Italiani in America. In una parola ci arriva alle narici l’odore dei fichi d’india, la nostalgica melodia del Padrino e la testa del cavallo nel letto. Ogni volta che riguardiamo quei vecchi gangster movie gongoliamo del fatto che un branco di terroni con le pezze al culo abbia fatto tremare le palle all’ FBI. Gli italiani in America sono fighi. Hanno il volto di Robert de Niro, di Al Pacino, di Marlon Brando, gente che se fa offerte non è consentito rifiutare ed è per questo che sono tutti obesi e fumatori.
Ci ricordiamo di loro solo quando ci sono elezioni e fin dai tempi di Prodi io li ho sempre visti circondati da un’aura di mistero e sacro timore, compatrioti cresciuti lontani dalla nostra TV infestata da velinismo e Maria de filippi: ve li immaginate? I protagonisti del film fuga dei cervelli fantasma, mistici italiani oltreoceano liberi dal giogo della nostra chiesa catodica.
Come sono? Cosa fanno?
Come vengono considerati?
Come sono? Cosa fanno?
Come vengono considerati?
Bè, che ci crediate o no siamo idolatrati.
Ci hanno addirittura dato un nome, Guido’s, ed hanno creato un business d’intrattenimento su di noi mica da ridere. Siamo famosi per la nostra innata capacità di far ridere la gente. Segni per riconoscere un italoamericano sono la pettinatura ispirata ad un’esplosione di liquami fognari, un porcospino o a Goku. Il lucidalabbra che evidenzia labbra sporgenti a mò di pompin bacio verso il pubblico prettamente omosessuale che visiona le foto dove, fieri delle vostre origini, indicate la vostra maglietta acquistata in occasione dei mondiali.
L’espressione dev’essere sexy. Sexy come una bestia. Seeeexy. Ho detto sexy. Sexy, signora. Anche lei, forza: sexy.
Il fisico è palestratissimo.
La capacità dialettica rasenta l’analfabetismo. La musica ascoltata è truzza o hiphop. La principale attività dev’essere ballare in discoteca in modo spaventoso o pestarsi con qualcuno quando si viene colti dalla steroid rage, gli sbalzi d’umore indotti dagli steroidi che fanno commettere gli omicidi/suicidi ai wrestlers ma che in USA ti vendono al supermercato. Parecchi Guidos assumono il colore dell’aranciata colti da una frenesia di spray autoabbronzante fino alle estreme, tragiche conseguenze: la trasformazione in un oompa loompa.
Insomma, negli USA l’italiano ha smesso di ispirarsi a Robert de Niro e preferisce Thema dei Gemelli Diversi.
“Oh bella raga, qui a Ibiza è troppo hip hop” |
In Internet è un tripudio di blog e siti che si dedicano interamente ai Guidos.
Wikipedia e Urban dictionary parlano approfonditamente di noi. L’America stampa magliette con su scritto “get off our island“. I video parodia si sprecano e se avete tempo da perdere tra Google e Yotube potrete trovare tonnellate di materiale che qui ho dovuto linkare altrimenti non ci stava.
Mentre questo carnevale scivolava fuori dal monitor ho iniziato a domandarmi quale sia stato il caso zero. Visto che non colgono le nostre trasmissioni, non sanno più la nostra lingua, cosa li ha ridotti in queste condizioni pietose? Chi? Com’è successo? Perché l’epicentro di questo putridume è Long Island nel New Jersey? Il mostro di Cloverfield assieme ai ragni cagava truzzi di Garbagnate Milanese? Le indagini mi fanno percorrere questo abisso di miseria umana a ritroso fino a raggiungere un valido motivo per denunciare gli Stati Uniti: GROWING UP GOTTI.
Questa cosa se fossimo in un paese serio causerebbe un incidente diplomatico internazionale. Si tratta di uno show stile reality-ma-anche-no dove la famiglia di John Gotti cresce. La protagonista è un grumo di silic MILF, madre di tre tipici adolescenti italoamericani che creano dei problemi tipicamente italoamericani (gridano, gesticolano, si pestano) ma la mamma riesce sempre a calmarli perché si sa: i figli sò piezz ‘e core e la mamma è sempre la mamma.