Sunset party, terrazza Molino Stucky, Venezia. Quando lo spritz t’ha stufato, il prosecco è lo schema successivo. Mentre il sole cala, io e la crew del ritardo mentale osserviamo dall’alto la città che presto abbandonerò per trasferirmi a Milano. C’è una bella temperatura, il DJ mette stronzate house che fanno da sottofondo al tintinnare di calici e risate uterine. Turisti ricchi, figli di papà e figa trentenne con l’occhio del cacciatore che all’ora di cena non ha ancora ammazzato il pranzo. Non ero mai stato qui. Complice la bella stagione e il fatto che la polizia ha definitivamente chiuso il Verdi, stiamo esplorando altri lidi. La conversazione langue, abbacinati come siamo dalla bellezza del tutto. Dalle casse parte un remix di Cocciante. La canzone credo si chiami
«Margherita» fa Luca.
«Com’è che la conosci?» sogghigna Atza.
«Mi piace la musica italiana, problemi?»
«Ah, la famosa canzone di Facebook» annuisce Ario «grande testo, profondo»
Mi giro: «Sarà degli anni ’80, cazzo dici?»
«È la canzone di lui che vuole segarsi con le foto profilo di lei, ma non riesce»
«Non rovinate anche questo posto» geme Leonora «vi scongiuro, non qui»
«Sentitelo bene» fa Ario, indicando l’aria come un predicatore mussulmano.
Io non posso stare fermo, con le mani nelle mani,
troppe cose devo fare, prima che venga domani
«Questo è lui col cazzo in mano che guarda i profili Facebook a caccia di figa, chiaro»
«E ti pareva» fa Leonora.
«Lampante, proprio»
«Evidente»
E se lei sta già dormendo, io non posso riposare,
farò in modo che al risveglio non mi possa più scordare.
«E qui si palesano gli intenti masturbatori, il cazzo è intostato, la preda localizzata»
«Ma perché?» faccio «dove lo vedi, come, quando?»
«Parla dell’erezione, o della moglie che dorme in camera, non importa»
Perché questa lunga notte non sia nera più del nero,
fatti grande dolce luna, e riempi il cielo intero
«Qui lui ha problemi perché la bacheca della fica è impestata di stronzate con immagini new age tipo luna, stelle, frasette sfighe, auguri della buonanotte, arcobaleni»
«Tu sei malato»
E perché quel suo sorriso possa ritornare ancora,
splendi sole domattina, come non hai fatto ancora.
«Per carburare gli serve lei in costume, magari un bel primo piano che sorride per il cumshot, invece è pieno di paesaggi del cazzo, foto delle vacanze, piatti di plastica con le lasagne della nonna, tristume»
E per poi farle cantare le canzoni che ha imparato,
io le costruirò un silenzio che nessuno ha mai sentito
«Lei è una delle stupide che posta le canzoni per mostrare che è sensibile, no? Per cui lui si trova nenie pallose e i filmati youtube che partono in automatico con le foto da desktop che si muovono. È incerto se crearsi una cartella dove scaricarsi le foto e potersi fare la sega in pace senza Masini che salta fuori ogni due scrollate, ma è indeciso, ormai ce l’ha in mano. Che fare?»
Leonora se ne va.
Sveglierò tutti gli amanti, parlerò per ore ed ore,
abbracciamoci più forte, perché lei vuole l’amore
«Ecco, spiega questa» dice Luca, incrociando le braccia.
«Eh, qui non è chiaro» concede Ario «o sua moglie s’è svegliata e lui deve raccontarle cazzate per paglieggiare, oppure più probabilmente ha l’ammosciamento perché la tipa ha scritto le solite puttanate sul fatto che è single perché non vuole abbassare i suoi standard ed è sola come una merda che s’abbraccia il cuscino, tipo le fiche di ‘sto posto»
«Io me le tromberei tutte» dice Atza.
«Queste stanno in riserva, bello, col cazzo che buttano il tuo seme in un goldone. Prima un figlio, poi il culo. Ricordati la regola: o prima dei 25, o dopo i 40» scuote la testa Luca.
«Comunque, dall’anda questa è una hipster vestita da ritardata» medita Ario.
«Andiamo avanti»
Poi corriamo per le strade e mettiamoci a ballare,
perché lei vuole la gioia, perché lei odia il rancore, poi
«Te l’ho detto, è una hipster. Ottomila foto di paesaggi con le scritte, amici con la barba da imbecille e tatuaggi sfigati, il sole che tramonta, altalene, giochi per bambini, il trionfo dello shabby chic»
«Scusa, com’è che sai cos’è lo shabby chic?» faccio, incredulo.
«Ho una moglie, coglione. Lo shabby chic è il passo successivo della miseria, quando la vernice spugnata sui muri inizia a non sembrare più una cosa figa, bensì lo squallore immondo che è. Le donne prima ti costringono a trasformare le pareti dell’appartamento in un cottolengo, poi a scartavetrare i mobili. Sposati e vedrai»
Con secchi di vernice, coloriamo tutti i muri, case piccole e palazzi,
perché lei ama i colori, raccogliamo tutti i fiori, che può darci primavera,
costruiamole una culla, per amarci quand’è sera, poi
«Visto?» fa lui, incrociando le braccia «shabby chic in piena. Lui cerca un centrino per fare schizzarello e invece scrolla tendine coi pizzi e tramonti sulle lenzuola, la senti la disperazione?»
Poi saliamo su nel cielo e prendiamole una stella,
perché Margherita è buona, perché Margherita è bella
«Qui ormai l’ha buttata in vacca da tanto ce l’ha duro, dice qualsiasi stronzata scrollando sempre più in fretta, stelle, cielo, luna, vaffanculo tutto, via»
Mi guardo attorno preoccupato qualcuno ci senta.
Perché Margherita è dolce, perché Margherita è vera,
perché Margherita ama, e lo fa una notte intera perché
«Lo senti?! Senti com’è incazzato? Ha passato il punto di non ritorno, tipo quando torni sbronzo dall’happy hour e ce l’hai di marmo, ti seghi forsennatamente che ti vengono i crampi al braccio ma niente, non ce la fai, allora cambi braccio ma diventa una questione d’onore e…
«Basta, ti prego» dico, notando orecchie che si tendono.
«…e giuri a te stesso che costi quel che costi tirerai la sborrata. Tutto torna, ti dico!»
«Ssst»
Margherita è un sogno, perché Margherita è sale,
«BAM! Il dramma, alla bambina seduta sulla luna che augura buon natale a Gesù Cristo è la rinuncia definitiva. Sentilo, malinconico, lento, capisce cosa deve fare»
Perché Margherita è il vento, e non sa che può far male
«La senti la quiete dopo la tempesta!? Quell’istante che molli l’uccello e sei tentato di dire basta, il braccio fa troppo male. Leggi proprio la sconfitta negli occhi di chi cerca carne e trova puttanate romantiche, aforismi, cazzate grilline? Crollo, senti? Crollo. Il cazzo s’ammoscia, il braccio casca, i sensi di colpa emergono. Senti com’è malinconico, introverso»
«Arioooo» sussurro, facendo con la mano cenno di abbassare il volume.
«MA POI» grida lui, saltando sulla poltrona «occhio che arriva la rivelazione»
Perché Margherita è tutto, ed è lei la mia pazzia.
Margherita… Margherita… Margherita, adesso è mia
«Ed ecco la soluzione! Con pazienza certosina si scarica le foto sul desktop, capisci? Margherita adesso è sua e la canzone se ne va, sparisce, vedi proprio la telecamera che scappa dalla finestra perché per lui sarà una lunga notte. Dovrà ricominciare tutto da capo, per riuscire nel suo nobile intento»
Na na nana nana nanaaaa, canta Cocciante sui tetti di Venezia.
Ci sono cose che non cambieranno mai, nella mia vita.