Tra le scopate migliori della mia vita c’è un pezzo di fica originaria del Bangladesh ma cresciuta in Italia perché suo padre era finito sparpagliato da una detonazione terroristica; la madre l’aveva data in adozione assieme alla sorella di nome zzzip. Sfortunatamente qui la mia cerniera lampo si abbassa e la mia attenzione s’interrompe, ma non penso ci fossero chissà che sviluppi.
Comunque, Bangladesh. Fino a qualche tempo fa associavo questo nome ad un indistinto paese interamente coperto di rose, popolato da cuochi e donne obese vestite di stracci color giubbotto di salvataggio. Sbagliavo. L’oriente-non-troppo è un paese in via d’espansione, complesso e pieno di contraddizioni. Ogni giorno bisogna lottare per la propria vita, laggiù. Immaginate una giornata qualunque in periferia di Mumbai. Voi siete lì sul vostro trattore che girate in tondo dentro una pozza di fango e siete felici. Guardate verso l’alto e vedete Antilia, una raffinata abitazione costata due miliardi di euro ed alta 27 piani che offre una bellissima vista sulle peggio baraccopoli del mondo. E’ la casa di Mukesh Ambani, quarto uomo più ricco del mondo.
Ma non importa, voi avete la vostra pozza di fango, il vostro trattore e girate in tondo felici.
Ad un tratto senza preavviso dal bosco spunta un altro trattore, pare minaccioso. Poi un altro da destra, altri da sinistra. Alle vostre spalle, dappertutto. E’ un’imboscata di trattori. Sapevano che quella era la vostra pozza di fango preferita. Vi circondano. Sguardi truci, motori che sgasano, è questione di secondi e attaccheranno.
Capite che la migliore difesa è l’attacco, così partite a tavoletta girando in tondo, spruzzando fango da tutte le parti ed accecandoli momentaneamente. E’ fatta. Ora, con una piccola rincorsa, saltate il loro sbarramento come saltavate con la bicicletta: slanciate il busto verso l’alto ed il trattore vi seguirà. Funziona. Atterrate in una fontana di fango, sporchi ma liberi dalla loro infame trappola. Guidate verso la giungla, ma due trattori vi tagliano la strada. E’ finita. Ora dovrete combattere corpo a corpo contro una quarantina di tizi armati di bastoni. Non è uno scherzo, ma si può fare. Salite sul cofano del vostro trattore a petto in fuori, non li temete. Cominciate a ravanarli di botte mentre il suono di un argano a motore riecheggia nell’aria ogni volta che li scagliate in aria. Ce la state facendo, ma il secondo dopo siete al tappeto, intontiti: sono arrivati i tizi coi collari da renna.
I collari da renna sono un’arma tremenda anche grazie ai garuli campanellini che spaventano e confondono il nemico. Vi frustano come un ladro di cavalli mentre nell’aria risuona spensierato quel che sembra l’inizio di Merry Christmas. Riprendete la vostra concentrazione di straccioni guerrieri e sconfiggete questi sgherri. Non fate in tempo ad abbattere l’ultimo che WHAM, un trattore vi investe. Vi salvate grazie ai vostri riflessi fulminei che vi consentono di accucciarvi e di lasciarvelo passare sopra. Appena vi rialzate, un altro vi colpisce da destra. Non vi resta che rannicchiarvi dentro una sua ruota e girare come il criceto semiparalizzato di mia zia, che morì dopo essersi mangiato le proprie gambe per tutta la notte. Lo sgherro guida il trattore contro un albero, ma vi buttate fuori appena in tempo. Lo disarcionate con un calcio volante, poi prendete il controllo del mezzo in corsa.
– Certo, lì sarebbe da piantarci delle ortensie – pensa il capo degli sgherri, guardando a sud ovest. In un attimo siete su di lui, investendolo e trascinandolo verso un muro spuntato dal terreno. Decidete di graziarlo lasciandolo lì a terra, tremante di paura. E’ un giorno qualunque, a Mumbai.
E a Mumbai i veri uomini combattono con il trattore.