee nemiche fino a raggiungere il quartier generale di Eisenhower e catturarlo, vivo o morto»

Himmler crolla sulla sedia.

«Sei senza parole, eh, volpe del deserto?»
«Ma vaffanculo»

Si va a preparare l’operazione Grifone.

 

 

 

LA PREPARAZIONE

Il primo problema da risolvere è che nel 1944 la soldataglia tedesca era composta dagli scarti genetici del peggio sottoproletariato. Nel piano di Citrullone 3000 zappamostro che faticavano a elaborare pensieri diversi da mangiare-bere-scopare avrebbero dovuto destreggiarsi in mezzo ad altri zappamostro americani. Gli fanno test d’intelligenza tipo “inserisci la stella nel buco a stella”. 200 inghiottono la stella, 200 tentano di morderla, 100 se la ficcano nel culo, 500 la piallano a revolverate per inserirla nel buco tondo, 1000 si uccidono tentando di inserire la propria testa nel buco e alla fine di 3000 ne restano circa 600, nessuno capace di parlare inglese.

A rileggerlo sembra il mio ritratto, ma pazienza.

Viene quindi indetto un bando d’arruolamento “per tedeschi capaci di parlare inglese e volenterosi di servire la Germania nazista”. Si presentano in dieci. Uno di loro è il caporale Fritz Christ, 21 anni, insegnante d’inglese alle elementari. Fritz temeva che prima o poi lo Stato l’avrebbe mandato nel tritacarne della trincea, così quando legge il bando suppone si tratti di un incarico intellettuale ben distante dal fronte. Entra in caserma, fa la visita di routine, firma in mutande un patto di riservatezza.

«Ora cosa devo tradurre?» domanda Franz.
«Tradurre? Raggiungi i tuoi camerati in piazza d’armi, snell»
«Dobbiamo fare traduzioni di gruppo?»

 

DIARIO DI FRANZ
Giorno 1
Il sergente ci ha fatto vedere un sacco di film americani e ci ha insegnato che loro non fumano le sigarette fino alla fine. Non capisco.
Giorno 2
Il sergente ci ha fatto vedere altri film americani dove i soldati sparano tenendo il fucile all’altezza della vita, "non in alto come facciamo noi". Ho detto che non ho mai sparato un colpo. Ha risposto che non c’è problema. Direi che il piano per stare lontano dal fronte procede a gonfie vele.
Giorno 3
Oggi mi hanno fatto tenere una lezione d’inglese per insegnare ai miei camerati a pronunciare “fuck yeah”, “motherfucker”, “hamburger”, “Mississipi” e “Ro-do-tà”. In classe alcuni dormivano, uno s’è sparato nel piede per errore e uno ha ribadito con forza che lui doveva solo consegnare due capricciose e una margherita. Siamo comunque lontani dal fronte.
Giorno 4
Altri film americani. Alla fine della proiezione il sergente maggiore ci ha detto di provare a fare conversazione tra di noi in inglese. Ho detto al mio vicino di poltrona “hi, my name is Franz” e lui mi ha massacrato di botte. Scrivo dall’infermeria. Lontano dal fronte.
Giorno 8
Uscito dall’infermeria mi hanno consegnato un’uniforme americana. Ci fanno andare in giro sulle jeep. E' divertente, finché non vanno verso il fronte.
Giorno 9
Ci hanno tolto un dente e l’hanno sostituito con una capsula di cianuro. Inizio a sospettare il mio piano non stia andando come previsto. Dopo pranzo siamo entrati nella camerata per lavarci i denti e mi sono quasi assassinato con il filo interdentale. Domani ci portano da qualche parte. Non hanno detto dove. Forse una proiezione.
Giorno 10
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Bonn, accampamento militare. Citrullone tiene un briefing ai dieci ufficiali che dovranno partecipare e guidare l’operazione. Fino a quel giorno, per ovvi motivi di sicurezza, nessuno aveva detto loro di cosa si trattasse. Ad assistere ci sono anche Hitler e i suoi consiglieri più fidati.

«L’obiettivo è Fontainebleu» dice Citrullone, camminando su e giù davanti alla mappa «attraverseremo la foresta fino al quartier generale americano, vicino a Parigi. Qui c’è Eisenhower. Lo prenderemo vivo o morto»
«Qui dove, sta indicando mezza Francia» domanda Fritz.
«Che ne so, lo cercheremo una volta arrivati. Passeremo dal Belgio e nel tragitto eseguiremo operazioni di sabotaggio, cose che esplodono, indicazioni sbagliate, scherzi telefonici, roba divertente»

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«Allora ok, riporto le pizze indietro» dice uno degli ufficiali, alzandosi.
Lo rimettono seduto.

«Scusi, herr obersturmwuber, parliamo inglese in dieci su seicento. Come riusciremo a fare più di venti metri senza essere trasformati in colapasta?» domanda Franz.
«E qui è la parte geniale!» esclama Citrullone «se qualcuno dei nostri supercafoni viene avvicinato da un americano basterà dica “sorry” per poi calarsi le braghe fuggendo come se fosse colto da attacchi di diarrea»

 

 

 

«Ok, a parte le battute» chiede Fritz.
«Quali battute?»

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Sì. 600 imbecilli vennero sguinzagliati nelle foreste del Belgio senza equipaggiamento, preparazione o addestramento e con l’arma suprema di fingere di cacarsi addosso in caso di sgamo. Inoltre, per aumentare le già ridicole possibilità di successo, quest’operazione venne tenuta segreta anche all’esercito nazista.

«Signore, con lo scarsamente dovuto rispetto, cinquecentonovanta persone che soffrono di dissenteria? Cosa siamo, i fan dei Club Dogo?»
«Capisco il suo scetticismo, tenente Fritz Christ, ma le assicuro che funzionerà»
«Questo piano fa cagare»
«Sarà bello Orfani»

 

L’ESECUZIONE

Non appena paracadutati nel bosco gli infiltrados scoprono di non avere pensato a un problema: come riconoscersi tra di loro. I primi ci stanno ancora pensando quando vengono sterminati perché stanno in quattro su una jeep su cui gli americani vanno sempre e solo in due. Altri si perdono, appena vedono passare una pattuglia nazista sbucano fuori in uniforme americana urlando “oh camerati aiutateci” e mitragliati. Nel frattempo tra le truppe regolari si diffonde la voce di soldati americani che parlano tedesco. Questo rende paranoici tutti, la paranoia viene trasmessa via radio agli infiltrati che si convincono a loro volta gli americani si travestano da tedeschi.

«No, scusa, Hans, ricapitoliamo» dice il soldato Gunther, sussurrando accovacciato nel buio del bosco «noi siamo i buoni e gli americani sono cattivi»
«Ja»
«Noi però ci travestiamo da cattivi per uccidere i cattivi»
«Ja»
«Adesso però veniamo a sapere che ci sono dei cattivi che si travestono da buoni per fare i cattivi»
«…Ja. Come noi»
«Ma chi ci dice che i cattivi che si travestono da buoni per fare i cattivi in realtà non siano buoni travestiti da cattivi per fare i cattivi con i cattivi

 

 

 

 

 

 

 

 

«Was?»

«Intendo dire, prendiamo uno di noi. Ariano, nazista, buono. Ci travestiamo da americani per colpire gli americani. Allora loro si travestono da nazisti per colpire i nazisti. E se alcuni di noi avessero deciso di travestirsi da americano che si traveste da nazista?»

«Sarebbe in divisa da nazista, testa di cazzo»
«Ja. Ma allora perché ci sparano?»
«Perché siamo vestiti da americani!»
«E se invece fossero americani travestiti da nazisti per colpire i nazisti che si travestono da americani, cioè noi? Da cosa si travestirebbero?»

 

 

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Alcuni dei 600 infiltrados vengono assaliti da profonde crisi d’identità. Il gruppo più vicino a Fontainbleau viene notato da un altro gruppo che li scambia per veri americani e li attacca. Quelli si barricano in un casolare e ingaggiano uno scontro a fuoco urlando “americani di merda” e ricevendo “no, voi americani di merda”. Il baccano della sparatoria giunge all’orecchio di una pattuglia di tedeschi che giunti sul posto non capiscono perché gli americani si sparino tra loro, nel dubbio ordinano via radio un bombardamento. La Luftwaffe non sa un cazzo dell’operazione Grifone così passa a volo radente e stermina tutti.

E anche questo è successo davvero.

Il gruppo di Fritz viene fermato a un incrocio da una pattuglia USA. Per fare il brillante il nostro chiede se hanno “petrol” per lo zippo. L’americano dice “gasoline”. I cowboy mangiano la foglia e chiedono i documenti. Una sessantina di uomini si calano le braghe contemporaneamente e fuggono gridando “zorry”. Fritz fugge a bordo di una jeep guidata dal collega che, tenendo la testa china per schivare i proiettili, asserisce con convinzione di volersi licenziare dal lavoro di Pony express. Dopo due chilometri d’inseguimento sbandano contro un palo e si gettano fuori un istante prima che l’ultima speranza del reich esploda in una palla di fuoco.

Termina così l’operazione Grifone, mentre la carriera di genio del male Citrullone è appena iniziata. Ma questa, come si dice, è un’altra storia.