La luce in fondo al tunnel è un treno


Il tecnico saluta e si congeda.

«Ora che avete sistemato, fammi un bilancio dei danni» dice Casaleggio, guardando fuori dalla vetrata che si affaccia su Milano. Alle sue spalle, il capo analista scorre l’iPad.
«Dunque, pedina 98 è stato trollato da quelli della Zanzara che si sono spacciati per Vendola in un crescendo di puttanate che è terminato con un laconico ma chitteseincula da parte del vero Vendola»
«Che detto da lui fa effetto»


«Sì. Poi, pedina 102 s’è messo a farneticare di microchip sottopelle, pedina 57 alle Iene non ha saputo manco dire che cos’è la BCE, Peppe è partito coi vaniloqui dal retrogusto nazi, pedina 120 s’è dimessa, pedina 121 pretende la sostituzione degli assorbenti con delle coppette ecologiche»
«Coppette? Tipo la coppa del nonno?»
«Vampiro, però. Non ho idea, forse si riempiono, le svuotano per strada e se le rimettono. Non so dirle. Comunque ora grufolano nel ristorante del parlamento a spese dei contribuenti, ma dicono di averlo fatto a loro insaputa»
Casaleggio s’infila un dito nelle mutande, lo estrae e se lo porta alle narici. Rimane così per qualche minuto.

«Anche le tue sanno di aceto?» domanda.
«Come?»

«Annusa, annusa, senti anche tu» dice Gianroberto, sporgendosi «ha un che di acidulo. Tutte le consolle di casa mia hanno quest’odore. Annusa»

L’analista mette le mani avanti: «Ho… ho un brutto raffreddore. Possiamo occuparci di cose serie, capo? Serve un comandante, là sotto. I commenti sul blog e su Twitter sono catastrofici»

Gianroberto si sistema la permanente.
«E Banana? Dov’è?»

«Scomparso con una tizia che portava i caffè. Capo, l’opinione pubblica è passata in tre settimane da “fuck yeah conquistiamo il mondo” a “HO SBADATAMENTE VOTATO DEI CEREBROLESI”. Ci serve un nuovo comandante del cyberwarfare»

Casaleggio agita la mano, minimizzando.

«Mandate Byoblu»
«Ha retto meno di 48 ore, poi ha ragequittato quando sono saltate fuori le sue idee. Tipo che l’AIDS non esiste, che ha votato due volte per Berlusconi, che ha fatto una raccolta firme per convincere la sua ex a tornare con lui, che il suo pene non… non. La storia del figa-budget (in basso a sinistra) ha aumentato il coefficiente sfiga del 230% su scala Pupo. Ora dice che non parla coi giornalisti e capirà, un addetto ai rapporti stampa che si rifiuta di parlare con la stampa è utile come Megan Fox senza buchi»

Il guru annuisce. Sorride.

«E’ tutto inutile, presto sarà finita. Gaia sorgerà ugualmente. Comunque, se proprio vi serve un comandante…»


La situation room scatta in piedi trattenendo il fiato. Gli occhi sono così sgranati che basterebbe una pacca sulla spalla per farli rotolare a terra. Centinaia di teste sono voltate verso l’entrata mentre Davide, il figlio di Casaleggio, varca la soglia scortato dal capo analista e il capo influencer. Raggiunge la postazione di Nick Banana, osservandola con attenzione. Si siede. La sala è percorsa da un brusio incredulo. Una stagista adibita a toilette portatile sviene per l’emozione.

«Ma il nepotismo, la casta, e poi Casaleggio c’ha il figlio col posto figo in azienda?»
«Sssst, sei pazzo?»

Il figlio di Casaleggio si guarda attorno e le sue labbra si increspano in un sorriso.


«Attivare algoritmo SVG-4!» tuona.

Dal tavolo emerge un pulsante protetto da una cupola di plexiglass. Il figlio di Casaleggio la apre, svelando un pulsante verde a forma di mini Biowashball. La preme. Tutte le luci e i monitor si spengono. Dopo istanti di silenzio lunghi come ere geologiche si accende una minuscola lampadina verde, intermittente. Una voce femminile risuona metallica nel buio.

SI RICHIEDE COMANDO VOCALE.
«Davide Casaleggio» pronuncia.

COMANDO VOCALE RICONOSCIUTO. PRONUNCIARE PASSWORD.
«Hop hop gadget elicottero»

La luce verde si spegne. Dalle viscere della terra si percepisce il suono di qualcosa di gigantesco che si avvia, seguito da una vibrazione. Le pareti di cartongesso scorrono verso l’alto, rivelando file di monitor, il cadavere di Anne Nicole Smith sotto etere e centinaia di PC 386 a 66 MHz con sopra incollati milioni di arti di bambole. I monitor si riaccendono all’unisono con un ronzio.

SWG-4 IN STAND BY.

«Tecnici e gentaglia, ecco a voi l’algoritmo creatore del nuovo mondo. Non appena io e papi avremo accesso ai server della Difesa, niente e nessuno potrà fermare la democrazia diretta. Oggi è il giorno in cui prima l’Italia, poi l’Europa e poi l’occidente cadranno. Oggi è il giorno in cui il mondo verrà diviso in due. Oggi è l’avvento di Ga

BEEP



«Che cazzo è?» domanda il figlio di Casaleggio.
«I commenti sul blog, signore»
«Ma n

BEEP



«…non abbiamo tempo per quegli imbecilli, togliete il suono»

BEEP



«Ho detto di togliere l’audio!»
«Ma dobbiamo monitorare la volontà della rete, la democrazia diretta…»
«Chi se ne frega di quel branco di coglioni, non ci servono più. Ignorateli»

BE*
Le casse tacciono. 


«Stavo dicendo, oh inferiori: SWG-4. Ogni giorno milioni di persone scrivono spiegando le loro idee, le loro opinioni e i loro desideri. Lo fanno con SMS, MMS, post, email, commenti e tweet. Se noi potessimo accedere a tutte queste parole sapremmo esattamente cosa vuole la gente. Sapremmo sempre la cosa giusta da dire, in questo modo avremmo comunque abbastanza elettori dalla nostra parte. Presto il mondo si dividerà tra quelli che sono con noi e quelli che non hanno interazioni cibernetiche. Voi siete ignoranti e non capite come si può fare. Ma io e papi abbiamo intuito presto che le informazioni passano su dei server. Chi può avere accesso a tutti i server che vuole?»

«La… polizia?» tenta un influencer.
«Tsk. I servizi segreti. E chi comanda i servizi segreti?»
«Il governo»
«Esatto. E noi ora siamo il governo. Non appena avremo accesso a tutte le informazioni riservate potremo fare e sapere tutto quello che ci serve. Saremo una fulgida, splendida, brillante divinità che tutto vede, conosce e rivende. Ad esempio mettere fuorilegge i vaccini e abolire la ricerca contro cancro e AIDS, perché sono cose che non esistono. Noi lo faremo. La manovra del traditore che sedeva qui è servita solo a rallentare le cose. Ora cercate di sembrare intelligenti e preparatevi, o lo dico a mio padre»

Al primo piano della Casaleggio associati, Gianroberto si annusa il dito.
Tutto comincia ora.

















Svizzera



Il faggio brucia nel caminetto con una combustione lenta e silenziosa. Paola ascolta Nick smettere di ridere, beandosi del riverbero della sua voce tra le mura dello chalet. Fuori, l’azzurro e il gelo lunare trasformano la montagna innevata in un quadro immobile e distante, reale solo grazie al tremolio delle stelle. Paola si rannicchia sul tappeto. Chiude gli occhi.

«Sono felice» gongola.
«E ubriaca»
«Sono felice e ubriaca. Però insomma, in due giorni ho rivisto mia sorella e ora sto conoscendo mio padre, permetti?!»

Banana si rigira il bicchiere tra le mani.
Lo appoggia, sistema un po’ il fuoco.







«Perché non c’eri mai?»
«Per garantirvi una bella vita. I genitori servono a questo»
«Magari suona stupido, ma io volevo un padre, non un portatile. Mi hai sempre fatto gli auguri il mese sbagliato»
BZZT

«Quello era voluto. Io festeggio il concepimento, mica l’uscita. Così a ogni compleanno mi ricordo della notte in cui Cora e io ci divertivamo. Che senso ha festeggiare il giorno in cui hai squartato la passera di tua madre urlando tra schizzi di merda?» 

«Oh… oh, Cristo, papà!» inorridisce Paola.
«Quando avrai figli capirai» 
«Io non voglio figli» 
«Disse la pianta arrabbiata col cielo perché ha piovuto poco» sorride Nick.
BZZT
«Senti, rispondi a quel cellulare o no?»
«Nnnnon è importante» minimizza Paola.
BZZT

«Dai la buonanotte al tuo fidanzatino, forza»
«C-cosa ne sai?» avvampa la figlia.
BZZT

«Sedicesima fila, terzo posto. Quando gli davi il caffè impiegavi cinque secondi più del necessario. Fabio Baratta, 26 anni. Influencer di basso livello, gestiva appena 50 account. Due richieste di passaggio di grado, tutte respinte. Da me. Rispondigli»
BZZT

Paola è a bocca aperta. Fa per dire qualcosa, poi scuote la testa, si sporge e sfila il cellulare dalla giacca. Scorre il dito.

«Cia






La voce di Fabio sfuma lentamente nell’orecchio di Paola fino a diventare un ronzio indistinto. Lei non dice nulla. Dopo un minuto, chiude la telefonata senza salutare.

«Hanno ripristinato le connessioni. Grillo oggi ha visto Napolitano, vogliono i servizi segreti. Il figlio di Casaleggio ha preso il tuo posto. Fabio dice che lì dentro c’è un clima da terza guerra mondiale»

Nick fa una smorfia.

«Beh, non si può vincere sempre, tesoro»
«Come sarebbe “non si può vincere sempre”?! Papà! Hai idea di che danno possono fare?! Stiamo per mettere il ministero della Difesa e i segreti di stato in mano a gente che beve il proprio piscio per guarire dall’omosessualità! E’ gente che pianta tubi in giardino per purificare l’aria! STIAMO DANDO UNA CAZZO DI TESTATA TERMONUCLEARE IN MANO A CITA!!»
«Smettila di gridare, sei ubriaca»
«NO!»
«Tesoro, la maggioranza è questo: tu e tre idioti sul ciglio di un vulcano, tre di loro votano per tuffarsi perché “è divertente” e tu devi tuffarti con loro»
«Papà, fai qualcosa. Per favore»
«No. Ho fatto quello che potevo. Se i sondaggi dicono che li apprezzano, affari loro. Benvenuta nel mondo della democrazia online, dove con una raccolta firme si decide che l’AIDS non esiste»
«ALLORA NON AVRANNO NIENTE IN CONTRARIO A FAR FARE UNA TRASFUSIONE DI SANGUE INFETTO A LORO FIGLIO IN STREAMING DEL CAZZO, GIUSTO?!»





Silenzio.

«Jonestown» mormora Nick.
«Cosa?»
«Jonestown. Il più grande suicidio di massa della Storia. 911 morti, di cui 131 sotto i dieci anni. Stesso identico metodo. Parti da una base di malcontento, cresci con la contestazione, proponi vaghe teorie alternative e mondi perfetti basati su “unità, fratellanza, uguaglianza” e cazzate del genere e poi gli pompi nel culo una dittatura. A Jonestown il sogno di un mondo perfetto è finito con le madri che sparavano in bocca ai figli siringhe di cianuro»

«Non capisco»
«Se quella gente avesse potuto vedere il finale, sarebbero andati a Jonestown?»
«No»
«No, infatti»
«Dimmi cosa ti ser
«Che tu stia zitta» sputa Nick, guardando qualcosa che vede solo lui.

Paola si paralizza e quasi scatta sull’attenti. E’ di nuovo nella situation room  e quello è di nuovo il suo datore di lavoro. Osserva il volto di Nick alla luce del fuoco, così diversa da quella azzurrina dei monitor. Casaleggio ha un esercito, lui solo un cellulare.

Ma quello è il mio papà, pensa Paola. 
E gli occhi le diventano lucidi.
[continua]