Il pugno di Dio



Le Rosey è uno dei collegi più rinomati del mondo tra ex nazisti, top manager senza esclusione di colpi, nobili decaduti e debosciati, borghesi arricchiti e puttane da yacht club. 

Fondato nel 1880 a Gstaad, in Svizzera, e mantenutosi elitario grazie a rette fantasmagoriche, Le Rosey è il miglior nido dove depositare le uova della futura high class. Qui ragazzi e ragazze di famiglie dell’alta borghesia europea studiano, si conoscono e soprattutto si accoppiano tra di loro, creando una rete d’amicizie siglata a sperma che in seguito tornerà comoda per fondare banche fallimentari, aziende terzomondiste o affittuari dei Parioli. E’ una specie di Hogwarts dove tutti gli alunni sono Draco Malfoi e il sogno proibito di qualunque pusher, dato che pochi saprebbero dire se c’è più neve fuori o dentro l’edificio.

L’Audi di Nick varca il cancello. Padre e figlia attraversano la hall a passo svelto tra boiserie di noce, quadri con ritratti di gente in uniforme che non ha mai visto un campo di battaglia, trofei sportivi, cervi impagliati e qualche armatura. L’ingresso è sbarrato da un portiere in giacca e cravatta che alla loro vista scatta in piedi. Venti minuti dopo, in un ufficio che pare uscito dai sogni erotici di Gordon Gekko, Nick e Paola stanno guardando il rettore che si accende la pipa di schiuma di mare. 

«Un’intera aula informatica per… due giorni?» ripete il rettore, scettico.

«Sì» annuisce Nick «più vitto e alloggio e la completa libertà di movimento per me e mia figlia maggiore. Lucrezia non deve sapere che sono qui»

«Con il dovuto rispetto, dottor Banana, questo è un collegio, non un albergo»

«Un albergo non ha dei server propri e men che meno computer d’avanguardia. Ho bisogno di un posto da cui sia possibile comunicare e ricevere dati fuori dalla giurisdizione italiana»

«E’ una cosa illegale?»

«Tecnicamente no»

«Uhm. E… praticamente?»

«Praticamente è un’azione di cyberterrorismo internazionale atta a far crollare l’attuale governo in carica nella repubblica Italiana, destituendone le cariche e influenzando l’opinione dell’elettorato in vista delle prossime elezioni. In subordine, manipolare dei minori, rovinare un paio di carriere, falsificare dei documenti e simulare uno scoop giornalistico di portata globale»

Il rettore si inumidisce le labbra.

«Lei scherza»

«No»


«Allora mi dia un motivo per cui dovrei avallare questo delirio. O chiamare la polizia»

«Potrei usare parole che in questa stanza suonerebbero surreali o sinistre tipo giustizia e bene superiore. Potrei dirle “perché ho una Centurion”. Ma credo su di lei faccia più effetto sapere che ho un angelo custode nel suo paradiso fiscale»

«C-cosa?»

«Rettore» sospira Nick Banana, sporgendosi sulla scrivania «se non avessi come migliore amico una mangusta non metterei mia figlia minore in un nido di serpenti, le pare?»

Il rettore sposta lo sguardo su Paola, poi lo riporta su Nick Banana.

«Le mostro l’aula»

«Grazie» sorride Nick.



«Il corpo di Cristo» mormora Davide Casaleggio, inserendo in bocca a un influencer la caccola appena estratta. L’influencer inghiotte, china la testa e sfila.

«Il corpo di Cristo»

«Amen» deglutisce il successivo.

«Un attimo…» si ravana il naso Davide «il corpo di Cristo»

«Amen»

«Cazzo, ho finito il corpo di Cristo» sbotta Davide. La ragazza tiene gli occhi bassi, pallida.

«Vabbè» sbuffa, sbottonandosi la patta «passiamo al meglio di Cristo»

«SIGNORE! UTILIZZO NON AUTORIZZATO DEL FAKE 320!» grida un influencer dal fondo della sala.

Davide si sporge.

«Cosa vuol dire?»

«Qualcuno ha craccato un profilo d’alta classe! Ha aperto una raccolta firme!»

«Mettila sul grande schermo»

Man mano che gli occhi di Davide Casaleggio scorrono, le labbra sbiancano.

Noi popolo cinque stelle chiediamo al signor comesichiama di dare dimostrazione della sua onestà, e a Beppe Grillo di prendere una posizione chiara. Se davvero il signor comesichiama è convinto di quello che dice, inietti a uno dei suoi figli un decilitro di sangue infetto prelevato da un sieropositivo in diretta streaming.

«Che cazzata» ride «cancellatela»

«La password è cambiata, ci ha rubato l’account»

Silenzio.

«E quanti account ci hanno rubato?» domanda Davide.
«Password errata!»
«Password errata anche noi!» grida un gruppo di influencer. In meno di un minuto la cyberoom diventa una cacofonia di urla disperate.

«STIAMO PERDENDO I FAKE MIGLIORI! COSA FACCIAMO?!»
Davide è una statua di cera, lucida e pallida. Le mani gli penzolano dai fianchi madide di sudore.

«Io… io non…» mormora «non lo so»
Poi chiama suo padre.





Paola batte freneticamente sulla tastiera del computer di fianco a Nick. Entra negli account, modifica le password, esce e ripete col successivo. Nick lavora a Photoshop presto e bene. Quando l’operazione è terminata, digita degli indirizzi. CNN, BBC, FOX NEWS, NBC, USA TODAY, WSJ, THE GUARDIAN, LOS ANGELES TIMES, THE SUN, DAILY MIRROR. Apre un sito e trascrive i numeri di cellulare di giornalisti freelance stranieri trovati sui siti che pagano in visibilità.

«Cos’è?» domanda Paola.

«Si possono mandare SMS da un numero che conosci a un numero che conosci. Guarda» dice.


Digita dei numeri, preme invio. Il cellulare di Paola trilla, lei interrompe quello che sta facendo e legge.

«Fabio mi ha appena scritto che mi molla perché gli piace il cazzo»
«Già. Ora mandiamo questa mail e contemporaneamente mandiamo un SMS ai giornalisti da parte di un loro amico. Il testo è “non chiamarmi, pubblicala subito, sta diventando virale. Fai presto, poi ci sentiamo”. Il bello dei giornalisti americani è che mettono tutti i numeri online. Voilà» sorride, premendo un tasto.
«Come sai che quei giornalisti si conoscono?»

«Non importa. Lavoro sulle percentuali. Tutti i siti d’informazione hanno ricevuto una mail con il test dell’HIV che ho appena falsificato, ma credono di essere i soli ad averlo. Tra loro, uno riceve un sms da un collega che gli dice di pubblicarla in tutta fretta prima degli altri. Te l’ha detto un collega, quindi è affidabile. Hai poco tempo e non puoi permetterti di bucare una notizia del genere. Se fossero cartacei si aspetterebbe l’edizione del mattino e avresti tempo di verificare le fonti, ma questo è Internet e quella è l’America, il mondo dove la differenza tra una promozione e un licenziamento è questione di secondi. Adesso, tra tutti, basta che uno solo pubblichi la notizia e…»

Dieci minuti dopo il sito di Fox News fa un titolo così grande da occupare tutto lo schermo.










Nella redazione notturna dell’ANSA i giornalisti si sfidano all’ennesima gara di basket da cestino tra un aggiornamento di siti stranieri e Dagospia. La dottoressa in giornalismo Maria Querci della Rovere clicca refresh sul sito di Fox news mentre sull’altro schermo osserva, pigra, un tumblr erotico in bianco e nero. In un attimo le pupille si dilatano, la bocca si schiude, la postura sulla poltrona diventa tesa. Poi, come se fosse una frusta, scatta e urla.

«Oh, CAZZO!»














A Le Rosey l’alba rischiara le finestre. Fuori dall’aula informatica il vociare degli studenti e le risate suonano alieni, colonna sonora di un mondo inconsapevole così vicino eppure lontano. 

«Papà» sospira Paola, staccando la testa dallo schermo «hanno cambiato tutte le password, mi sa. Abbiamo una sessantina di fake e basta»
«Basteranno»
«Ma dove troviamo le firme per la petizione, con sessanta account?»

«Oh, c’è sempre un modo, basta osservare. L’umanità sta in cima alla catena evolutiva per un solo motivo: scimmia vede, scimmia fa. Tu guardi il leone e impari dove sta, come fa a mangiarti i bambini, quanto dura, dove dorme. Osservi. Dall’osservazione nasce un principio. Da un principio nasce una regola. Dalla regola nasce una tecnica per eluderla… E da una tecnica portata a termine dall’uomo non esiste via d’uscita. Trovato il punto debole colpiremo con tutta la forza, la potenza e la determinazione di cui siamo capaci. Saremo esplosioni nucleari, puntatori laser e mirini telescopici. Saremo ingegneria genetica, antibiotici e vaccini. Saremo il pugno di Dio» dice Nick, girando il monitor verso di lei.

E’ la pagina di Repubblica.








«Hai trollato le beliebers?!» sbotta Paola, saltando sulla sedia.

Nick apre Twitter e crea l’hashtag usando i fake e aggiungendo l’indirizzo della petizione.

RAGA CE’ GRILLO KE DCE KE L’HAIDS NN ESISTE!!!!! FACCIAMOGLIELA PAGAREEEEE!!!1! FIRMATE QUI!! #PETIZIONEBIEBER

JUSTIN SIAMO KN TE!! KUEL BASTARDO D MERDA D GRILLO KM FA A DIRE KE L’AIDS NN ESISTE?!?!?!?! FIRMATE FIRMATE FIRMATE #PETIZIONEBIEBER 

SE L’HIVS NN ESISTE BEVITELO TU!! #PETIZIONEBIEBER

CA…….O JUSTIN NOOOOOOOO!!! #PETIZIONEBIEBER GRILLO 6 UN FIGLIO D PUTTANA KE CERCA DI GUADAGNIARE FAMA DA 1A DISGRAZIA MONDIALE!!! VERGOGNA!!!!! LAISD ESISTE!!!!!!!!!!!!

«Uno vale uno, no?» sorride Nick Banana.
Alle 8.10 di mattina, quando le scuole iniziano a fare lezione, improvvisamente i server di tutto il pianeta subiscono un aumento di traffico del 3200%.
[continua nella puntatona finale]